Rieccoci alle solite. La tanto attesa e tanto pubblicizzata relazione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) dell’ONU sulle attività nucleari iraniane è stata clamorosamente accolta nel Nord America come prova definitiva che l’Iran sia alla produzione di armi nucleari.
Teheran ha da tempo rigettato queste accuse. E altrettanto fece, in modo ancor più determinante, una valutazione stilata nel 2007 dall’intelligence statunitense, che tolse il tappeto sotto ai piedi dei neo-con dell’era di Bush, che stavano cercando di architettare un conflitto con l’Iran. Adesso, sono tornati alla ribalta, in modo fulmineo.
C’è poco di nuovo in questa relazione dell’IAEA, e molto déjà vu. Abbiamo letto la vecchia storia che gira dal 2002 di un misterioso computer portatile rubato dall’Iran e passato all’intelligence americana. Conterrebbe a quanto pare materiale scientifico sui metodi di compressione esplosiva per poter scatenare un’esplosione nucleare, nonché progetti per ridurre le dimensioni delle testate nucleari per poterle inserire nelle ogive dei missili.
L’ONU e i poteri occidentali dicono che i contenuti di questo computer rubato provano in modo definitivo che l’Iran abbia violato il trattato di non proliferazione, di cui Teheran è firmatario. Israele e i suoi partigiani americani stanno sollevando un gran clamore in merito a un incombente attacco nucleare contro lo stato ebraico da parte dei “folli” dirigenti iraniani.
L’Iran dice che il portatile è un’invenzione dell’intelligence israeliana, che si molto impegnata per cercare di sabotare gli impianti di arricchimento di Teheran e negli omicidi degli scienziati iraniani.
Parlando di pazzi, come abbiamo visto durante i dibattiti della settimana scorsa, i Repubblicani stanno abbaiando per aizzare alla guerra contro l’Iran, apparentemente senza tener conto dei rischi politici, finanziari ed economici che sono implicati. Israele, dicono in coro, è in pericolo mortale. Per la destra Repubblicana, Israele spesso sembra essere una questione più importante degli Stati Uniti.
Ma non spiegano il perché l’Iran dovrebbe rischiare un’evaporazione nucleare imposta dalle forze nucleari israeliane di aria, di terra e di mare per lanciare alcune armi nucleari (che potrebbero anche non avere, e che potrebbero funzionare, come no) contro Israele. Il suicidio non è in cima alla lista delle priorità dell’Iran.
Un nuovo elemento che proviene dall’ONU è l’aver affermato che uno scienziato russo, che avrebbe lavorato nell’ambito della tecnologia per l’esplosione delle armi nucleari iraniane, abbia disertato e rivelato tutto all’intelligence occidentale.
Ma i giornalisti investigativi ora hanno rivelato che questo scienziato potrebbe in effetti aver lavorato in Russia sulla tecnologia esplosiva per produrre diamanti industriali, e non sulle armi nucleari. Questo sarebbe davvero imbarazzante per il partito bellicista di Washington e per i media che agitano gli animi per un conflitto contro l’Iran.
Ricordate “Curveball“, il disertore iracheno le cui accuse infondate sono state la base per l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti? Bene, questo scienziato russo potrebbe diventare “Curveballski“?
La settimana scorsa Israele ha lanciato un nuovo missile, capace di trasportare una testata nucleare in tutto l’Iran e in Pakistan. I sottomarini israeliani forniti dalla Germania sono disposti vicino alla costa dell’Iran, pronti a lanciare missili da crociera con testate nucleari.
Benjamin Netanyahu, primo ministro d’Israele, ha di nuovo affermato la settimana scorsa che l’Iran sta per usare armi nucleari e provocare un conflitto. Ma Meir Dagan, il rispettato ex capo dell’intelligence israeliana, il Mossad, ha palesato che colpire l’Iran sarebbe “un’idea stupida“.
Nel 1992 Netanyahu asserì che l’Iran sarebbe riuscito ad avere armi nucleari nell’arco di 3-5 anni. Shimon Peres, adesso presidente israeliano, assicurò tutti che l’Iran avrebbe avuto le bombe atomiche entro il 1999.
Nel 1995 il New York Times affermò che l’Iran fosse a soli cinque anni dalle armi nucleari. Nel 1998 il Segretario alla Difesa americano Don Rumsfeld dichiarò che l’Iran stesse costruendo un missile balistico intercontinentale dotato di testate nucleari che avrebbe potuto colpire gli Stati Uniti.
Ed è andata avanti così, con una serie reiterata di accuse false.
Quest’isteria bellicista giunge a ruota delle accuse pronunciate dagli Stati Uniti su un presunto piano dell’Iran per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington, un’accusa derisa da molti esperti di Medio Oriente.
In effetti, è possibile che l’FBI abbia fatto confusione con gli iraniani: la mente dietro il presunto piano potrebbe non essere stata affatto un membro dell’élite delle forze militari iraniane, ma un membro del Partito Marxista Mujahidin (islamico), violentemente contrario a Teheran, che Washington continua a chiamare un’organizzazione terroristica, seppure sia adesso intrallazzata con la destra radicale dei Repubblicani e con Israele.
L’IAEA ha tentato di sostenere le sue inattendibili accuse contro l’Iran insistendo che “nove altre nazioni sono giunte alla stessa conclusione sugli sforzi nucleari nascosti di Teheran“. Abbiamo sentito lo stesso ritornello nel 2002-2003 da Washington con le false accuse sulle inesistenti armi dell’Iraq.
