Venerdì scorso informavamo dell’importante Conferenza, svoltasi a Damasco il 23 settembre, e promossa dall’opposizione siriana di sinistra di Haytham Manna. Tre giorni prima i servizi segreti siriani avevano arrestato Abdelaziz al-Khayer, dirigente assieme a Manna del Comitato di coordinamento nazionale per il cambiamento democratico (CCN-CD). In quest’articolo di le Monde i retroscena.

Un eccesso di tensione passeggero o un vero affronto destinato a lasciare delle tracce? Difficile, per il momento, sapere in che modo l’arresto dell’oppositore siriano Abdelaziz Al-Khayer, influirà sulle relazioni tra Damasco e Mosca. Il semplice fatto che i servizi di sicurezza siriani hanno osato prelevare, il 20 settembre, questo responsabile di un piccolo partito di sinistra, molto apprezzato dalle cancellerie russe e cinesi, dimostra che le relazioni tra il regime di Assad e i suoi due alleati non sono così stabili come si potrebbe immaginare.

L’arresto di Abdelaziz è un atto di aggressione contro Mosca”, dice Haytham Al-Manna [come i nostri lettori ricorderanno ospite al recente Campo Antimperialista di Assisi, Ndr], alto dirigente del Comitato di coordinamento nazionale per il cambiamento democratico (CCN-CD), una piattaforma di opposizione radicale di  sinistra, che si differenzia dal Consiglio nazionale siriano (CNS) per il suo rifiuto della militarizzazione della rivolta anti-Assad.
E’ uno schiaffo per la Russia e questa l’ha fatto sapere”, aggiunge Manna.

Il signor Khayer, 61 anni, era all’aeroporto di Damasco, appena tornato da un viaggio a Pechino, dove aveva incontrato il Ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi, quando lui e altri due funzionari del CCN-CD, Iyas Ayash e Maher Tahhan, sono stati prelevati dai servizi segreti dell’Aeronautica Militare, l’agenzia di sicurezza più brutale dell’apparato repressivo siriano. Dirigente storico del Partito d’azione comunista, una formazione tollerata dalle autorità dopo essere stata perseguitata per lungo tempo, il signor Khayer è anche un quadro del CCN-CD.

A Pechino, dove Haytham Al-Manna l’aveva raggiunto, i due uomini avevano ottenuto che la Cina sostenesse la loro iniziativa volta ad organizzare una grande conferenza dell’opposizione, il 23 settembre, a Damasco. Un progetto questo, parte di un più ampio approccio, di stimolo per la mobilitazione pacifica, al fine di bloccare lo slittamento della Siria verso la guerra civile e il caos. Due settimane prima, a Parigi, i due avevano incontrato Mikhail Bogdanov, il vice ministro russo degli Affari Esteri, che aveva offerto a questa riunione l’appoggio di Mosca.

La Conferenza di Damasco del 23 settembre

Per molti oppositori al regime di Assad, la linea del CCN-CD di Haytham al-Manna è, nel migliore dei casi, ingenua, nel peggiore un tradimento. Ai loro occhi, una tale adunanza fornisce al regime siriano un’occasione d’oro per ripristinare la propria immagine, permettendogli di spiegare che esso non sopprime che i “cattivi” avversari e che è disposto a parlare con i “buoni”.

Non è così semplice“, replica Haytham Al-Manna. “Per settimane, il regime ci ha impedito di affittare qualsiasi stanza in un qualsiasi hotel a Damasco. La situazione si è sbloccata quando i russi si sono decisi a fare essi stessi la prenotazione”. 

Peter Harling, analista presso il Gruppo di crisi internazionale ed eccellente conoscitore della Siria, conferma questa versione dei fatti.

E’ stato molto difficile organizzare la conferenza di Damasco. L’ala dura del regime non vi si sarebbe mai risolta senza la pressione dalla Russia. Sembra che Mosca, così come gli iraniani, stiano tentando di creare uno spazio favorevole al ritorno della politica. Essi hanno compreso, durante l’estate, che il regime si trova in una situazione di stallo, non viene sconfitto, ma non riesce neanche a vincere. Brancolano quindi, cercano una soluzione politica che tuteli i loro interessi”.

Crepe all’interno del regime

Furiosi per essersi fatti forzare la mano dai propri protettori cinesi e russi, il regime, o almeno alcuni suoi elementi oltranzisti, si è vendicato ordinando l’arresto di Abdelaziz Al-Khayer, tre giorni prima della conferenza. Nella speranza che l’arresto e l’avvertimento avrebbe portato all’annullamento della Conferenza del 23 settembre. “Il regime ha inviato un messaggio forte, sia ai Siriani che ai Russi”, ha dichiarato Samir Eita dirigente, assieme all’anziano leader comunista Michel Kilo, di Piattaforma Democratica, un piccolo movimento di opposizione che fa parte del CCN-CD

Il fatto che Al-Khayer sia stato sequestrato riflette le tensioni all’interno del regime, prosegue Peter Harling. Alcuni settori dell’apparato di sicurezza hanno i loro propri interessi e loro proprie risorse. Sanno che qualunque soluzione politica sarà a loro detrimento, in questo senso essi sono incontrollabili”.

Il messaggio dei duri del regime è probabilmente indirizzato alla comunità alawita, un ramo dello shiismo, cui appartengono sia gli Assad che la famiglia di Khayer. Scontri tra questi due clan si sono avuti anche il 30 settembre a Qardaha, loro roccaforte d’origine. Durante questi scontri è stato ucciso Mohamed Al-Assad, soprannominato “lo sceicco della Montagna”, noto per essere il fondatore delle famigerate Shabiha (milizie settarie pro-regime reclutate anche negli ambienti della delinquenza comune, Ndr). Non è stato possibile precisare, martedì 2 ottobre, se questi scontri siano legati all’arresto di Abdulaziz Al-Khayer o se siano prodotto di una faida locale.

Domenica 23 settembre si è finalmente tenuta la conferenza di Damasco, in assenza del suo principale organizzatore, ma alla presenza dei diplomatici di Russia, Cina e Iran. Il comunicato finale ha chiesto il “rovesciamento di tutte le figure del regime”.

* Fonte: le Monde, 2 ottobre 2012
Traduzione a cura della Redazione