Dichiarazione del Partito Comunista dell’India (Maoista)

Mallojula Koteswara Rao, conosciuto anche come Kishenji, membro del Burò Politico del Partito Comunista dell’India (Maoista), è stato ucciso in una zona boschiva del Bengala occidentale il 24 novembre.

Le autorità hanno sostenuto che il compagno Rao è stato ucciso in uno scontro a fuoco durante un’operazione che ha coinvolto circa 900 truppe paramilitari e polizia di Stato, tra cui i commandos Cobra appositamente addestrati a combattere il movimento rivoluzionario guidato dai maoisti che ha base nelle aree rurali dell’India centrale e orientale. Una dichiarazione del partito rilasciata il giorno dopo diceva che era stato arrestato, torturato e ucciso. Al funerale nella sua città natale, Peddapally, lo scrittore rivoluzionario P. Varavara Rao ha dato lettura alla seguente dichiarazione del Comitato centrale del partito.

Il 24 novembre 2011 rimarrà una giornata nera negli annali della storia del movimento rivoluzionario indiano. La cricca fascista al potere Sonia-Manmohan-Pranab-Chidambaram-Jairam Ramesh, che ha gridato a gran voce che PCI (Maoista) è “la più grande minaccia alla sicurezza interna”, in collusione con il primo ministro del Bengala occidentale, Mamata Banerjee, ha ucciso il compagno Mallojula Koteswara Rao dopo averlo catturato vivo in una ben pianificata cospirazione.
Questa cricca che aveva ucciso il compagno Azad, il portavoce del nostro partito, il 1° luglio 2010, ancora una volta ha buttato la sua rete e spento la sua sete di sangue. Mamata Banerjee, che aveva versato lacrime di coccodrillo sull’uccisione del compagno Azad prima di arrivare al potere, mentre metteva in atto la commedia delle trattative da un lato dopo aver assunto l’ufficio, ha ucciso un altro importante leader, il compagno Koteswara Rao e quindi ha messo a nudo la sua faccia antipopolare e fascista. Le agenzie di intelligence centrale e le agenzie di intelligence assassine del Bengala occidentale e dell’Andhra Pradesh, gli hanno dato la caccia con una ben pianificata cospirazione e lo hanno ucciso in modo vile in un’operazione congiunta e ora stanno diffondendo una storia inventata di scontro. Il segretario del ministero degli interni centrale, RK Singh, mentiva anche mentre diceva che non sapevano per certo chi è morto nello scontro, nello stesso istante ha annunciato che questo è un duro colpo per il movimento maoista. Così egli ha dato il via palesemente alla loro cospirazione che sta dietro questo omicidio. Il popolo oppresso manderà definitivamente nella tomba le classi dominanti sfruttatrici e i loro padroni imperialisti che sognano ad occhi aperti di poter spazzare via il partito maoista uccidendo i vertici del movimento rivoluzionario.

Il compagno Koteswara Rao, che è molto popolare come Prahlad, Ramji, Kishenji e Bimal all’interno del partito e tra le masse, è uno dei più importanti leader del movimento rivoluzionario indiano. Il guerriero instancabile che non ha mai riposto il suo fucile, mentre lottava per la liberazione delle masse oppresse nei trascorsi 37 anni e che ha dato la sua vita per il bene della ideologia in cui ha creduto, è nato nel 1954 a Peddapally città del distretto di Karimnagar nel nord Telangana, Andhra Pradesh. Cresciuto da suo padre, l’anziano Venkataiah, che era un combattente per la libertà e sua madre, Madhuramma, che è stata di vedute progressiste, Koteswara Rao si è nutrito di amore per il suo paese e le sue masse oppresse fin dall’infanzia. Nel 1969, aveva partecipato allo storico movimento separatista del Telangana mentre studiava presso la scuola superiore nella città di Peddapally. Si è unito al movimento rivoluzionario ispirato dalla gloriosa lotta dei movimenti Naxalbari e Srikakulam mentre studiava per la laurea presso il college SRR di Karimnagar. Ha iniziato a lavorare come membro attivo del partito dal 1974. Ha trascorso qualche tempo in prigione durante il periodo nero dell’emergenza. Dopo la fine del periodo di emergenza, ha iniziato a lavorare come organizzatore di partito nella suo distretto di Karimnagar. Ha risposto alla chiamata per la campagna del partito “Tornare ai villaggi” instaurando rapporti con i contadini. Era uno di quelli che hanno svolto un ruolo di primo piano nella ripresa del movimento contadino popolare conosciuto come “Jagityal Jaitrayatra” (Marcia della Vittoria di Jagityal) nel 1978. In questo periodo, è stato eletto membro del comitato distrettuale del comitato congiunto Adilabad-Karimnagar del CPI (ML). Nel 1979, quando questo comitato è stato diviso in due comitati di distretto è diventato il segretario della commissione distrettuale di Karimnagar. Ha partecipato alla 12a conferenza di partito dell’Andhra Pradesh (AP), è stato eletto al comitato di stato dell’AP e ha assunto la responsabilità come suo segretario.

