Una polemica assurda che rigettiamo al mittente

L’articolo inviatoci oggi da Corfù da Moreno Pasquinelli ha suscitato una polemica presa di posizione da parte del sito della Freedom Flotilla Italia. Ci pare una polemica inutile, pretestuosa e decisamente assurda. Una polemica che comunque respingiamo al mittente.

Stiamo ai fatti e giudichino i lettori.
Per due giorni sono uscite su Haaretz delle vere e proprie provocazioni contro la Freedom Flotilla, ed in particolare contro due dei principali organizzatori, tra i quali Mohammad Hannoun, presidente dell’Api (Associazione Palestinesi d’Italia) e dell’Abspp (Associazione Benefica di solidarietà con il Popolo Palestinese). Uno di questi articoli – dove si parla, fra l’altro di informazioni sulla presenza di armi chimiche a bordo della FF2 – porta la firma di Amira Hass.

Il problema è che la Hass è data per imbarcata sulla Freedom Flotilla. E’ questa l’assurdità segnalata nell’articolo di Moreno Pasquinelli, ed è questo il motivo per cui tantissimi attivisti della FF2 presenti in Grecia sono assolutamente contrari alla sua presenza.

Di fronte a questa osservazione cosa scrive chi gestisce il sito della FF2-Italia? Leggiamo:
«Abbiamo appreso che su alcuni siti internet è comparso un intervento a firma di Moreno Pasquinelli, il quale accusa la giornalista israeliana Amira Hass di essere l’autrice delle accuse contro un’associazione italo-palestinese (ABSPP), aderente alla Freedom Flotilla Italia, che intenderebbe utilizzare armi chimiche contro i soldati israeliani che tenteranno di fermare le navi della Freedom Flotilla 2. Il Pasquinelli chiude il suo intervento chiedendosi se sia possibile che la “calunniatrice” Amira Hass resti imbarcata su una nave della Freedom Flotilla.
Amira Hass, giornalista coraggiosa che gode della nostra stima e di quella di tutti gli amici del popolo palestinese, ha semplicemente reso pubbliche le dichiarazioni allucinate di funzionari del governo di Israele, così come hanno fatto giornalisti ed agenzie di tutto il mondo. Amira Hass ha scelto coraggiosamente di essere a fianco degli attivisti della Freedom Flotilla 2, nonostante le minacce del governo israeliano
».

Dunque, le cose sono semplici. Per gli estensori del comunicato la Hass va difesa strenuamente, mentre fino a stasera non avevano trovato il tempo per scrivere due righe di solidarietà a Mohammad Hannoun. Stasera, dopo le vibrate proteste che gli sono giunte, il comunicato dell’Abspp è stato finalmente pubblicato. Troppo tardi, ed assai poco spontaneamente.

Ma veniamo all’accusa che ci viene rivolta, quella secondo cui la Hass non sarebbe una calunniatrice dato che si sarebbe limitata a riferire le dichiarazioni di un portavoce militare israeliano.
Sicuramente è vero che le affermazioni sulle «armi chimiche» sono da riferirsi a fonti dell’esercito israeliano (e vorremmo anche vedere che venissero direttamente da una giornalista!), ma la Hass le ha riportate senza alcun commento – ma che gran giornalista! -, facendosi così strumento di questa gravissima provocazione.

La Hass si trovava alla conferenza stampa della FF2 ad Atene, lunedì 27, proprio mentre uscivano gli articoli su Haaretz. Come mai non ha sentito neppure il bisogno di intervistare le due persone prese a bersaglio nel suo articolo, che pure erano presenti alla conferenza stampa?
Come mai – se davvero si riconosce negli obiettivi della FF2 – non si è premurata di dare alcuna informazione agli organizzatori sull’operazione mediatica in corso?

Siamo seri, per favore. Come si può difendere un simile comportamento?
Quella della Hass è stata una vera e propria coltellata alle spalle. Lo stesso Hannuon (vedi intervista ad InfoPal, da noi ripresa ieri sera) concludeva così il suo ragionamento: «Rimane da chiedere come mai la giornalista Hass, che sarà tra i passeggeri, non mi abbia chiesto di replicare a tali accuse, ma si sia limitata a riportarle nel suo articolo».

Gli estensori del comunicato apparso sul sito della FF2-Italia si sono dunque presi una grave responsabilità. Se la polemica nei nostri confronti è assurda – ma si sa che gli antimperialisti danno fastidio a tanti -, la difesa del comportamento della Hass ci parla di un problema di sostanza assai più grave. Un problema su cui tutto il movimento di solidarietà con la Palestina avrà da riflettere nelle prossime settimane.