Roma, Centro Congressi di Via Cavour 50a
giovedì 13 settembre, ore 15:00

E’ in nome del Dio Euro che i suoi stregoni vogliono immolare la vita dei popoli e delle nazioni europee.
Chiunque, oltre a condannare il criminale sacrificio, osi condannare questa divinità crudele e i suoi culti di morte, è bollato come sacrilego, scomunicato come blasfemo, punito con l’ostracismo.

Questo terrorismo ideologico ha un unico scopo: impedire ai cittadini di prendere coscienza che c’è un’alternativa al marasma in cui siamo precipitati in modo da poterli portare ammanettati e mansueti al supplizio.

L’incantesimo
con cui gli euristi tentano di ingannare i popoli sta però esaurendo i suoi effetti paralizzanti. I greci, le prime vittime sacrificali, da due anni resistono come possono per evitare di finire nell’abisso.

Per impedire che gli altri popoli si sollevino contro questo stato di cose gli oligarchi europei hanno scippato loro sovranità e democrazia, trasformando intere nazioni in semicolonie del potere centrale europeo ad egemonia tedesca.

Si sta affermando sotto i nostri occhi una nuova e inedita dittatura, quella del capitalismo parassitario della finanza e delle banche.
Al massacro sociale occorre resistere con ogni mezzo, ad ogni costo, trasformando la fase della resistenza divisa in tanti e deboli rivoli in un contrattacco generalizzato.

I vecchi partiti e i vecchi sindacati
, dimostratisi del tutto incapaci di difendere le vecchie trincee, non saranno in grado di aiutarci a spazzare via la dittatura. Essi sono anzi degli ostacoli di cui dobbiamo sbarazzarci una volta per tutte se vogliamo liberare importanti energie potenziali accumulatesi nel paese.

Nuove forze antisistemiche
stanno sorgendo e si faranno largo ma saranno obbligate a fare fronte comune per ingaggiare la battaglia decisiva che deciderà le sorti del nostro paese. Dobbiamo cioè costruire un ampio fronte popolare affinché esso possa strappare il governo dalle mani della criminalità finanziaria organizzata.

L’alternativa c’è
: occorre ripudiare il debito verso la finanza speculativa internazionale, uscire dall’euro per riconquistare la sovranità monetaria, abbandonare questa Unione europea per riprenderci la sovranità nazionale e quella democratica e popolare, nazionalizzare le banche e i grandi gruppi assicurativi e industriali strategici, e su queste basi dar vita a un governo di emergenza popolare per applicare un piano economico che metta al centro il lavoro e la natura, le due sole vere sorgenti della ricchezza e del benessere sociale.

da Sollevazione