Fino al 1985, come parte della direzione del comitato di stato dell’AP ha svolto un fondamentale ruolo nella diffusione del movimento in tutto lo stato e nello sviluppo del movimento del Nord Telangana, che stava avanzando nella prospettiva della costruzione della zona di guerriglia. Ha giocato un ruolo importante nell’espansione del movimento del Dandakaranya (DK) e nel suo sviluppo. È stato trasferito nel Dandakaranya nel 1986 assumendosi la responsabilità di membro del Comitato per la foresta. Ha guidato le squadre di guerriglia e popolari nelle aree Gadchiroli e Bastar del DK. Nel 1993 è stato cooptato come membro nel Comitato Organizzatore Centrale (COC).

Dal 1994 ha lavorato principalmente per diffondere e sviluppare il movimento rivoluzionario nell’India orientale e settentrionale tra cui il Bengala Occidentale. In particolare il suo ruolo nel riunire le forze rivoluzionarie che erano state disperse dopo la battuta d’arresto del movimento Naxalbari nel Bengala occidentale e nel far rivivere il movimento rivoluzionario è stato straordinario. Ha stretto un rapporto profondo con le masse oppresse del Bengala e i vari settori del campo rivoluzionario, ha imparato la lingua Bangla con determinazione e lasciato un segno indelebile nei cuori del popolo. Ha lavorato instancabilmente per raggiungere l’unità con vari gruppi rivoluzionari e nel rafforzamento del partito. Il compagno Koteswara Rao è stato eletto membro del Comitato Centrale (CC), della Conferenza Speciale di tutta l’India dell’ex PCI(ML) (Guerra Popolare) tenutasi nel 1995. Ha lottato per stabilire l’unione tra Guerra Popolare e il Partito dell’Unità nel 1998. Nel Congresso del Partito dell’ex PCI(ML) (GP) tenutosi nel 2001 è stato nuovamente eletto nel CC e nel Politburo. Si è assunto la responsabilità di segretario del Consiglio regionale del Nord (CRN) e ha guidato i movimenti rivoluzionari negli stati del Bihar, Jharkhand, Bengala Occidentale, Delhi, Haryana e Punjab. Contemporaneamente ha svolto un ruolo chiave nei colloqui tra l’ex GP e l’MCCI [Maoist Communist Centre of India]. È stato membro del CC e del Politburo unificato formati dopo la fusione dei due partiti nel 2004 e ha lavorato come membro dell’Ufficio Regionale Orientale (URO). Si è concentrato principalmente sul movimento a livello statale del Bengala occidentale e ha continuato a fare da portavoce dell’URO.

Il compagno Koteswara Rao ha giocato un ruolo di primo piano nella gestione delle pubblicazioni di partito e nel campo della formazione politica all’interno del partito. Ha partecipato alla elaborazione di Kranti, Errajenda, Jung, Prabhat, Vanguard e altre riviste. Ha avuto un ruolo speciale da svolgere nella nascita di varie riviste rivoluzionarie del Bengala Occidentale. Ha scritto molti articoli teorici e politici in queste riviste. È stato membro della sottocommissione per l’Educazione politica (SCOEP) e ha svolto un ruolo di primo piano nell’insegnamento del marxismo-leninismo-maoismo tra i ranghi del partito. In tutta la storia del partito ha giocato un ruolo memorabile per l’espansione del movimento rivoluzionario, nell’arricchire i documenti di partito e nello sviluppo del movimento. Ha partecipato al Congresso di Unità-9° Congresso del partito tenutosi nel gennaio 2007, è stato eletto membro del CC ancora una volta e ha assunto le responsabilità di membro del Politburo e membro dell’URO.

L’orientamento politico dato dal compagno Koteswara Rao ai movimenti popolari di Singur e Nandigram che esplose dal 2007 contro le politiche antipopolari e filomultinazionali del governo socialfascista del CPM [Partito comunista marxista] nel Bengala Occidentale e in particolare nella gloriosa sollevazione della ribellione popolare di Lalgarh contro le atrocità della polizia è prominente. Ha condotto il comitato statale del Bengala occidentale e i ranghi del Partito nel guidare questi movimenti e d’altra parte ha anche condotto la propaganda attraverso i media con capacità d’iniziativa. Nel 2009, quando la cricca Chidambaram ha cercato di ingannare le classi medie in nome dei colloqui e del cessate il fuoco, ha lavorato in modo significativo per smascherarla. Egli ha fatto un enorme lavoro per mantenere alta l’importanza della guerra popolare e nel portare la politica rivoluzionaria alle grandi masse. Questo grande viaggio rivoluzionario che è andato avanti per quasi quattro decenni è arrivato alla fine improvvisa il 24 novembre 2011.


Amato Popolo! Democratici!

Condanniamo questo brutale omicidio. Si tratta del complotto delle classi dominanti per spazzare via la direzione rivoluzionaria e privare il popolo della giusta guida e direzione proletaria. È un fatto noto che il movimento maoista è il principale ostacolo per i grandi ladri e compradores che stanno accatastando milioni nelle banche svizzere vendendo per noccioline la Jal, Giungla e Zameen, del paese agli squali imperialisti. La brutale offensiva su più fronti, a livello nazionale, chiamata Operazione Caccia verde degli ultimi due anni serve proprio a questo scopo. Questo assassinio a sangue freddo è parte di questo. È dovere dei patrioti e di coloro che amano la libertà del paese proteggere il movimento rivoluzionario e la sua leadership come la pupilla dei propri occhi. Non si tratta altro che di proteggere il futuro del paese e quello delle prossime generazioni.

Anche all’età di 57 anni, il compagno Koteswara Rao conduceva la dura vita di un guerrigliero come un giovane e aveva riempito i quadri e le persone di grande entusiasmo ovunque andasse. La sua vita dovrebbe particolarmente servire come una grande ispirazione per le giovani generazioni. Ha studiato e lavorato per ore senza riposo e viaggiava per grandi distanze. Dormiva pochissimo, conduceva una vita semplice ed è stato un gran lavoratore. Era solito unirsi facilmente con persone di ogni età e con persone provenienti da vari settori sociali e riempirli di entusiasmo rivoluzionario. Senza dubbio, il martirio del compagno Koteswara Rao è una grande perdita per il movimento rivoluzionario indiano. Ma il popolo del nostro Paese è molto grande. È il popolo e sono i movimenti popolari che hanno dato alla luce rivoluzionari coraggiosi e dediti come Koteswara Rao.
Gli operai e i contadini e i rivoluzionari che hanno assorbito lo spirito rivoluzionario di Koteswara Rao dal Jagityal a Jungle Mahal e che si sono armati della fragranza rivoluzionaria che egli ha diffuso in tutto il paese condurranno sicuramente la Rivoluzione di Nuova Democrazia in India lungo il percorso della vittoria. Spazzeranno via gli imperialisti e i loro lacchè latifondisti e la borghesia burocratico-compradora e i loro rappresentanti come Sonia, Manmohan, Chidambaram e Mamata Banerjee.

Il nostro CC ha fatto appello alle masse del paese ad osservare una settimana di protesta dal 29 novembre al 5 dicembre e 48 ore di “Bharat Bandh” [sciopero totale] tra il 04-05 dicembre per protestare contro il brutale assassinio del compagno Koteswara Rao. Facciamo appello a che si tengano varie manifestazioni come riunioni, comizi, dharnas, vestire il badge nero, blocchi stradali ecc. per protestare contro questo omicidio. Chiediamo che i treni, strade, le istituzioni commerciali ed educative rimangano chiuse e che tutti i tipi di transazioni commerciali siano fermate come parte del “Bharat Bandh” del 4-5 dicembre. Ma abbiamo esonerato i servizi sanitari dal Bandh.

Firmato Abhay, portavoce, PCI (Maoista).

da Comitato di sostegno alla guerra popolare in India