… ma NON torniamo a MANI vuote

Il Movimento Popolare di Liberazione parteciperà alla manifestazione nazionale contro il Governo Monti del 27 ottobre. La nostra adesione è decisa, e faremo il massimo affinché sia un grande successo.

Se la manifestazione sarà di massa, vivace e combattiva, essa darà coraggio ai tanti cittadini, che detestano il governo ma non trovano le vie per esprimere la loro indignazione. Tuttavia non basta indignarsi, occorre fare di più, occorre ingaggiare una lotta decisa per dire a Monti e ai suoi sodali, di centro, destra e sinistra, che è ora di farla finita di spennare il popolo lavoratore ad esclusivo vantaggio di una infima oligarchia di capitalisti e di banchieri italiani ed europei.

Malgrado le tante angherie subite in questi anni, la maggioranza degli italiani, pare inerme, incapace di reagire. La situazione, evidentemente, non è ancora giunta al punto di rottura. Ma questo momento si sta approssimando. Chi comanda lo sa bene e dietro le quinte si sta preparando per far fronte all’esplosione della rivolta sociale.

L’opposizione a Monti deve prepararsi a sua volta, non limitandosi ad incontrare l’indignazione crescente ma aiutandola a diventare rivolta generale, sollevazione di popolo. Questa non esploderà magicamente, essa si farà strada con scoppi qua e la, che il regime tenterà di disinnescare e poi reprimere.

Per questo riteniamo un errore che i promotori della manifestazione, ancora condizionati dagli incidenti avvenuti il 15 ottobre dell’anno passato, non abbiano puntato davvero i piedi col governo affinché la manifestazione potesse giungere sotto i palazzi del potere. Avete visto le recenti manifestazioni ad Atene, Madrid, Lisbona, Francoforte e Parigi: l’Italia è il solo paese europeo in cui alla protesta è impedito di andare dove dovrebbe andare. La protesta sociale è insomma sottoposta ad un preventivo Stato d’emergenza. Come se non bastasse i promotori, come conditio sine qua non per partecipare alla manifestazione, si sono autocensurati scrivendo che occorre andare “a mani nude e a volto scoperto”. Non sono proprio i pretoriani in divisa del regime avvezzi ad andare in giro a volto coperto ed a mano armata? Non sono forse loro che intimoriscono chi protesta, vessandolo, picchiandolo, carcerandolo e se non basta uccidendolo? Così non solo si condannano all’ostracismo settori giovanili ribelli che sono il sale della lotta sociale, si rischia di andare sì “a mani nude” ma di tornare da Roma “a mani vuote”, per di più avviliti dal sicuro silenziamento mediatico.

Sia chiaro, non siamo per il ribellismo fine a se stesso. La volontà di rivolta è il lievito del cambiamento, ma senza linea politica non si fa pane. Qui appaiono evidenti i limiti di chi ha promosso la manifestazione del 27 ottobre [Questo l’Appello di convocazione].

Non bastano, se si vuole davvero costruire un fronte di massa, i sacrosanti no alle politiche di austerità del governo e altrettanto sacrosante ma astratte rivendicazioni. Occorre indicare in pochi punti come questo paese può essere salvato dal baratro in cui viene spinto, affermare che solo un governo popolare può invertire la rotta, e che questo governo non verrà fuori dalle alchimie parlamentari ma da una sollevazione generale dal basso.

Se il popolo lavoratore non alza la testa è anche perché non vede, né chi possa sostituire Monti e la casta dei politicanti che lo sorregge, né una visione alternativa dell’Italia a cui finalizzare le eventuali lotte, né un fronte unito che possa indirizzarle.
Noi abbiamo indicato nove punti, e questi ribadiremo alla manifestazione del 27:

(1) Uscire dall’euro e dall’Unione europea ritornando alla lira; (2) Rimettere la Banca d’Italia sotto controllo pubblico riconsegnandole la facoltà di stampare carta moneta a finanziare lo Stato; (3) Cancellare il debito verso la grande finanza speculativa globale; (4) Svalutare unilateralmente la lira e introdurre dazi su tutti i prodotti di importazione per proteggere la nostra economia; (5) Nazionalizzare il sistema bancario e assicurativo abolendo le banche d’affari, affinché l’erogazione del credito sia sottratta alla speculazione affaristica e predatoria; (6) Lanciare un piano nazionale del lavoro per debellare la disoccupazione e riconvertire in modo ecocompatibile industria e agricoltura; (7) Introdurre un sistema fiscale che premi la creazione di ricchezza e aggredisca i grandi patrimoni parassitari, mobiliari e immobiliari (8) Difendere la Costituzione repubblicana e se necessario indire un’Assemblea Nazionale Costituente al fine di consegnare al popolo una fattuale sovranità politica e democratica; (9) Ricollocare l’Italia accanto ai paesi emergenti e nel solco della civiltà mediterranea.

Ci si vede a Roma, incazzati il giusto, ma con idee chiare.

La segreteria protempore del Mpl
5 ottobre 2012

da SollevAzione