A seguire due interventi di Pietro Ancona, ex segretario della Cgil siciliana, contro le diffamazioni nei confronti del «Movimento dei Forconi».

Chi sono i Forconi?

Ho visto le riprese televisive dei telegiornali siciliani delle manifestazioni dei cosiddetti “forconi” che il Presidente della Confindustria  ha tacciato di infiltrazioni mafiose e che  anche diversi soloni della cultura una volta di sinistra hanno definito “jacquerie” prendendone le distanze e condannando.

In generale sono persone anche di una certa età, lavoratori sui cinquanta anni segnati dalla fatica del lavoro manuale, contadini, pescatori, artigiani autotrasportatori. Tra di loro pochi lavoratori giovani perché da anni si è bloccato l’afflusso di nuove forze specialmente nelle campagne. C’erano tanti, tantissimi studenti che vedono degradare di giorno in giorno il tenore di vita delle famiglie in cui vivono e che stentano a mantenerli. Coloro i quali hanno criminalizzato il movimento si dovrebbero vergognare! Le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei produttori che hanno  emesso scomuniche ed hanno parlato di mafia o di violenza hanno mostrato tutta la distanza che li separa dalla realtà siciliana e l’isolamento morale in cui sono stati gettati da decenni di consociativismo con la Regione ed ora di sostegno subalterno del governo Monti.

Ieri il movimento ha prodotto i primi frutti. E’ stato annunziato il ripristino del treno Palermo-Milano che era stato soppresso dalle ferrovie privatizzate da Moretti spezzando l’Italia in due ed isolando il Sud; i pedaggi autostradali che fanno arricchire la famiglia Benetton sono stati mitigati agli autotrasportatori per circa 200 milioni di euro ma i soldi vengono prelevati ad altri utenti della autostrada! Una cosa sconcertante!  Ma è mia impressione che questo governo non sia in grado, non abbia la cultura per affrontare le questioni strutturali e profonde che hanno generato il movimento.

Un movimento che non sparirà perché la rovina incombe su diecine di migliaia di aziende agricole e sull’artigianato… Proprio oggi scatta l’addizionale delle aliquote regionali e si subisce la prepotenza mafiosa della loro retroattività di un anno, una cosa del tutto anticostituzionale ma dalla quale non potremo difenderci perché il prelievo sarà fatto sugli stipendi e sulle pensioni. I soldi di queste addizionali andranno a foraggiare regioni che mantengono inutili e costosissime burocrazie ed una oligarchia politica di viziati “deputati” che hanno il trattamento di senatori. La regione siciliana costa miliardi di euro e non sappiamo a quanto ammontano i suoi debiti. Serve soltanto a mantenere se stessa. Questo destava scandalo ma veniva sopportato in tempi di relativa “normalità” economica e sociale. Ora non è più tollerato!

26 gennaio
Pietro Ancona

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All’indomani dei Forconi

E’ molto triste la Sicilia all’indomani del movimento dei forconi o come altro si voglia chiamare. Tutto sta tornando alla “normalità” ed è una normalità nella quale ognuno di noi è tornato a vivere la sua vita di tutti i giorni, ha risolto i problemi di approvvigionamento di carburante o di generi alimentari, ha continuato ad andare a lavorare mentre il Presidente del Consiglio che ha intrattenuto Lombardo in una discussione della quale sappiamo molto poco è tornato a parlare di flessibilità in uscita che nell’ultimo grido della dottrina liberista sempre in corso di aggiornamento semantico si chiama: mobilità nel tempo. Vuol dire che non si deve sostare a lungo nello stesso posto di lavoro forse perché ci si arrugginisce o forse perché bisogna cederlo a qualcuno disposto ad accettare condizioni più convenienti per l’azienda.

Continua la campagna di mascariamento dei Forconi attraverso i quali si individuano le centinaia di migliaia di persone che in tutta la Sicilia hanno urlato per giorni la loro disperazione. Molti di loro vengono chiamati con disprezzo “padroncini”e si aspettano ansiosamente notizie di arresti che possano essere la prova del sillogismo enunziato da Gad Lerner che nulla in Sicilia sfugge alla infiltrazione della mafia, che tutto è mafia. Le mense della Caritas si affollano di nuovi conviviali di giovani coppie o di pensionati che non riescono a sopravvivere da soli.

Grande parte del tessuto sociale regge per il ruolo della famiglia nella quali i nonni o i genitori integrano o costituiscono il reddito spesso miserrimo dei loro figli ad opera della terribile svalutazione del valore del lavoro. Oggi lavorare non ha alcun valore dal momento che la legge Biagi ha schiavizzato le persone privandole dei loro diritti. Nei posti di lavoro si respira terrore.  La società è diventata terribilmente ansiosa. Cadendo l’art.18 che la signora Borsellino non considera un tabù come grande parte del PD nei posti di lavoro il terrore si taglierà con il coltello ed i datori di lavoro potranno esercitare il loro ruolo di padroni fino in fondo come è sempre stato nella storia dell’Italia ad eccezione del trentennio 1960-1990.

I partiti in Sicilia non mostrano di avere qualcosa da dire alla gente che ha lottato con i Forconi. Si occupano delle “primarie” del PD. I baroni dell’Assemblea regionale Siciliana votano documenti in cui sostengono all’unanimità o quasi il governo Lombardo fac simile del documento unitario del Parlamento Nazionale per Monti. E’ come se la politica fosse morta senza esserlo. Continua a vivere ed a consumare risorse immense per le sue cortigianerie anche se comincia a boccheggiare per mancanza di risorse e per i troppi debiti. Per evitare di entrare nel merito e di aiutare in qualche modo i contadini ed i pescatori e gli artigiani che stanno fallendo e sono inseguiti dai pignoramenti della Serit e dalle rate scadute dei loro mezzi i politici, aiutati da compiacenti pennivendoli di regime, stanno montando il caso del mafioso arrestato, un tale di Marsala che viene additato come “leader” dei Forconi. Non è vero che è leader dei Forconi come è stato chiarito. Ma  come  musicava Rossini la calunnia è un venticello che una volta levatosi vive di vita propria e può diventare una tempesta!

Ci vorrebbero due interventi immediati ed organici: una drastica riduzione del prezzo dei carburanti e l’aumento dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli alla produzione. Ma questo non sarà fatto e la crisi siciliana sarà rappresentata da miliardi di limoni, arance, mandarini che restano appese all’albero o che sono già una lettiera putrescente a terra.
A Torino i NoTAV sono terroristi, a Palermo i Forconi sono mafiosi. E’ una vecchia tecnica del potere per sfuggire alle sue responsabilità e criminalizzare il dissenso.

27 gennaio
Pietro Ancona
già segretario della CGIL siciliana