«Vogliamo rovesciare la dittatura senza passare dalla parte dell’imperialismo»
Intervista ad Ossamah al-Tawel (seconda parte)
Campo Antimperialista: Quando e come, dopo la rivolta di Daraa, l’opposizione in esilio iniziò a riorganizzarsi?
Ossamah al-Tawel: Subito dopo le prime manifestazioni a Daraa. Tieni conto che Haytham Manna, presidente del Comitato siriano per i diritti, nonché il presidente del Comitato dei diritti umani scandinavi, è di Daraa. Egli vive da 30 anni in Francia, ed è ancora in esilio. Quand’era in Siria è stato arrestato diverse volte finché non riuscì a fuggire in Francia. E’ un medico in pensione e la sua famiglia ha contribuito nel dare i primi martiri alla rivolta. Lui, con tutte le sue conoscenze e la sua esperienza politica, ha saputo gestire bene la situazione dall’estero. Si è speso molto, chiamando tutti i vecchi amici, i vecchi sostenitori della lotta, i vecchi siriani all’estero, e ha fatto diverse riunioni in vari paesi. Pian piano si è formato una specie di comitato siriano nei paesi europei, il meglio organizzato rispetto agli altri nel resto del mondo.
Campo Antimperialista: Quali personaggi, o quali correnti culturali e politiche si sono raggruppate attorno a Haytham Manna?
Ossamah al-Tawel: All’inizio si sono raggruppate le forze laiche di diverso orientamento ideologico: baathisti dissidenti, nasseriani, socialisti marxisti, vari partiti curdi. Si trattava di costruire un fronte unico, non un partito. Per questo, unanimemente, decidemmo di non seguire alcuna ideologia politica. La base unitaria era il sostegno incondizionato alla rivolta, con qualsiasi mezzo, in qualsiasi modo, a condizione che fosse pacifica. Ben presto, per dare forza all’alleanza contro la dittatura, decidemmo anche di accettare con noi i Fratelli Musulmani. Eravamo e siamo per l’unità nella lotta di tutti i siriani, a prescindere dalla confessione religiosa e dalla nazionalità. Sottolineo che i curdi costituiscono una parte molto importante dell’opposizione. All’inizio eravamo molti di più, dopo la nascita del Consiglio nazionale siriano (Cns) tutto è cambiato.
Campo Antimperialista: Torneremo dopo sulle divisioni createsi nel primo coordinamento. Quando e dove vi incontraste voi oppositori in esilio?
Ossamah al-Tawel: Subito dopo la rivolta di Daraa, il 18 marzo del 2011, facemmo la prima manifestazione. Se non sbaglio il 20 marzo, a Parigi, dove vive Haytham Manna, si svolse la prima riunione.
Campo Antimperialista: Quindi, attorno ad Haytham Manna, si forma il primo coordinamento degli oppositori in esilio, compresi i Fratelli Musulmani. Possiamo affermare che l’oramai noto Consiglio nazionale siriano (Cns) di Bourhan Ghalioun è un figlio legittimo di quel primo coordinamento?
Ossamah al-Tawel: No. Il Consiglio (Cns) nacque dopo, agli inizi dell’ottobre 2011, in conseguenza di una riunione dell’opposizione che si svolse a Doha, nel Qatar, nel mese di Agosto. Tieni a mente che parallelamente, in primavera, l’opposizione siriana dell’interno, compresi una parte di quelli che firmarono la Dichiarazione di Damasco e altre personalità politiche prestigiose (tra cui quelle che avevano subito il carcere o che erano ancora reclusi), si era organizzata in un Coordinamento Nazionale dell’interno per sostenere e incontrare la rivolta popolare, dargli una prospettiva politica, ed evitare che il conflitto degenerasse in scontro armato.
Campo Antimperialista: Quindi abbiamo due processi paralleli, ma non coincidenti. All’estero gli oppositori si raggruppano, mentre all’interno della Siria, dal basso, si formano anche i cosiddetti Comitati di coordinamento locali?
