Licenziamo Monti e Napolitano!

La manifestazione di ieri in Piazza Affari

La prima manifestazione nazionale contro il governo Monti ha avuto successo. Alcune decine di migliaia di persone hanno sfilato per le vie del centro di Milano scandendo slogan contro il governo, l’Unione europea ed il presidente della repubblica.

Il comitato “No debito”, promotore della manifestazione, ha dimostrato di saper raccogliere la voglia di opposizione che sta crescendo nel Paese. Certo, non si è trattato di una manifestazione “facile”, ma proprio per questo la soddisfazione è più che legittima.

Da segnalare la presenza del sindacalismo di base (in particolare la USB), quella dei NO TAV e di molte altre situazioni di lotta. Alla fine Piazza Affari è stata realmente occupata per un paio d’ore, dove si sono susseguiti numerosi interventi.

Nell’attraversamento della città molti dei partecipanti sottolineavano come, più di altre volte, si respirasse un clima favorevole tra le persone che incrociavano il corteo. La sensazione è stata quella di una forte sintonia con gli umori di tanta parte della popolazione, ancora passiva ma non più succube del pensiero unico dominante.

In Piazza Affari ha aperto gli interventi Giorgio Cremaschi, che ha attaccato il governo Monti, segnalando come il suo programma sia “europeo”, dato che è lo stesso dei governi greco, tedesco, francese e spagnolo. Cremaschi ha concluso con la richiesta dello sciopero generale. Subito dopo è stata la volta di Perino, in rappresentanza dei NO TAV  che ha definito quello attuale come «il peggior governo della storia repubblicana, perché è un governo golpista».

Successivamente si sono alternati gli interventi delle organizzazioni sindacali presenti, quelli delle realtà di lotta e quelli delle organizzazioni politiche. Tra i rappresentanti di queste ultime sono intervenuti Paolo Ferrero, Marco Ferrando, Franco Turigliatto, Sergio Cararo e Giulietto Chiesa. Leonardo Mazzei, a nome del Movimento Popolare di Liberazione, si è soffermato su due punti: la necessità di uscire dall’euro e dall’Unione Europea, la richiesta di dimissioni di Napolitano.

Due punti largamente condivisi dalla piazza. Ed è da segnalare come gli odierni resoconti della stampa, benché come sempre striminziti e faziosi, non abbiano però potuto nascondere né la riuscita della manifestazione, né il senso comune diffuso e sintetizzabile nella parola d’ordine «Licenziamo Monti e Napolitano», gli uomini delle oligarchie finanziarie che hanno consegnato il futuro del Paese agli strozzini di Francoforte, stravolgendo la democrazia parlamentare ed instaurando un regime bonapartista e presidenzialista.

Dalla manifestazione di Milano il “Comitato No debito” esce più forte, ma anche con più responsabilità. Prima tra tutte quella di preparare i prossimi passi per la costruzione di un fronte ampio che sappia comporre, unire ed indirizzare le lotte. Non è questo il momento della mera testimonianza, è piuttosto quello dell’azione per il rovesciamento dello stato di cose presente.

 

da Sollevazione