Un articolo del Telegraph sulla battaglia in corso in Germania per bloccare il meccanismo dei salvataggi. La Corte costituzionale Tedesca difende il suo ruolo, mentre la nostra ci ha rinunciato da sempre.
La Corte costituzionale tedesca può richiedere fino a tre mesi per pronunciarsi su un provvedimento volto a bloccare il meccanismo di salvataggio dell’ eurozona, lasciando in sospeso i mercati mentre la crisi del debito dell’Eurozona erode la fiducia.
Chief Justice Andreas Vosskuhle ha detto che al tribunale di Karlsruhe deve essere concesso un periodo di tempo “costituzionalmente ragionevole” per pesare questioni di grande rilevanza pubblica, ignorando gli avvertimenti che ogni ulteriore ritardo da parte del creditore chiave dell’eurozona potrebbe innescare una catena di eventi disastrosi.
Il Ministro delle finanze Wolfgang Schauble ha detto agli otto giudici che ci sarebbero “gravi conseguenze che vanno ben oltre la Germania”, se il caso si dovesse trascinare a lungo, rischiando una crisi di finanziamento per gli Stati UEM in difficoltà e mettendo in dubbio l’intero progetto euro.
L’urgenza è stata messa in rilievo dal premier Italiano Mario Monti, che ha avvertito che il suo paese potrebbe aver bisogno di un “supporto temporaneo” dai fondi di salvataggio della zona euro per abbattere gli spread sulle obbligazioni, e non per pagare i dipendenti pubblici, “come in Grecia”.
L’Italia ha il terzo debito pubblico al mondo a 1.950 miliardi di €, con un grande bisogno di finanziamento nei prossimi due anni. Una richiesta formale di un pacchetto di salvataggio della zona euro potrebbe testare il sistema sul punto di rottura.
Il caso in Germania è fondato su un combinato di denunce da parte di professori, politici e cittadini attivisti, i quali tutti avvertono che le politiche di salvataggio della zona euro sono diventate una grave minaccia alla democrazia Tedesca e alle prerogative del Bundestag.
Essi hanno chiesto un’ingiunzione per impedire alla Germania di partecipare al Fiscal Compact della UE o al Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), il fondo di salvataggio permanente da € 500 miliardi dell’eurozona.
Secondo l’eclettico gruppo è l’ultima occasione perché la Germania non attraversi il Rubicone verso l’unione del debito UE, che svuoterà di contenuto lo Stato-nazione e caricherà i contribuenti con rovinose passività.
Mr Vosskuhle ha detto che la corte si trova di fronte a una scelta odiosa, temendo che, se ci sarà un provvedimento inibitorio, la stampa estera pubblicherà titoli a caratteri cubitali che proclamano “salvataggio euro fermato”.
Il tribunale prima deciderà l’ingiunzione, e poi emetterà una sentenza sulla costituzionalità del meccanismo di soccorso nei primi mesi del 2013.
Il Capo della Bundesbank Jens Weidmann ha minimizzato i pericoli di un ritardo, giudicando gli avvertimenti allarmistici come “altamente speculativi”. Ha detto che il fondo di salvataggio esistente (EFSF) ha abbastanza soldi per far fronte alle esigenze immediate della Spagna e di Cipro.
La corte è comunque sotto pressioni massicce da parte delle Elites Tedesche pro-Euro perché rigetti l’ingiunzione. Il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz ha detto che i giudici non sono all’altezza di giudicare sull’Europa, che si stanno occupando di affari che vanno al di là della loro autorità democratica e che lo stanno facendo con “grande ignoranza”.
Il leader dell’Unione Cristiana Bavarese Horst Seehofer ha difeso la corte, dicendo che la campagna concertata per un passo indietro dei giudici in una decisione importante era “ripugnante”.
La Corte costituzionale ha il compito di garantire che tutte le leggi siano conformi alla Grundgesetz o legge fondamentale. Essa è stata a salvaguardia della democrazia Tedesca fin dai primi anni ’50, scontrandosi ripetutamente con i governi. La corte ha emanato un clamoroso verdetto sul Trattato di Lisbona nel mese di luglio 2009, ricordando a Bruxelles che gli Stati nazionali sono i “padroni dei trattati” e non viceversa.
Essa ha fissato i limiti dell’integrazione Europea e ha avvertito che intere aree della politica – compreso il bilancio – “devono rimanere per sempre Tedesche”. Ha sconvolto le élite Europee dichiarando che la Germania deve essere pronta a “rifiutare la partecipazione ulteriore all’Unione europea” se il percorso della UE comincia a erodere la democrazia Tedesca.
Il tribunale ha autorizzato i salvataggi UEM lo scorso settembre, ma ha altresì stabilito che il potere di bilancio del Bundestag non può essere alienato in modo permanente a qualsiasi organismo sovranazionale, legando le mani del cancelliere Angela Merkel nei colloqui con l’UE.
Mr Vosskuhle ha detto che se la Germania vuole prendere misure rivoluzionarie verso l’unione fiscale, deve dotarsi di una “nuova costituzione”, che richiede un referendum. Sarebbe difficile garantire il consenso popolare dei Tedeschi per tali drastici cambiamenti, dati i crescenti umori anti-bail-out.
I giuristi dicono che la corte abbaia ma non morde. Sta attenta a non allontanarsi molto dal consenso politico. Eppure il signor Vosskuhle ha avvertito con forza che il Grundgesetz non può essere forzato ancora molto.
I professori che sostengono il caso dicono che il potere parlamentare di tassare e spendere è il fondamento della democrazia, il casus belli della guerra civile Inglese e della Rivoluzione Americana. Arriva un momento in cui la linea non può essere oltrepassata.
I contendenti sono il partito di Sinistra o Linke, 12.000 i cittadini del movimento “Più democrazia”, un ex ministro della Giustizia dei Socialdemocratici, un giurista di destra, e una serie di economisti e giuristi.