Ossamah al-Tawel: Sì, gli attivisti, i protagonisti delle proteste di strada, si erano nel frattempo organizzati in coordinamenti locali e regionali. I primi furono quelli di Daraa, di Damasco, di Homs. Poi l’autorganizzazione si allarga a macchia d’olio. Ogni città, ogni villaggio, si dotò di un Coordinamento per gestire, organizzare le attività, le manifestazioni di protesta contro il regime. Mentre a livello politico gli oppositori dell’interno più in vista diedero vita, il 25 giugno, al Coordinamento siriano per il cambiamento democratico (Cscd) allo scopo, appunto, di dialogare e rappresentare la rivolta ad alto livello. Il 30 giugno, in Siria, il Cscd adottò e diffuse la sua prima dichiarazione ufficiale. Si decise allora che i leaders dell’opposizione siriana dovessero stare in Siria, mentre quelli che stavano all’estero avrebbero solo dato un appoggio, niente di più. L’opposizione all’estero, nel frattempo si era strutturata, scegliendo come proprio presidente Hassan Abdel Azem e come vicepresidente Buran Galioun. Quest’ultimo iniziò la sua attività da oppositore contro il regime nel Coordinamento Siriano per il Cambiamento Democratico. Dopo un po’ il Coordinamento stabilisce dei principi. Prima condizione: la lotta doveva essere pacifica, non armata. Seconda condizione: nessun intervento estero, di nessun tipo, per rovesciare la dittatura. Si capisce il rifiuto di ogni intervento esterno, non solo per come è andata a finire in Libia. La maggior parte di questi intellettuali si consideravano fieri nazionalisti siriani.
Campo Antimperialista: Mentre il regime li ha subito bollati come “agenti di un complotto ordito da potenze straniere”…
Ossamah al-Tawel: Un’accusa infamante, lanciata allo scopo di isolare l’opposizione dal popolo, per poterla meglio schiacciare.
Campo Antimperialista: Quando, i Fratelli Musulmani, decisero di far parte del Coordinamento democratico?
Ossamah al-Tawel: Inizialmente il Coordinamento non raccoglieva tutta l’opposizione. I Fratelli Musulmani non ne facevano parte in quanto tali. C’era invece una componente islamica molto moderata. I Fratelli Musulmani non sono mai entrati nel Coordinamento. Sono entrati in gioco ufficialmente il 4 agosto 2011. Il 4 agosto si svolse a Doha, in Qatar un incontro a cui presero parte esponenti di tutte le opposizioni. Parteciparono a quell’incontro 25 persone, provenienti sia dalla Siria che dall’esilio. Esse decisero democraticamente di dare vita ad un Consiglio unitario e, visto il precedente libico, stabilirono di non chiamarlo “transitorio”. Respinsero inoltre ogni idea di intervento militare esterno in Siria. In 21 votarono a favore della risoluzione, 4 votarono contro, uno non votò affatto. Tre dei contrari, non a caso, erano dei Fratelli Musulmani — tutti e tre ben noti per essere ricchi sfondati.
Campo Antimperialista: Perché votarono contro?
Ossamah al-Tawel: In quel momento non avevamo chiaro il perché. Immaginammo che volevano avere più peso dentro il nuovo Consiglio. Ma non glielo si poteva dare. Sia alla riunione di Antalya [31 maggio-2 giugno 2011 Ndr], che in quelle successive, i Fratelli Musulmani non ottenevano più del 20% dei consensi, nel migliore dei casi. Quello che c’era sotto all’atteggiamento antiunitario dei Fratelli musulmani ci fu chiaro solo in occasione dell’incontro di Doha del 4 agosto da cui nacque il Consiglio unitario. In quell’occasione, viste le coraggiose decisioni politiche adottate (tra cui il rifiuto di ogni intervento esterno), l’Emiro del Qatar, contrariato, convocò diversi oppositori in riunioni a porte chiuse. Anche il nostro compagno Haytham Manna venne convocato. L’Emiro cercò chiaramente di corromperlo. Manna rifiutò l’offerta. Noi sospettiamo che non altrettanto fecero Bourhan Ghalioun e altri i quali, pensiamo, firmarono sottobanco un accordo con l’Emiro per ribaltare le decisioni assunte a Doha.
Campo Antimperialista: Quali furono, secondo te, i termini di quest’accordo segreto con l’Emiro del Qatar?