Infatti, grazie a regolari programmi di condivisione dell’intelligence USA, alcuni documenti falsi sugli sforzi nucleari dell’Iraq erano stati consegnati agli altri membri della NATO. Sulla base di tali falsificazioni, alcune di queste nazioni hanno concluso che l’Iraq avesse armi di distruzione di massa. Lo stesso processo si sta ripetendo per il presunto programma di armamento dell’Iran.
Washington ha da lungo tempo lavorato per rendere l’ONU il braccio “molle” della politica estera degli Stati Uniti. Gli USA sono il maggior contribuente dell’ONU; pagano il 25,8% dei costi dell’IAEA e ha piazzato i suoi uomini nelle posizioni più influenti. Ciononostante, l’ultima relazione dell’ONU circonda le sue conclusioni di termini come “suggerisce” e “appare”.
Se l’Iran sta davvero cercando di produrre armi nucleari – e ha buone ragioni per volerle -, perché ci impiega così tanto?
In Iran, il lavoro iniziale sulle armi nucleari era iniziato negli anni ’70 sotto lo Shah. Ironicamente, Israele avrebbe dovuto fornire all’Iran i missili e le testate nucleari. Questo quattro decenni fa.
Corea del Sud, Brasile, Argentina, Taiwan e Svizzera potrebbero tutti produrre un’arma nucleare entro sei mesi se prendessero la decisione di farlo. Dieci anni fa vidi un progetto di arma nucleare nel ministero della Difesa del Giappone.
Due decenni fa il direttore generale del servizio di intelligence del Pakistan, l’ISI, mi disse che l’Iran aveva offerto di finanziare l’intero bilancio della difesa del Pakistan per dieci anni in cambio della tecnologia di armi nucleari. Il Pakistan, così affermò il capo dell’ISI, rifiutò.
Se l’Iran voleva davvero armi nucleari venti anni fa, per quale motivo c’è voluto così tanto a sviluppare una tecnologia degli anni ’40?
Non c’è alcun mistero sulla creazione di armi nucleari. O l’Iran ha realmente cessato i lavori sulle armi nucleari all’inizio degli anni ’90, come riporta una valutazione dell’US National Intelligence, oppure – come la vedo io – c’è un furioso e protratto dibattito all’interno del partito al governo in Iran sull’acquisto o meno di armi nucleari.
Il supremo leader iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, che è anche comandante delle forze armate iraniane, ha emesso una fatwa, o decreto religioso, che bandisce le armi nucleari.
Ma, teoricamente, l’Iran ha buone ragioni per desiderare armi nucleari a scopo difensivo, le stesse ragioni usate dalle attuali potenze nucleari: Israele, Pakistan, India e Corea del Nord.
Nel 1941 l’Impero Britannico e l’Unione Sovietica invasero l’Iran per accaparrarsi i giacimenti petroliferi, un’aggressione del tutto gratuita e illegale quanto l’invasione della Polonia nel 1939 da parte della Germania. A Teheran installarono un governo fantoccio.
Nel 1953 l’intelligence americana e britannica rovesciarono il leader democratico dell’Iran, Mohammed Mossadegh, per aver cercato di nazionalizzare il petrolio del paese utilizzando i profitti per progetti sociali. Dopo che l’Occidente rimise al potere lo Shah Pahlevi, gli Stati Uniti collaborarono con la notoriamente brutale polizia Savak per reprimere il dissenso.
Dopo lo scoppio della rivoluzione nel 1979, che portò al potere un regime islamico che promise di devolvere la ricchezza petrolifera del paese a progetti sociali, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna fecero in modo che l’Iraq di Saddam Hussein invadesse l’Iran. Dopo otto anni di sanguinosa guerra di trincea, in cui l’Iraq fu finanziato e armato dai poteri occidentali e dai loro alleati petroliferi arabi, l’Iran aveva subito almeno 500.000 morti. Le città occidentali iraniane furono devastate. L’Iraq cosparse veleni e gas comburente sugli iraniani, forniti dalle potenze occidentali.
A Baghdad incontrai scienziati britannici inviati dal governo di sua maestà per fabbricare armi biologiche per l’Iraq. Le colonie batteriche venivano dagli Stati Uniti.
L’Iran è circondato da vicini potenzialmente ostili, tutti bramosi dei suoi vasti depositi di olio e gas. Se la Francia o la Gran Bretagna o l’India possono avere bombe atomiche per difendersi, perché non anche l’Iran? Sono sorpreso che l’Iran non si sia precipitato a sviluppare armi nucleari già tempo addietro. Persino alcune bombe grossolane potrebbero bastare a far da deterrente per un attacco contro l’Iran.
La cosa davvero pazzesca in tutta questa storia è che Israele ha un grandissimo arsenale di armi biologiche e nucleari, mentre l’Iran rimane sotto continua ispezione da parte dell’ONU.
Le grandi potenze nucleari – Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia – sono in violazione del trattato di non proliferazione del 1995 dell’ONU, che imponeva l’eliminazione di tutte le armi nucleari entro cinque anni. Gli USA e la Gran Bretagna stanno programmando di modernizzare le loro forze nucleari; gli USA stanno aiutando l’India a costruire il suo grande arsenale nucleare. Nessuno a Washington osa persino menzionare l’arsenale nucleare di Israele.
Allora, da quale pulpito viene la predica.
Fonte: Nuclear Pots Call Iranian Kettle Black
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI