Se il principale promotore del super-Porcellum si chiama Giorgio Napolitano
A proposito di un editoriale di Gianni Ferrara

Gianni Ferrara è uno dei migliori costituzionalisti italiani. Proprio per questo siamo rimasti colpiti – anche se per la verità non del tutto sorpresi – dall’incipit del suo editoriale di ieri sul Manifesto.

Il tema era quello della legge elettorale, che Ferrara sviluppa peraltro con considerazioni largamente (anche se non interamente) condivisibili. Considerazioni che paiono però ben poca cosa davanti ad un inquadramento della situazione che parrebbe il frutto di un abbaglio d’agosto.

Leggiamo: «Napolitano ha fatto bene a rammentare che spetta al Presidente della Repubblica il potere, non solo formale, di sciogliere le assemblee parlamentari. Ha così stroncato il disegno e la pulsione a provocare le elezioni anticipate per conservare il “porcellum”. Disegno e pulsioni di irresponsabilità inaudita date le condizioni in cui versano le istituzioni centrali del Paese, devastate dal berlusconismo e determinate in gran parte proprio da quel sistema elettorale unico al mondo per manifesta contraddizione anche con la più rozza idea di democrazia rappresentativa».

A Ferrara ci permettiamo di segnalare cinque cose, anche se per la verità basterebbe la quinta a chiudere il discorso.

La prima è che il continuo rimarcare i poteri presidenziali è il miglior viatico per arrivare proprio a quel presidenzialismo che Ferrara certamente non vuole.

La seconda è che, proprio per «le condizioni in cui versano le istituzioni centrali del Paese», Napolitano avrebbe avuto il dovere politico di sciogliere le camere già un anno fa, mentre ha invece preferito promuovere attivamente l’ascesa al potere di un gruppo di tecnocrati al servizio delle oligarchie finanziarie, privo di ogni legittimità democratica.

La terza è che non è vero che i fautori (nascosti e/o manifesti) delle elezioni anticipate coincidano con i fans (questi per lo più nascosti) del Porcellum. In realtà la prospettiva delle elezioni anticipate ad autunno è un tutt’uno con quella della modifica a tambur battente – in senso ovviamente peggiorativo, dettaglio che “sfugge” a Ferrara – dell’attuale legge elettorale.

La quarta è che lo «lo stato delle istituzioni», e più in generale della politica italiana, non può essere messo in conto al solo Buffone di Arcore, e neppure al solo Porcellum, peraltro arrivato nel non lontanissimo 2006.

Queste quattro osservazioni, qui esposte in forma ultra-sintetica considerando la loro auto-evidenza, sono tuttavia surclassate dalla quinta. E cioè dal fatto che il superamento del Porcellum al quale si lavora, altro non è che un super-Porcellum al cubo. E se l’operazione andrà a buon fine, la firma principale della super-porcata sarà quella dell’esimio presidente della repubblica (il minuscolo non è affatto casuale).

La cosa interessante – lo abbiamo già segnalato – è che nel proseguo dell’articolo Ferrara dice invece molte cose giuste, ricordando ad esempio lo snaturamento del carattere della rappresentanza, oggi sostituita dal principio della governance, al fine escludere «i portatori di domande e interessi incompatibili con il sistema economico dominante».

Ma citiamo per intero un passaggio completamente sottoscrivibile:

«Qualche esempio di manipolazione truffaldina del voto va fatto. Quelle del «porcellum» sono note. Ma che dire dell’elevazione a chi sa quale altezza della soglia da raggiungere per garantire l’efficacia del voto espresso da minoranze di elettori, che sono e restano eguali a tutti gli altri, ma defraudati dal diritto ad essere rappresentati? Che dire del «premio», una volta di maggioranza (?) ora di governabilità, che trasforma una minoranza in maggioranza? Che dire poi dell’autentico falso ideologico, in dottrina ed in legislazione, costituito dal collegio uninominale come strumento per la scelta del candidato da votare che, certo, rende libero l’elettore di non scegliere quello proposto dal partito di riferimento ma a condizione di votare per quello … del partito opposto o … di astenersi! Che dire poi della truffa cento volte perpetrata dagli idolatri della governabilità di sostenere la magnificenza del sistema maggioritario, ad uno o a due turni, che nega il diritto ad essere rappresentato a chi non indovina quale candidato nei collegi uninominali otterrà un voto in più di ciascuno degli altri candidati che, insieme, avranno ottenuto più voti del beneficiato?»

Bravo Ferrara! Come non condividere la denuncia di queste manipolazioni: soglia di sbarramento, premio di maggioranza, collegi uninominali, maggioritario. Non si poteva dire meglio.

Peccato, però, che questi quattro ingredienti siano proprio quelli che stanno a cuore alle classi dominanti italiane, ben rappresentate sia dall’inquilino del Quirinale che da quello da lui insediato a Palazzo Chigi col golpe novembrino. Certo, il lavoro sporco è delegato al trio ABC, che lo subdelegano ai maneggioni che gli stanno direttamente sotto, ma la supervisione è senza dubbio quirinalizia. E per capire che non si tratta di una nostra malevola supposizione, è sufficiente una lettura, anche distratta, della stampa quotidiana.

In concreto si sta lavorando su una soglia di sbarramento più alta dell’attuale (e uno!), su un premio di maggioranza più consistente (il Pd chiede addirittura il 15%!) di quello previsto dal Porcellum (e due!), sul ripristino dei collegi uninominali, che se non passeranno sarà solo per l’opposizione del Pdl… (e tre!), su un maggioritario reso più estremo in tutti i sensi, non ultimo con l’introduzione del trucchetto dello sbarramento implicito alla spagnola (e quattro!).

E’ per ottenere questa super-porcata che si batte Napolitano, il battistrada di un presidenzialismo all’italiana che dovrebbe far insorgere il costituzionalista Ferrara. I continui interventi del «comunista» preferito da Kissinger vanno tutti in una direzione: conservare lo status quo, assicurare la prosecuzione se non di Monti del montismo, sbarrare la strada ad ogni voce critica, impedire il rafforzarsi dell’opposizione. Ed infine: «costituzionalizzare» il golpe di nove mesi fa con una legge elettorale ben più truffaldina di quella in vigore, unico modo per garantirsi che l’attuale maggioranza si confermi nella prossima legislatura.

Non è certo che il super-Porcellum possa infine prendere forma. Ma se invece avverrà – come riteniamo assai probabile – il primo responsabile di questo ennesimo e più pesante attacco alla democrazia rappresentativa sarà proprio Giorgio Napolitano, il peggior presidente della storia repubblicana. Almeno fino ad oggi.