L’imbroglio del Trattato di non proliferazione (TNP)

Negli anni ’70 del secolo scorso, il Brasile ha segretamente sviluppato un suo programma nucleare a scopi militari. Per assicurarsi le risorse finanziarie ha stabilito una partnership con l’Iraq che offriva gli elevati investimenti necessari in cambio di un accesso alle conoscenze tecnologiche brasiliane. Il responsabile del programma per l’Aeronautica era il tenente-colonnello José Alberto Albano do Amarante, ingegnere elettronico formato all’ITA (Istituto Tecnologico di Aeronautica).

Nell’ottobre del 1981, Amarante fu preda di una leucemia fulminante, che lo portò alla morte in meno di due settimane. La sua famiglia è convinta che lo scienziato sia stato assassinato dai servizi segreti degli Stati Uniti e Israele, allo scopo di ostacolare la capacità brasiliana nella produzione di armi atomiche. A rafforzare i sospetti vi fu l’identificazione di un agente israeliano del Mossad, di nome Samuel Giliad, che agiva all’epoca a São José dos Campos e che fuggì dal paese subito dopo la misteriosa morte dell’ufficiale brasiliano.

L’episodio rende bene il livello di virulenza impiegato da Stati Uniti e Israele per bloccare l’ingresso di altri paesi nell’esclusivo club nucleare. Non a caso, appena quattro mesi prima della presunta azione in territorio brasiliano, Israele aveva sferrato un devastante attacco aereo contro il reattore nucleare Osirak in Iraq, costruito dai francesi.

Questi fatti danno credibilità alle ripetute denunce del governo iraniano sul fatto che i suoi scienziati siano bersaglio di attentati da parte dei servizi segreti statunitensi, britannici e israeliani. Solo nel 2010 sono stati uccisi i fisici Masud Ali Mohamadi e Majid Shariari che lavoravano entrambi allo sviluppo di reattori nucleari ed entrambi vittime di esplosioni nelle proprie automobili, mentre il capo dell’Organizzazione dell’Energia Atomica dell’Iran Abbasi-Davanina è scampato per poco allo scoppio di un’autobomba, cosa che denunciò egli stesso durante la conferenza annuale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica nel settembre scorso. Nel luglio del 2011, il fisico Daryush Rezaei, di 35 anni, fu freddato a colpi d’arma da fuoco di fronte a casa sua in un attacco che ferì anche la moglie. Questi sono alcuni dei molti casi di omicidi e sparizioni di scienziati e capi militari iraniani negli ultimi anni.

I crimini avvengono parallelamente alle forti pressioni del governo degli Stati Uniti affinché la comunità internazionale applichi severe sanzioni contro l’Iran con la motivazione che il paese viola il Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari (TNP).

Creato dalle Nazioni Unite nel 1968, l’accordo ha tre obiettivi principali: ridurre l’uso di tecnologia nucleare per la produzione di armi, eliminare gli armamenti nucleari esistenti e regolare l’uso dell’energia nucleare per scopi pacifici. Opportunisticamente le grandi potenze interpretano l’accordo in base ai propri interessi: bloccare lo sviluppo della ricerca dei paesi non in possesso di armi nucleari, anche a scopi pacifici e rendere lettera morta le disposizioni del trattato che stabiliscono il disarmo.

Come previsto dall’ambasciatore del Brasile presso le Nazioni Unite nel 1968, José Augusto Araujo Castro, quando si prodigava per impedire l’adesione del Brasile al TNP, il trattato è solo uno strumento per perpetuare il potere delle grandi potenze.

Documenti divulgati da Wikileaks indicano chiaramente la volontà degli Stati Uniti di non ridurre il numero di testate nucleari in Europa. D’altra parte, mentre tutti i paesi del Medio Oriente fanno parte del TNP, Israele, l’unico detentore di armi nucleari nella regione, si rifiuta di firmare l’accordo e ha respinto le critiche di cui è stato oggetto nella relazione finale dell’ultima riunione quinquennale del TNP nel 2010, provocando la minaccia da parte degli altri governi vicini di abbandonare il trattato nella prossima riunione prevista per il 2012.

Le guerre contro l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia, oltre alle minacce contro la Siria, la Corea e l’Iran, sembrano evidenziare che soltanto la capacità di ritorsione atomica intimidisce l’impero, giacché l’asimmetria delle forze alimenta le avventure degli Stati Uniti e dei loro complici di rapina, tutti in cerca di conflitti armati sia per assicurarsi dominazioni, sia per occultare i loro gravi problemi interni.

La congiuntura strategica in Medio Oriente indica che, per la sua sopravvivenza, l’Iran non ha altre alternative che costruire la sua bomba e, in questo senso, corre contro il tempo visto l’assedio che si sta stringendo contro il paese.

Come analizza il politologo pakistano Tariq Ali, non è irragionevole considerare che l’emergere di un’altra potenza nucleare in Medio Oriente possa propiziare stabilità politica alla regione e al mondo, per quanto contraddittorio possa sembrare.

*Colonnello dell’Aviazione brasiliana in pensione e ricercatore presso l’Osservatorio delle Nazionalità

L’originale di questa traduzione si trova su O Povo di www.pcb.org.br
da http://resistir.info/irao/assimetria_nuclear.html
Traduzione dal portoghese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare