Dichiarazione della sezione italiana del Campo Antimperialista

Com’è noto noi appoggiamo la rivolta popolare e democratica in corso in Siria da oramai un anno, ed abbiamo condannato la feroce politica repressiva del regime di Bashar al-Assad. Per questo abbiamo sostenuto, non solo in Italia, le manifestazioni degli oppositori in esilio. Non aderiremo invece a quella prevista a Roma il 19 febbraio, questa volta indetta formalmente dal Consiglio nazionale siriano (Cns).  

Il Cns è l’organismo politico che, contrariamente a quanto esso afferma, rappresenta sì buona parte degli esiliati siriani, ma non è affatto maggioritario all’interno. Quel che più conta è che il Cns, negli ultimi mesi, ha fatto il salto della quaglia. Dalla giusta posizione di netto rifiuto ad ogni interferenza o intervento militare esterni, il Cns, pur in maniera obliqua chiede oggi alla “comunità internazionale” un’azione risolutiva per rovesciare il governo di Damasco.

Diversi suoi esponenti in esilio, soprattutto quelli che rappresentano la Fratellanza musulmana siriana, hanno apertamente perorato la “soluzione libica”. Non a caso la Lega Araba, sotto la pressione di Arabia Saudita e degli emirati del Golfo, tutti fidati alleati degli americani, hanno riconosciuto il Cns come legittimo rappresentante del popolo siriano.

Non ci stupiamo che gli imperialisti, attraverso la longa manus dei regimi arabi reazionari, tentino di mettere il cappello e di deviare la legittima rivolta popolare in Siria. Fa parte del loro mestiere sfruttare ogni circostanza per far avanzare i loro piani di dominio, non solo in Medio oriente. Quello nostro è quello di denunciare e contrastare questi tentativi, non facendo tuttavia di tutt’erba un fascio, ma dividendo invece il grano dal loglio.

Le giravolte del Cns, il sodalizio tra certe forze politiche d’opposizione siriana e gli imperialisti, non giustificano l’abbandono delle masse in rivolta, o addirittura l’appoggio alla crudele repressione del regime di Bashar.

Le rivendicazioni popolari di giustizia sociale e democrazia restano legittime quali che siano le trame poste in essere da chi spera, rovesciando il regime siriano, di fare della Siria un protettorato, di spezzare l’asse antimperialista che va da Beirut a Tehran, sferrando così un colpo risolutivo alla Resistenza palestinese.

Sostenere la rivolta in Siria per un nuovo governo, popolare e democratico!
Fermare la repressione ed evitare la guerra civile!
Appoggiare l’opposizione di base per una Siria indipendente e socialista!
Impedire con ogni mezzo l’aggressione militare e ogni interferenza imperialista!