Ossamah al-Tawel: Nessuno ha saputo di preciso cosa si siano detti l’Emiro e Bourhan Ghalioun e i suoi. Sta di fatto che dopo quella riunione Bourhan Ghalioun , che prima era d’accordo a formare il Consiglio, se ne venne improvvisamente fuori che aveva bisogno di tempo per riflettere, soprattutto sul dissenso col partito dei Fratelli musulmani.
Campo Antimperialista: Quindi qual è il sospetto?
Ossamah al-Tawel: Il sospetto è che i qatarioti abbiano comprato Bourhan Ghalioun allo scopo di dare più peso ai Fratelli musulmani, di emarginare la nostra componente, e di far accettare al Consiglio l’idea dell’ammissibilità di un intervento esterno.
Campo Antimperialista: Tuttavia Bourhan Ghalioun è un personaggio con alle spalle una storia pulita, di sinistra. Godeva di grande prestigio…
Ossamah al-Tawel: Certo. Viveva anche lui in esilio in Francia. E’ docente alla Sorbona di Parigi, ha studiato filosofia e aveva una storia veramente pulita. Potevamo immaginare che i Fratelli Musulmani avessero esercitato una grossa pressione su di lui. Essi, per entrare in gioco, avevano bisogno di uno scudo, di una faccia pulita, di matrice laica soprattutto. Tieni conto che i Fratelli sono un partito molto organizzato all’estero, molto ricco, e hanno tantissima influenza nel Golfo Persico e in Europa. Hanno tantissimi mezzi per muoversi, non sono come noi, noi siamo autofinanziati e molto poveri, non possiamo fare miracoli.
Campo Antimperialista: Possiamo affermare che il disegno dei Fratelli Musulmani sia di fare in Siria ciò che hanno fatto in Libia?
Ossamah al-Tawel: Sì, perché i Fratelli Musulmani sanno benissimo che, diversamente, senza l’aiuto esterno, senza un intervento in stile libico, non potrebbero mai arrivare al potere. Attraverso le urne i Fratelli non vinceranno mai in Siria.
Campo Antimperialista: Stai dicendo che essi non hanno l’egemonia nella rivolta?
Ossamah al-Tawel: No, non ce l’hanno. Per questo Erdogan e la Turchia, che li sostengono, hanno spinto sin dall’inizio verso una soluzione militare. La Turchia minacciava la Siria proponendo di fare delle zone protette, i cosiddetti “corridoi umanitari”. Poi hanno capito che le cose non sono così facili.
Campo Antimperialista: Nel frattempo la resistenza popolare continuava, ma trovava ostacoli sulla sua strada, non solo la repressione…
Ossamah al-Tawel: La rivolta continuava e la repressione si faceva sempre più aspra e feroce. Ogni giorno che passava arrivavano notizie di azioni crudeli. Una cosa incredibile, tutti in Siria erano sconvolti dalla reazione inflessibile del regime. Era dai tempi di Hama, dal 1982, che non accadeva nulla tanto sanguinoso. La nuova generazione era sconvolta, soprattutto le minoranze. Uno degli ostacoli all’estensione della rivolta, è che noi siriani abbiamo sempre presente lo spettro della guerra civile, di una guerra religiosa, tra le diverse confessioni e nazionalità. Tutti avevamo chiaro cosa fosse accaduto al Libano, e poi all’Iraq.
Campo Antimperialista: Stai dicendo che la decisione di insistere con modalità non violente di protesta, malgrado la terribile repressione, era determinata dalle esperienze sia libanese che irachena? Che il regime non aspettava altro per giustificare una repressione su larga scala, finale?
Ossamah al-Tawel: Si, è così.
Campo Antimperialista: Tuttavia, malgrado le vostre speranza, oggi è chiaro che la Siria è sull’orlo di una guerra civile sui larga scala. Non solo i disertori ma diversi gruppi di insorti sono passati alla lotta armata. Quando esattamente c’è stato questo cambiamento nelle modalità della lotta?
Ossamah al-Tawel: Già verso maggio, due mesi dopo l’inizio della rivolta ci furono i primi segnali di questo cambiamento. Sono i giovani che si sono armati. In Siria in ogni casa c’è un’arma, ogni siriano ne è fornito. Come minimo a tutti i baathisti e a chi il regime considera simpatizzante, lo Stato gli da il diritto di possedere delle armi. Per non dire che in tanti esercitano la caccia. Noi siamo stati tutti educati in uno spirito militare, nell’ambito del rischio di un conflitto finale con Israele. Non si poteva non avere armi, anche se non venivano mai utilizzate, in Siria non è come in America.
