Il test fallito dell’Eurogruppo
Più sotto: lo stupore dei greci per il no di Nicosia

Il No del parlamento cipriota alle richieste della troika (Ue-Bce-Fmi) è un altro tassello del fallimento europeo. Con il prelievo forzoso sui conti correnti ciprioti l’Eurogruppo si prefiggeva due scopi.

In primo luogo si voleva chiarire il fatto – tanto caro alla Germania – che la “solidarietà europea” è solo una gigantesca bufala da spacciare ai gonzi, che sfortunatamente per gli euro-oligarchi, sono però sempre meno. In secondo luogo si voleva effettuare un test: verificare la disponibilità dei ciprioti a farsi spennare senza troppe proteste, nel qual caso il felice esperimento poteva essere esportato in altri paesi del sud Europa.

Gli è andata male. La troika ora sbuffa, mentre Nicosia tratta con il Cremlino. Torneremo a breve sull’interessante vicenda di Cipro, le cui banche sono andate in crisi a causa del default greco e del relativo deprezzamento dei titoli di stato ellenici in loro possesso.
Ed a proposito di Grecia, pubblichiamo di seguito un articolo su come i greci stanno vivendo la sorprendente situazione che si è creata.


Greci sbalorditi nel sentire i deputati Ciprioti attaccare la UE e respingere il piano di salvataggio


Keep Talking Greece racconta il rammarico e lo stupore dei Greci: forse c’era “un’altra via” rispetto alla resa senza combattere del loro governo?

(da Voci dall’estero)

A sentire il dibattito nel Parlamento Cipriota per il voto cruciale sul prelievo sui depositi bancari, i Greci sono rimasti sbalorditi e verdi di invidia. L’Eurogruppo ha imposto delle condizioni al piano di salvataggio che sono state rifiutate dai Ciprioti.

La discussione nel Parlamento cipriota era appena iniziata che un amico mi ha chiamato:
“Guardali, guardali! Dicono NO alla Troika, respingeranno la tassa sui conti bancari, e i nostri politici hanno detto Sì ad ogni punto e virgola imposto dalla troika. Vergogna! “

Uguali i commenti dei Greci su Internet.
I Greci sono già al 3° accordo di finanziamento, e non possono che rimanere esterrefatti nel sentire Yiannakis Omirou di Edek dire “la nostra proposta è quella di dire di no ad un accordo e alla rinegoziazione” o Dimitris Syllouris di EUROKO sostenere che “Cipro può vivere anche senza la Troika“.

Sì, sentono i Ciprioti criticare aspramente l’Unione europea per non aver mostrato la tanto decantata solidarietà europea, ma essersi comportati da squali usurai. Peggio ancora, alcuni politici hanno anche criticato il portavoce del governo per aver indotto in errore la popolazione, sostenendo che non sarebbe stata applicata nessuna “tassa sui depositi”.

Cose incredibili sono state dette laggiù nel Parlamento Cipriota.
Cose impensabili per i conservatori di Nea Dimocratia o per i socialisti del PASOK. Ogni dibattito parlamentare sugli accordi di prestito si è sempre risolto in uno scambio di accuse tra i due partiti che hanno governato il paese per quasi quattro decenni, portandolo alla rovina.

Invece di combattere e contrattare, hanno firmato un accordo dopo l’altro e portato al panico puro i cittadini greci a causa del crollo totale dell’economia. Come se, firmando gli accordi di finanziamento, avessimo potuto avere del gasolio o delle medicine per i nostri malati…

Sarebbe necessaria la maggioranza semplice dei 56 membri della Camera dei Rappresentanti per l’approvazione del disegno di legge del governo sull’haircut dei depositi.
I tre partiti AKEL (19 seggi), Edek (5) e i Verdi con un solo seggio hanno deciso domenica che avrebbero votato contro l’haircut. Il Presidente Anastasiades deve fare affidamento sul suo partito Disy (20 seggi) e sul suo alleato del governo di coalizione DIKO (8 seggi). Anche EUROKO (2 seggi) non voterà a favore.
Anche se egli assicura che tutti i membri Disy sosterranno il disegno di legge, il voto favorevole degli otto membri del DIKO è tutt’altro che certo. Almeno tre deputati DIKO hanno dichiarato di non voler sostenere il disegno di legge.

Il partito Disy di Anastasiades si è poi astenuto dalla votazione.

Già un po’ prima del voto, martedì, i greci sono rimasti stupiti di sentire che il ministro delle Finanze Michalis Sarris aveva presentato le sue dimissioni al presidente Anastasiades per non essere riuscito a strappare un accordo migliore “nel corso della riunione dell’Eurogruppo del Sabato”. Anastasiades non ha accettato le dimissioni di Sarris e lo ha mandato a Mosca per cercare un accordo con i russi. Potrebbe essere sostituito al suo ritorno a Nicosia.

E invece no, nessuno si è dimesso in Grecia, nessuno ha ammesso le sue responsabilità per i gravi errori e la resa totale alla Troika. Una resa che ha portato all’ impoverimento di milioni di famiglie greche.

Non c’è da stupirsi che il primo ministro Antonis Samaras abbia cancellato la sua visita in Finlandia del 22-24 marzo.
Forse era preoccupato di dover affrontare dei disordini, nel caso che i Ciprioti avessero respinto la tassa sui depositi e dato un calcio in culo alla Troika, cacciandola via…