Un duro attacco della sinistra del partito maoista nepalese a Prachanda

Abbiamo già segnalato (vedi Nepal: crisi in stallo) l’approfondirsi delle divergenze all’interno del partito maoista nepalese. Un partito «oramai profondamente diviso tra l’ala sinistra di  Baidya (Kiran), che ritiene necessaria una sollevazione rivoluzionaria, e la maggioranza che vede coalizzati la destra di Baburan Bhattarai e il centro di Pushpa Kamal Dahal (Prachanda), che insiste nella politica democratica e di dialogo con le altre forze politiche».

Ora sembra proprio che la situazione stia precipitando. La sinistra ha prodotto un documento interno di dura critica all’operato di Prachanda. Il testo ufficiale non è pubblico, ma il quotidiano nepalese Repùblica ne ha dato notizia con un suo articolo pubblicato ieri. Trattandosi di un giornale della borghesia non possiamo certo giurare sulla veridicità di quanto scrive, anzi possiamo essere certi del tentativo di Repùblica di giocare – accentuandole e/o deformandole – sulle divergenze interne all’UCPN (Maoista).

Tuttavia lo scontro esiste, e pensiamo sia utile pubblicare l’articolo di Repùblica, ripromettendoci di divulgare il documento ufficiale della sinistra quando questo sarà reso pubblico.

18 deviazioni del presidente Dahal
di B. Basnet (Repùblica)

Kathmandu 11 giugno: In una chiara manifestazione di ingrandimento delle spaccature all’interno del partito, la componente della linea dura dell’UCPN (Maoista) ha accusato il Presidente Pushpa Kamal Dahal di gravi “deviazioni” ideologiche e morali e ha lanciato una campagna contro di lui dentro il partito.

La componente della linea dura, guidata dal vice presidente Mohan Baidya, recentemente ha diffuso un documento fra la base del partito, che delinea 18 “deviazioni” di Dahal. Il documento, del quale Repùblica ha ottenuto una copia, sta circolando fra i quadri della componente della linea dura del partito fino al livello dei comitati di distretto, e tra i rappresentanti del partito nei vari paesi.

“Sul fronte politico [Dahal] è visto muoversi dal suo opportunismo centrista verso il riformismo di destra e il capitolazionismo nazionale”, afferma il secondo punto del documento.
I rapporti fra Baidya e Dahal si sono inaspriti dopo l’ultima diserzione verso la linea della pace e della costituzione lo scorso giugno, con il rinvio della linea ufficiale della rivolta e della presa dello stato.

Il documento, intitolato “Problemi e deviazioni del compagno presidente”, ha accusato Dahal di irregolarità finanziarie  e cattivo uso delle risorse.
“Sulla questione della disciplina finanziaria, [Dahal] è visto inclinato verso la corruzione. [Dahal] è visto avere la tendenza a fare qualunque cosa – sia morale che immorale – per amor di potere, denaro e prestigio. [Dahal] ha deliberatamente lasciato il partito senza un sistema di contabilità e ha malamente usato mezzi finanziari e risorse in modo individualistico” dichiara il punto n. 18 del documento.

Sul fronte dell’organizzazione del partito, la componente della linea dura ha accusato Dahal di “tendenza accentratrice individualistica”, di intolleranza verso coloro che dissentono e di usare il suo potere per far tacere le loro voci.
Il documento sostiene che il presidente ha sviluppato una “tendenza fascista”.

La componente della linea dura del partito ha inoltre accusato Dahal di stendere rapporti con le agenzie di intelligence indiane.
Sul processo di pace, la componente della linea dura ha lanciato una critica lacerante contro Dahal per lo spostamento del PLA (Esercito Popolare di Liberazione, n.d.t.) sotto il controllo del Comitato Speciale e lo ha accusato di disarmare il PLA e di svuotare gli acquartieramenti in nome del “raggruppamento”, senza forgiare una politica nazionale di sicurezza, controllare il confine aperto e mettere una forza di sicurezza sul confine.

La circolare afferma che Dahal ha deviato dagli scopi ideologici del partito non varando programmi appropriati per opporsi al nemico principale del partito – l’India – e ha accusato Dahal di intessere relazioni con i simpatizzanti dell’”Espansionismo indiano e la sua classe compradora”.

La componente di Baidya è anche intervenuta pesantemente sulle mosse di Dahal rispetto alla redazione della costituzione. “Nonostante si sia detto che saremmo andati verso un sistema federale con l’autonomia dei gruppi etnici, [Dahal] ha enfatizzato un sistema unitario e centralizzato”, dice il documento.
Secondo il documento, Dahal si è accordato per arrivare ad un parlamento bicamerale, soccombendo alla teoria borghese della divisione dei poteri, e per minimizzare la partecipazione del popolo alla magistratura sotto il pretesto dell’indipendenza del potere giudiziario, invece di potenziare l’Assemblea Popolare. Il documento inoltre critica Dahal per aver convenuto di procedere alle nomine dei giudici attraverso una commissione e non attraverso l’assemblea federale, come richiesto dal partito.

Il documento inoltre esprime malcontento sulla mossa del partito verso la “repubblica federale democratica” in luogo della linea del partito della “Repubblica Popolare Federale Democratica”.
La componente di Baidya ultimamente ha lanciato una polemica al vetriolo contro Dahal e ha registrato una serie di note di dissenso contro la decisione del partito.

I rapporti fra la componente della linea dura e i moderati si sono ulteriormente allentati dopo che l’establishment del partito ha deciso che la sicurezza dei dirigenti di vertice del partito non sarà più curata dal personale del PLA.  Oltre due dozzine di guardie impiegate per la sicurezza dei dirigenti appartenenti alla componente della linea dura non hanno presentato e restituito le loro armi agli acquartieramenti, a dispetto delle decisione ufficiale del partito in tal senso.

Attualmente la componente sta tenendo una serie di incontri e lavora per rafforzare la sua posizione nel partito.

Pubblicato sul quotidiano nepalese Repùblica l’11 giugno 2011
Traduzione di Maria Grazia Ardizzone