Campo Antimperialista: Mi parli delle prime azioni armate e dei cambiamenti che provocarono nel movimento di protesta?
Ossamah al-Tawel: Le prime azioni armate si sono verificate a Daraa e ad Homs, che sono ancora adesso due centri in cui lo scontro è furibondo. Ritengo che siano i salafiti e i Fratelli Musulmani, a manovrare questi giovani, perché essi credono che il regime possa essere sconfitto solo con la lotta armata. Ma cosa accadde ad Hama? Essi diedero il pretesto al regime di uccidere 40 mila persone, e adesso stanno dando al regime un altro pretesto per soffocare la rivoluzione. Non vogliono capire che le armi non serviranno mai a nulla. Certo, dobbiamo considerare che salafiti e i Fratelli Musulmani ne hanno viste e subite tante, nei decenni. La repressione del regime è stata ed è così feroce ed insopportabile, che si può capire la molla che spinge una persona, musulmana o cristiana che sia, ad imbracciare un Ak47.
Campo Antimperialista: Puoi dirci del peso reale dei gruppi salafiti e perché non vanno confusi coi Fratelli musulmani?
Ossamah al-Tawel: I Fratelli Musulmani sono un partito politico vero e proprio, con influenza di massa, con radici storiche. Godono di ampi sostegni nel mondo arabo, anzitutto tra i paesi del Golfo. Non respingono affatto tutti gli aspetti della modernità venuta dall’Occidente. I salafiti sono gruppi sparuti, senza alcuna reale influenza in Siria. Teorizzano il ritorno puro e semplice alla società del Profeta. Così possono reclutare qualche testa calda tra gli strati sociali più umili e senza preparazione culturale.
Campo Antimperialista: Sappiamo che sono una piccola minoranza, però sai anche che la propaganda del regime, da molti mesi insiste sul fatto che non c’è una rivolta di massa ma gruppi di terroristi salafiti…
Ossamah al-Tawel: Naturalmente non è così. Questa accusa è stata usata dal regime sin dal secondo giorno della rivolta di Daraa. Bouthaina Shaaban, portavoce del presidente della repubblica, ha iniziato a lanciare l’accusa di “terrorismo”, per giustificare la repressione cieca. Già quando si trattava solo di parenti dei ragazzi arrestati il regime, usando i suoi media, diceva che si trattava di salafiti, che ubbidivano ad una agenda esterna e lavoravano per la spaccatura dell’unità nazionale. La verità in Siria la conoscono tutti, la rivolta è scoppiata per la continua repressione, per la mancanza di libertà, di dignità, per l’assenza dei diritti umani, per l’economia che andava in pezzi.
Campo Antimperialista: Già, la crisi economica…
Ossamah al-Tawel: L’economia era allo sbando, l’industria moribonda, il paese stava crollando. Questo mentre solo i parenti del regime potevano accaparrarsi i contratti commerciali. Ti do un esempio. Dopo la prima settimana di rivolta il governo ha annunciato al popolo che gli stipendi sarebbero aumentati del 50%. Un’ora dopo quel discorso, la gente è scesa in strada gridando «Ya Bouthaina Ya Shaaban, elshaab elsouri mu jouan», non è per la fame che il popolo siriano si ribella, non è per gli stipendi, ma per la dignità e la libertà.
Campo Antimperialista: Dopo i salafiti c’è stata la formazione dell’Esercito Siriano Libero (Esl). Quanto è consistente il fenomeno dei disertori dell’Esercito? C’è un coordinamento tra questo Esl, i salafiti e i Fratellani Musulmani? Davveero c’è dietro anche la Turchia?
