«Ban Ki-Moon deve incontrare la società civile palestinese»

Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina ha affermato il 1 febbraio 2012 che la visita del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon non è un passaggio verso l’azione o anche solo il riconoscimento della sofferenze palestinesi nella striscia di Gaza, dicendo che il rifiuto di Ki-Moon di incontrare i profughi e i comitati per il diritto al ritorno, dei familiari dei prigionieri e delle vittime dell’assedio mostra una grande mancanza di rispetto per i diritti e le sofferenze del popolo palestinese.

E’ stato annunciato, ha detto il Fronte, che Ban Ki-Moon visiterà la striscia di Gaza il 2 febbraio 2012 per vedere le condizioni di vita del popolo palestinese nella striscia e per visitare i progetti portati avanti dall’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite creata per i rifugiati palestinesi (UNRWA). Comunque, entrambi gli uffici delle Nazioni Unite a Gaza e nella West Bank hanno un predefinito numero di figure istituzionali che potranno incontrarlo e parlargli, da queste sono escluse le organizzazioni per i profughi e per il diritto al ritorno, le organizzazione dei familiari dei prigionieri, gruppi di vittime dei crimini dell’occupazione e rappresentanti delle organizzazione della società civile.

Il Fronte ha evidenziato che tutto ciò rientra  nel contesto delle Nazioni Unite che ignorano le proprie responsabilità verso i diritti e le sofferenze del popolo palestinese, e ha fatto appello all’estensione della visita e all’organizzazione di incontri con settori rappresentativi della società palestinese che incontrino il segretario generale per rappresentare la realtà della situazione palestinese. Il compagno Rabah Muhanna, membro dell’ufficio politico del PFLP, ha detto che “Il rifiuto degli organizzatori della visita di permettere a Ban Ki-Moon di incontrare i rappresentanti di questi settori significa che questa visita è una mistificazione e una falsa facciata tesa a oscurare la realtà, che è che le Nazioni Unite non hanno agito secondo quanto previsto dalla carta fondativa e dalle proprie risoluzioni per porre fine all’occupazione israeliana della terra palestinese e rafforzare i diritti palestinesi, in primis il diritto al ritorno per i profughi”.

Muhanna ha detto che le Nazioni Unite sono “una causa diretta  della sofferenza del popolo palestinese, dalla Nakba fino ai giorni nostri”. Gli attivisti per i diritti umani invitati al meeting hanno respinto gli inviti fino a che i rappresentanti delle organizzazione dei rifugiati, delle associazione dei prigionieri e altri siano invitati, incluso il direttore del Centro per i diritti umani Al- Mezan Essam Younis e l’attivista della società civile Amjad al-Shawa.

da pflp.ps