Il nuovo ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon (foto), ha grande esperienza nell’orchestrare omicidi extragiudiziali all’estero e la distruzione della Striscia di Gaza. Il premier Netanyahu ha dichiarato che Ya’alon è in possesso della necessaria esperienza per affrontare “la tempesta intorno a noi”. Il nuovo ministro non ritiene l’Autorità Palestinese un partner per la pace e ritiene il nucleare iraniano e i cambiamenti politici in Medio Oriente come minacce immediate a Israele. Ma non ritiene che l’occupazione israeliana sia un pericolo, spiega Sergio Yahni.

Il premier Netanyahu ha nominato il parlamentare del Likud ed ex capo dell’esercito israeliano, Moshe Ya’alon, nuovo ministro della Difesa. Nel passato governo Ya’alon era ministro degli Affari Strategici. Ya’alon è nato con il nome di Moshe Smolinsky a Kiryat Haim, zona industriale della città di Haifa. Da adolescente, è stato membro del movimento giovanile Hanoar Haoved Vehalomed e nel 1967 è entrato in Ya’alon, gruppo giovanile per il sostegno delle colonie nell’area Araya, a Sud di Israele. Moshe, volendo esprimere la sua identificazione con l’ideologia sionista, ha assunto il soprannome Ya’alon.

Nel 1968, Ya’alon è entrato nell’esercito israeliano nel battaglione di paracadutisti Nahal. Ha servito come comandante di plotone e sergente, terminando la prima parte della sua carriera militare nel 1971. Con lo scoppio della guerra del 1973, Ya’alon è stato richiamato come riservista. Dopo il conflitto è rientrato come membro permanente dell’esercito e si è diplomato con i massimi onori al Corso per Ufficiali. Ha servito come ufficiale in diversi battaglioni di paracadutisti e poi nei commando speciali Sayeret Matcal.

Come capo dei commando speciali, Ya’alon ha gestito nel 1988 l’operazione durante la quale il leader palestinese Abu Jihad è stato assassinato in Tunisia. Più tardi ha preso parte in azioni per il rapimento di leader di Hezbollah in Libano per scambiarli con il pilota israeliano Ron Arad.

Ya’alon è stato nominato capo dell’esercito nel luglio 2002, due mesi dopo l’inizio di “Operazione Scudo Difensivo”, la più vasta operazione militare israeliane contro la Cisgiordania dalla guerra del 1967. Ya’alon ha occupato tale posizione per tre anni.

Da capo dell’esercito, Ya’alon ha ordinato numerose operazioni militari nella Striscia di Gaza. Operazioni con uno scopo diverso da quelle in Cisgiordania, che prevedevano incursioni dell’esercito nel quartiere Zeitoun di Gaza City e a Rafah, Beit Hanoun, il campo profughi di Jabalia e Khan Younis. L’obiettivo dichiarato di tali operazioni era distruggere case e proprietà palestinesi. Centinaia di palestinesi sono stati uccisi durante le azioni israeliane.

Nel maggio 2004, l’esercito israeliano sotto il comando di Ya’alon ha lanciato un’altra grande campagna militare nella Striscia di Gaza che ha provocato una distruzione senza precedenti. L’esercito ha distrutto quartieri interi lungo il confine con l’Egitto e a Rafah. I bulldozer militari israeliani Caterpillar D9 hanno indiscriminatamente raso al suolo strade, sistemi idrici e fognari e distrutto campi coltivati. Secondo Human Rights Watch, tali incursioni hanno provocato la distruzione di 254 case e hanno lasciato circa 3.800 persone senza un tetto.

Su Ya’alon sono per questo piovute accuse di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Dopo la nomina il premier Netanyahu ha detto che Ya’alon possiede la necessaria esperienza per affrontare “la tempesta intorno a noi”. “In un periodo cruciale come questo per la sicurezza dello Stato di Israele, quando tutto è in agitazione intorno a noi, è importante che un uomo di esperienza come Moshe Ya’alon assuma questa posizione – ha detto Netanyahu – A nome di tutti i cittadini israeliani, gli auguro buona fortuna”.

Ma nonostante la sua passata esperienza, Ya’alon non considera la questione palestinese come una priorità per Israele, almeno secondo quando afferma nel suo profilo Facebook. Primo punto della lista è il programma nucleare iraniano. Secondo rapporti non confermati, Ya’alon è stato finora uno di quelli che si è opposto ad un attacco militare contro l’Iran, preferendo proseguire con la diplomazia degli Stati Uniti. In secondo luogo, Ya’alon fa riferimento all’instabilità politica nei Paesi vicini ad Israele. Al centro delle sue preoccupazioni c’è la Siria e la penisola del Sinai.

Infine, ultima questione menzionata da Ya’alon è quella israelo-palestinese, facendo riferimento allo stallo dei negoziati politici con l’Autorità Palestinese. La posizione di Ya’alon è ben nota: ritiene che la leadership di Ramallah non sia un partner valido per la pace.

La crescente agitazione nelle strade palestinesi nelle ultime settimane potrebbe modificare la lista dei desideri di Ya’alon e ancora una volta potrà dimostrare la sua capacità di utilizzare armi moderne contro la popolazione civile e una male equipaggiata guerriglia.

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