Ossamah al-Tawel: Mettiamo in chiaro che all’inizio della sollevazione non c’era nessun complotto esterno, che né i salafiti, né i Fratelli Musulmani giocavano un ruolo decisivo. Oggi, purtroppo, possiamo dire che c’è un complotto internazionale, questo può aiutarci a capire perché il cosiddetto Esl (che conta all’incirca 5mila effettivi), i salafiti e i Fratelli Musulmani hanno assunto un ruolo importante. Non è vero che ci sono grosse spaccature nell’esercito siriano, ancora si tratta solo di diserzioni individuali. L’Esercito siriano libero consiste di diversi gruppi non collegati fra di loro, non sono ben organizzati, non ricevono ordini da un centro di comando. Solo tre o quattro gruppi, che si trovano al nord della Siria, ricevono ordini diretti dalla Turchia, dai servizi segreti dell’esercito di Ankara.
Campo Antimperialista: Che giudizio dai della politica che stanno seguendo gli Usa, Israele e i paesi del golfo? Vogliono veramente rovesciare Assad? Se sì, non corrono il rischio di aprire in Siria il Vaso di Pandora di una guerra civile che neanche loro potranno controllare?
Ossamah al-Tawel: Secondo me, nessuno in questo mondo desidera davvero rovesciare il regime di Assad. Nessuno. La Siria, in questi 40 anni, ha giocato un ruolo chiave nel Medio oriente. E’ un paese molto importante in questa regione. La Siria, ha sempre avuto un ruolo importante in Iraq, in Libano, contro Israele e anche al sud della Turchia, a livello strategico è un paese che gioca un ruolo di equilibrio decisivo. Per Israele, l’America e per l’Occidente è meglio rovinare la Siria attraverso una guerra civile e creare un mercato di sbocco per i loro armamenti per 20-30 anni. Per gli emiri del Golfo Persico vale la stessa cosa. Vogliono una Siria debole perché c’è l’Iran dall’altra parte, e quando c’è la Siria debole, vuol dire che l’Iran è debole. Il Golfo Persico teme tantissimo lo stato islamico dell’Iran soprattutto dopo questa corsa agli armamenti, l’Iran è abbastanza forte ora.
Campo Antimperialista: Quindi tu dici che se c’è un complotto non è quello di appoggiare la rivolta, le rivendicazioni popolari, ma di provocare una guerra civile che dissangui il popolo siriano e indebolisca la Siria…
Ossamah al-Tawel: Si è così. Per questo dico sempre che la rivolta siriana c’ha contro tutto il mondo. I tiranni del Golfo Persico hanno un motivo in più. Ma davvero si pensa che l’Arabia Saudita, che fino ad ieri appoggiava Mubarak; che ha invaso con l’esercito Bahrein e schiacciato la sommossa popolare; che l’emiro del Qatar, che non ha permesso neanche le elezioni comunali: come si può credere che questi due dittatori vogliano veramente la libertà e la democrazia in Siria? Non si confonda la propaganda dei loro canali televisivi con le loro effettive intenzioni. Loro temono la vittoria della rivoluzione democratica in Siria, perché il successo rivoluzionario in Siria li travolgerebbe. Neanche l’Occidente vuole cambiare la “repubblica monarchica” di Bashar il quale, in fin dei conti, è stato un fattore di stabilizzazione degli equilibri regionali.
Campo Antimperialista: Pensi che sia alle porte un intervento militare esterno come in Libia?
Ossamah al-Tawel: No, non lo credo, anche se ci fosse una risoluzione dell’ONU. E comunque Russia e Cina hanno posto il veto. La Siria è molto importante per la Cina e per la Russia, come lo è Israele per l’occidente. La Siria ha anche un esercito molto potente, con un arsenale di missili a lunga gittata, missili che possono raggiungere anche Parigi. Non è cosa facile attaccare la Siria, rischierebbero una guerra regionale su larga scala, che coinvolgerebbe il Golfo Persico, l’Iran e anche la Turchia.
Campo Antimperialista: Fino a poco tempo fa il Cns di Bourhan Ghalioun respingeva ogni intervento armato esterno. Poi, a novembre, il Cns ha cambiato posizione…
Ossamah al-Tawel: In verità, poco dopo la nascita del Consiglio nazionale siriano, Buran Galioun affermò che un qualche tipo intervento esterno, se serviva a far cadere il regime, era auspicabile. La componente dei Fratelli Musulmani del Cns, attraverso diverse interviste televisive dei suoi dirigenti, ha invocato invece apertamente un intervento militare esterno.
