Perché non pensare ad una campagna di boicottaggio delle FS?
Dopo la sospensione d’agosto (vedi Mauro Moretti, l’intimidatore), il licenziamento di novembre. L’ex segretario nazionale della Cgil Trasporti, oggi amministratore delegato delle FS, ha licenziato il compagno Riccardo Antonini, reo di essersi schierato dalla parte delle vittime della strage ferroviaria che colpì Viareggio il 29 giugno di due anni fa.«Quello prima o poi lo licenzio», aveva detto Moretti poche settimane dopo la strage. Ora che il licenziamento è arrivato sul serio è il momento della mobilitazione, per la riassunzione di Riccardo, perché sia Moretti ad andarsene, per la verità e la giustizia sulla strage di Viareggio.
In queste ore molte sono state le prese di posizione a favore di Antonini – di seguito pubblichiamo quella della Confederazione Cobas della Toscana. Vista la gravità della decisione di Moretti, perché non pensare ad una campagna di boicottaggio delle FS?
Il licenziamento di Riccardo Antonini è discriminatorio
Solidarietà a Riccardo: mobilitiamoci per la reintegrazione immediata!!
Riccardo Antonini è il delegato ferroviere che svolge da mesi un importante ruolo di consulenza di parte civile nell’incidente probatorio per l’inchiesta lucchese sulla strage alla stazione di Viareggio. Riccardo da decenni opera in difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; ha organizzato – insieme ad altri ferrovieri e a tanti cittadini viareggini – l’Assemblea 29 giugno, che in questi anni ha lanciato con successo diverse iniziative di mobilitazione e di analisi sulla dinamica della strage e , più in generale, sul tema della sicurezza. Il suo impegno a fianco delle famiglie viareggine colpite dalla strage di due anni fa è stato sempre avversato dai vertici di RFI, che poche ore fa hanno deciso di licenziarlo con effetto immediato.
RFI e i vertici delle stesse, per mesi, hanno cercato di ostacolare la campagna dei familiari di Viareggio, si sono avvalsi di tutti gli strumenti per isolare i comitati che reclamano sia fatta piena luce su questa strage che ha ucciso tanti innocenti. Le hanno provate di tutte, da campagne di stampa sui principali giornali fino ai richiami per impedire a Riccardo Antonini di svolgere l’importante ruolo di consulenza a favore dei familiari delle vittime. In questa veste, Riccardo ha partecipato agli accertamenti, agli incidenti probatori; in questa veste Riccardo ha smontato pezzo per pezzo la versione dei fatti fornita dalle Ferrovie e dai suoi consulenti strapagati.
Tra i motivi del licenziamento non c’è solo il suo ruolo di consulente, ma anche la partecipazione (fuori dall’orario di lavoro) ad una manifestazione, il 9 settembre a Genova, nel corso della quale venne contestato da lavoratori e familiari l’AD del Gruppo Fs Mauro Moretti.
La motivazione sarebbe il venir meno del “rapporto di fiducia”: ma questo modo di intendere la giusta causa si rileva di fatto una gravissima violazione della libertà di manifestazione del pensiero e, più in generale, delle libertà politiche, sindacali e civili garantite dalla Costituzione .
La motivazione del licenziamento diventa, poi, paradossale se si pensa che il Gip di Lucca ha usato come consulente tecnico d’ufficio per l’incidente probatorio un tecnico che ha ammesso di lavorare per le Ferrovie e ha respinto la richiesta di ricusazione della Procura. Qual è il conflitto d’interesse? Quello di Riccardo che usa diritti costituzionalmente garantiti o quello di chi dovrebbe essere “terzo” e , al tempo stesso, lavora ed è pagato da una delle parti in causa?
Il licenziamento di Riccardo Antonini è un atto arbitrario, un abuso di potere da respingere, che conferma ancora una volta l’importanza della battaglia contro la libertà di licenziamento pretesa dall’UE e promessa dal governo.
Esprimiamo solidarietà e appoggio a Riccardo, ai familiari delle vittime di Viareggio. Chiunque abbia a cuore le sorti della libertà e della democrazia nel nostro paese non può che sostenere la immediata riassunzione di Riccardo sia per la mancanza di giusta causa o giustificato motivo, sia per il carattere palesemente discriminatorio del licenziamento, il cui reale obiettivo è intimorire i ferrovieri, che in questi anni si sono schierati a fianco dei familiari delle vittime e hanno lottato per la verità, la giustizia, la salute e la sicurezza di tutti!
Confederazione Cobas Toscana