Ultim’ora: il governo greco ufficializza il blocco della Freedom Flotilla

Corfù – 1 luglio, ore 18,40 localiQuesto articolo era stato appena finito di scrivere che giunge adesso, ore 18,40 locali, la notizia che il governo greco ha ufficialmente dichiarato che impedirà alla FF2 di salpare per Gaza.

Nell’attesa che le autorità greche diano finalmente il consenso alla partenza delle navi che compongono la Freedom Flottila, le notizie si accavallano e non sempre, da qui, si è in grado di controllarne la veridicità. Mentre scrivo, ore diciotto locali, ci dicono che la motonave statunitense, dopo aver mollato gli ormeggi, è stata immediatamente bloccata dalla polizia marittima greca. Se così fosse questo sarebbe, dopo tanta manfrina, il segnale che il governo greco ha siglato sottobanco un accordo con il governo sionista. Quest’eventualità sembra confermata da alcuni dispacci d’agenzia di provenienza israeliana secondo cui il primo ministro Netanyahu avrebbe ufficialmente ringraziato il suo collega Papandreu. Non è detto perché, ma è fin troppo facile immaginarlo.

Nel frattempo questa mattina verso le quattro e mezza chi stava svolgendo il turno di guardia alla Chiarini ha lanciato l’allarme perché una losca imbarcazione si aggirava nei pressi della nave della FF2, con fare sospetto. Sono stati in contemporanea sentiti degli strani rumori. Un tentativo di sabotaggio? Alcuni compagni si sono quindi immersi sotto la chiglia per verificare se ci fossero danni. Pare di no.

Mentre scrivo è in corso una riunione in cui i responsabili rendono edotti tutti coloro che si debbono imbarcare degli ultimi avvenimenti. L’impressione è che il coordinamento tra i responsabili delle diverse motonavi che compongono la FF2 non stia funzionando nel migliore dei modi. Certo non è facile questa impresa, complicata dalle ispezioni, dal fatto che le diverse navi sono ancorate in località diverse, dai problemi linguistici. La FF2 è una missione che presenta enormi difficoltà, logistiche, tecniche, finanziarie. Lo sforzo di energie fisiche e nervose, anzitutto da parte dei responsabili è enorme.

Ma le incongruenze sono anche di natura squisitamente politica. Non mi riferisco solo ai dissidi tra le diverse componenti politiche che collaborano alla missione. Su questo avremo tempo di tornare, e di informare i nostri lettori. I coordinamenti unitari sono difficili da farsi, sono come l’inferno, lastricati di buone intenzioni.

Non è tuttavia lecita l’omertà di fronte a fatti di notevole spessore politico e simbolico. Ieri ci è stata distribuita una “Dichiarazione” che ogni passeggero della FF2 sarebbe tenuto a sottoscrivere, pena l’esclusione dalla missione. La prima parte concerne i rischi eventuali di chi partecipa alla Missione medesima. Sottoscrivendola ognuno dichiara di essere a conoscenza di questi rischi, tra cui quello di poter subire violenza, che potrebbe essere detenuto,che la FF2 non può garantire la sicurezza e la salvezza personale. In pratica clausole in cui i promotori si tutelano da eventuali denuncie, ritorsioni o azioni legali da parte non solo di autorità esterne, ma degli stessi attivisti. Clausole sacrosante che indicano che ognuno sa a cosa va incontro imbarcandosi.

V’e’ poi una seconda parte che invece è una vera e propria Carta di principi politico-morali che impegna ogni militante imbarcato al loro categorico rispetto, pena l’espulsione dalla FF2. Mi dicono che questa Carta è stata accettata da tutto il Coordinamento europeo. Il che, francamente, non ne attenua la gravità.

Cosa dice questa seconda parte? Che la missione si ispira alla non-violenza, che per partecipare occorre tassativamente partecipare ai training dedicati. Che ognuno si impegna a non rispondere, a nessuna condizione, all’eventuale aggressione da parte dei soldati israeliani, che non deve reagire ai soldati anche se viene pestato con brutalità.

Io capisco che la Missione è di natura non-violenta, non fosse perché sarebbe velleitario pensare di affrontare a mani nude soldati sionisti armati fino ai denti. Tuttavia c’è un limite alla non-violenza, e questo limite e’ rappresentato dal diritto sacrosanto alla legittima difesa. Solo i santi potrebbero rispettare questo stringente protocollo che anche Gandhi avrebbe considerato eccessivo.

Se un soldato israeliano mi attacca brutalmente, malgrado non l’abbia provocato, malgrado sia esplicito il carattere pacifico della Missione, dovrei subire violenza e umiliazione, ma fino a che punto? E se fosse lui che perde il controllo? Se mi stesse per uccidere? Neanche in questo caso la reazione sarebbe ammessa, e se ci fosse autodifesa ci sarebbe l’espulsione dalla FF2.

Per salire a bordo ognuno deve firmare questo protocollo che dire pacifista è poco. Qui si tratta di firmare non un protocollo ma un Vangelo etico cristiano. Un testo programmatico che sarà pure nobile ma che contrasta non solo con ogni idea antimperialista, ma col buon senso. Posso venir meno alle mie idee pur di partecipare alla FF2?