Nepal: definitiva spaccatura del partito maoista

Molto abbiamo scritto su questo sito sulle vicende nepalesi e, in particolare sull’epopea del partito maoista. La scissione tra l’ala sinistra di Kiran (foto) e il blocco Prachanda-Bhattarai era nell’aria da tempo. Ne avemmo conferma nel novembre 2010, quando un nostra delegazione si recò in Nepal ed ebbe modo di incontrarsi con alcuni dirigenti maoisti.

Questa dei maoisti nepalesi è un’altra conferma di una maledizione che affligge i rivoluzionari ad ogni latitudine e in ogni epoca: ogni volta che fanno dei compromessi con l’avversario, finiscono per restarne prigionieri. Dietro le quinte di questa scissione si staglia infine lo spettro del sub-imperialismo indiano, che considera il Nepal un orto di casa e, di converso, è emerso come la Cina tutto voglia, almeno in questa fase, che accentuare la discordia con Nuova Delhi.

KATHMANDU, 19 giugno: Il Partito Comunista Unificato del Nepal (maoista) non è più unificato, dato che Lunedi 18 giugno, la frazione dissidente guidata dal Vice-presidente Mohan Baidya (nome di battaglia: Kiran) ha formato un nuovo partito chiamato Partito Comunista del Nepal, maoista.
L’annuncio della scissione dal PCN (maoista) e la formazione del nuovo partito è venuta fuori dopo tre giorni di raduno nazionale dei seguaci di Baidya a Kathmandu.

L’incontro ha eletto Baidya come presidente del nuovo partito, Ram Bahadur Thapa come segretario generale, CP Gajurel segretario aggiunto e Netra Bikram Chand e Dev Gurung membri del Politburo. Thapa e Gajurel avevano i medesimi incarichi nel partito da cui sono usciti. L’incontro ha anche costituito un Comitato permanente composto da questi cinque capi.
Oltre a questi cinque, gli altri membri del Politburo sono Kul Prasad KC, Hari Bhakta Kandel, Khadga Bahadur Bishwakarma, Narayan Sharma, Pampha Bhusal, Indra Mohan Sigdel, Dharmendra Bastola e Hitman Shakya.

L’incontro nazionale ha anche eletto un comitato centrale di 44 membri. Tutti e 44 erano anche membri del Comitato Centrale del partito madre PCUN(m).
“La separazione dai riformisti e dai revisionisti è alla base della formazione del nuovo partito”, ha affermato Baidya mentre annunciava la formazione del nuovo partito durante il conclave.

Una cerimonia si terrà  Martedì presso l’Accademia Nepal Hall di Kathmandu per annunciare ufficialmente la scissione dal partito madre, sempre guidato dal Presidente Pushpa Kamal Dahal (nome di battaglia: Prachanda).

All’incontro nazionale hanno partecipato circa 3.000 dirigenti e quadri che hanno deciso di adottare la linea politica della “Repubblica popolare federale”, con la rivolta come linea tattica.
Il conclave nazionale ha sostenuto la necessità di promuovere un incontro-tavola rotonda allo scopo di formare un governo multipartitico e elaborare una nuova costituzione.

L’incontro nazionale ha inoltre deciso di svolgere il primo congresso generale a febbraio. Il Comitato centrale, il Comitato permanente e portavoce saranno tutti eletti in questa occasione. Il partito ha deciso di optare per un sistema di leadership collettiva e fisserà la durata del mandato per ciascun posto.

L’incontro ha quindi liquidato il PCUN(m) guidato da Prachanda come un gruppo neo-revisionista di destra.
Un leader del PCUN (m) ha definito la scissione sciagurata. “È un peccato che il partito si sia diviso”, ha affermato il Segretario del PCUN(m) Posta Bahadur Bogati . “Sono andati contro le aspirazioni del popolo per l’unità del partito”.

Cause della scissione

La scissione nel partito maoista non è frutto di un solo evento o di un incidente. Né la scissione  è maturata in una notte. Essa è il risultato di una serie di differenze cresciute nel corso degli anni.

I semi della frattura nel partito maoista furono gettati nel momento in cui furono arrestati in India, nel marzo 2004, Mohan Baidya (Kiran) e altri alti dirigenti della sua frazione. I leader della frazione di Baidya considerarono  il loro arresto una cospirazione.

A quel tempo c’era già una spaccatura tra il massimo leader maoista, Pushpa Kamal Dahal (Prachanda) e il noto vice-presidente Baburam Bhattarai [attualmente Primo ministro nepalese. Ndr]. I leader della frazione Baidya accusarono Bhattarai e i leader a lui vicini per gli arresti, ciò che indusse il partito ad espellere alcuni dirigenti tra cui Devendra Paudel, Kalpana Dhamala e Devendra Parajuli.

Poi ci fu la importante riunione del partito tenutasi a Chunbang nel 2005, che adottò la linea politica della “Repubblica democratica”, ciò mentre Baidya (Kiran) e alti dirigenti a lui vicini erano ancora in stato di detenzione in India. La fazione Baidya considerò la linea politica uscita da Chunbanh come una deviazione dalla linea rivoluzionaria del partito a favore di una linea revisionista e parlamentare.

L’incontro di Chungang spianò la strada alla firma dello “Accordo in 12 punti” sulla cui base venne formata nel novembre 2005 in India, l’alleanza dei sette partiti. Ma la frazione Baidya (Kiran) condannò quell’alleanza come una rottura della linea rivoluzionaria e un avvicinamento ai partiti parlamentari.

La frazione Baidya (Kiran) si oppose anche agli storici accordi di pace [Comprehensive Peace Agreement del novembre 2006, con cui i maoisti cessarono la lotta armata. Ndr] considerandoli un tradimento del popolo, della nazione e della “rivoluzione”.

Dopo essere stati rilasciati dalle carceri indiane e una volta che il partito aderì al processo di pace, Baidya (Kiran) non celò la sua insoddisfazione per il corso che il partito stava prendendo. Ciò avvenne apertamente in occasione della riunione di partito a Chitwan nel 2007. In occasione della riunione nazionale del partito a Kharipati, Bhaktapur, nel dicembre 2008, Baidya (Kiran) presentò formalmente un suo documento politico separato. Più tardi, nel Plenum di partito di Palungtar del novembre 2010, egli ri-presentò un suo documento politico separato con la linea della “rivolta popolare”. La scissione fu evitata poiché dal Plenum emerse vincente una mozione unitaria, quindi un blocco, di Kiran con la frazione di Dahal (Prachanda).

Più recentemente le differenze sono riesplose lo scorso agosto, quando il partito ha firmato Quattro punti di accordo con il Partito Madhesi, e da quell’accordo Baburam Bhattarai venne eletto dal parlamento come primo ministro. Più tardi, la frazione ha avuto anche forti riserve per la decisione di consegnare le chiavi dei depositi di armi al governo. La frazione è stata altresì infastidita, ad aprile, dalla decisione di permettere il dispiegamento dell’esercito Nepal negli acquartieramenti degli ex-guerriglieri.

Fonte: Republica, 19 giugno 2012
Traduzione a cura della Redazione