Campo Antimperialista: Ma allora è vera l’accusa che il regime di Damasco muove ai Fratelli Musulmani e al Cns che sono strumenti di un complotto straniero?
Ossamah al-Tawel: Questa critica gliela facciamo anche noi. Io stesso penso che loro facciano parte di un complotto contro la Siria, loro hanno già diviso la rivoluzione, hanno diviso gli attivisti all’interno del paese. E si prendono un sacco di soldi. Al Jazeera mentre censura noi del Coordinamento nazionale per il cambiamento democratico, da spazio solo al Cns. I sostenitori di quest’ultimo organizzano delle sceneggiate per al Jazeera con striscioni in cui c’è scritto che il nostro Coordinamento è un gruppo di traditori. Noi saremmo i traditori!!
Campo Antimperialista: Il vostro Coordinamento Siriano per il Cambiamento Democratico si oppone in linea di principio, sia ad ogni intervento straniero che alla lotta armata?
Ossamah al-Tawel: Sì, certo. Questi sono dei principi per noi. Noi fin dall’inizio della nostra costituzione abbiamo detto che ci sono tre No, che non possiamo violare in nessun caso, e cioè: no all’intervento militare, no alla violenza e alla lotta armata, no alle guerre religiose e al settarismo.
Campo Antimperialista: Che strategia avanzate allora per ottenere una rivoluzione democratica in Siria?
Ossamah al-Tawel: Dall’inizio noi abbiamo cercato di formare diversi comitati all’interno della Siria, a stretto contatto col popolo in rivolta, per orientarla verso una lotta pacifica. Solo che il regime ha subito sequestrato i nostri militanti, quelli che avevano qualche esperienza politica, che avevano un livello teorico e culturale medio-alto. Li hanno messi in carcere o li hanno uccisi, il fratello di Haytham Manna è stato assassinato durante una manifestazione. Adesso le piazze sono nelle mani di ragazzini senza esperienza politica, senza alcun dirigente d’esperienza, con nessuno che dica loro la linea strategica da seguire, attraverso quali modalità. Fatichiamo tantissimo per formare ed educare nuovi militanti, non è facile inviare persone che stanno all’estero a sostenere la rivolta. Tuttavia ci siamo e usiamo i più diversi mezzi di lotta pacifica: scioperi, idee comunicative creative, musica, cultura, disegno. Più di così non possiamo fare.
Campo Antimperialista: Quale posizione assume il Coordinamento Siriano per il Cambiamento Democratico sulla Resistenza palestinese, sulla resistenza nazionale libanese?. Si può dire che avete una posizione antimperialista e antisionista?
Ossamah al-Tawel: Certo, l’appoggio alle Resistenze è una delle nostre priorità. Dopo la rivoluzione e la caduta del regime vorremmo una Siria molto più forte di quella attuale e legami ancora più stretti con la Resistenza Palestinese e quella Libanese, poiché esse sono parte della lotta contro l’imperialismo e il sionismo. Né ora né mai abbandoneremo questa linea. Questo fa parte della nostra esistenza, della nostra dignità.
Campo Antimperialista: Cosa rispondi a quei militanti di sinistra occidentali che dicono che voi siete troppo deboli per poter giocare un ruolo decisivo? Che bisogna stare dalla parte di Assad se no sarà la fine delle Resistenze palestinese e libanese?
Ossamah al-Tawel: Non siamo pochi. E’ evidente che se si prendono informazioni da Al Jazeera e Al Arabya non saprete niente del nostro Coordinamento. Purtroppo non abbiamo mezzi di informazione abbastanza potenti come i nostri avversari. Il 60% del popolo siriano appartiene ancora alla maggioranza silenziosa, li si deve conquistare. Ma dentro il movimento di lotta siamo noi la maggioranza, non il Cns, che non vanta neanche un leader all’interno della Siria, mentre noi ce ne abbiamo tanti e riceviamo gli ordini dall’interno, non dalle ambasciate o dai politici arabi o occidentali. Noi non corriamo quando l’emiro o il re dell’Arabia chiamano. A certa gente di sinistra che appoggia il regime mafioso e nepotistico diciamo che Assad in questi ultimi 10 ultimi anni, e suo padre nei 30 precedenti, hanno strumentalizzato la causa palestinese e la resistenza libanese per mantenere il potere e soffocare la popolazione siriana. Il regime è marcio dentro. Già nel passaggio di poteri da Assad a suo figlio c’era il segno dell’inizio del crollo del regime. Un partito che si dice socialista non può far passare un simile passaggio dinastico, senza consultare la base popolare. Il Baath è un partito ereditario. Come si può pensare di combattere l’imperialismo con simili sistemi? L’imperialismo si combatte ma attraverso l’organizzazione, la lotta, con un partito vivo. I siriani hanno sopportato il regime in nome della causa araba e palestinese. Adesso il popolo siriano ha cambiato idea, nel senso che non è più disposto ad essere schiavo in nome della liberta degli altri. Il nostro principio è che il nemico si trova in casa, prima dobbiamo eliminare questo nemico, poi rivolgerci contro il nemico esterno.
Campo Antimperialista: L’Unione Europea sta per adottare delle sanzioni, del tipo di quelle varate contro l’Iran. Qual è la posizione del vostro Coordinamento sulle sanzioni?
Ossamah al-Tawel: Noi siamo stati contrari a tutte le sanzioni che non toccano il regime ed i suoi sostenitori e gli uomini d’affari. Abbiamo presentato anche degli studi fatti da noi per provare che le sanzioni non faranno altro che far soffrire il popolo siriano, anzi, rafforzeranno ancora di più il regime mafioso attraverso l’implementazione del commercio di contrabbando, che i suoi uomini sanno fare benissimo in quanto detengono tutte le leve potere. Per tutto questo noi siamo contrari a queste sanzioni che hanno indebolito il popolo in maniera molto feroce, quindi hanno indebolito anche la rivolta.
Campo Antimperialista: Il 3 febbraio, Russia e Cina, in seno al Consiglio di sicurezza, hanno opposto il veto alla risoluzione che chiedeva la condanna del regime siriano. Un intervento armato estero, almeno sotto l’egida delle Nazioni Unite, sembra impossibile. Bourhan Ghalioun ha detto che la posizione di Mosca e Pechino aiuta Bashar a schiacciare la rivolta…
Ossamah al-Tawel: Noi invece diciamo: grazie a Russia e alla Cina. In ballo c’è il nostro futuro, il nostro paese, la nostra indipendenza. Chi vuole un intervento armato esterno in Siria non ha delle buone intenzioni né per il paese ne per il popolo siriano. Certo, il regime beneficia di quel veto, si sente più forte e protetto, mentre il sentimento dei siriani che lottano è una certa delusione. Logico che una persona come Bourhan Ghalioun ed il suo Cns strumentalizzino questa decisione. Non dimentichiamo che il Cns e Bourhan Ghalioun hanno contato molto sulle pressioni internazionali e adesso sostengono le sanzioni. Sai qual è il problema col Cns? E’ che hanno puntato tutto su una soluzione rapida, sulla caduta imminente di Bashar. Non hanno tenuto conto che purtroppo, a causa della complessità della società siriana e la delicatezza della sua posizione geopolitica, la nostra lotta è giocata sui tempi lunghi. Il Cns si agita come se fosse in una campagna elettorale, dove le bugie e le false promesse e le false notizie sono la norma, senza considerare che alla gente che si sacrifica nella lotta occorre dire la verità per quanto amara essa sia, che non bisogna illuderla con false promesse e fallimentari scorciatoie.
Campo Antimperialista: Se il vostro Coordinamento per il Cambiamento Democratico avesse domani il governo del paese, cessereste il sostegno alla Resistenza palestinese, ad Hezbollah? Porreste fine all’alleanza con l’Iran?
Ossamah al-Tawel: Naturalmente no. Beninteso, il Coordinamento è composto di tantissimi partiti e non posso sapere se tutti questi resteranno fino alla fine o ce ne saranno di nuovi. Però la maggior parte di questo Coordinamento la pensa come me. La Siria è fondamentale per l’equilibrio internazionale, ci sono alcune linee strategiche da rispettare per continuare la lotta contro il sionismo e l’imperialismo. Iran, Resistenza palestinese e libanese sono importanti, altrettanto Russia e Cina, perciò io non immagino un futuro della Siria senza questo retroterra strategico.
(fine)