Dirigente sindacale  indipendente egiziana mette in guardia
Dichiarazione di Fatma  Ramadan, membro del Comitato Esecutivo della Federazione egiziana dei sindacati indipendenti

La “fiducia” ad Al-Sisi è un  veleno mortale

I  miei compagni, i lavoratori egiziani, stanno lottando per i loro diritti e per  un Egitto migliore. I lavoratori egiziani sognano libertà e giustizia sociale,  sognano il lavoro in un momento in cui ladri che vengono chiamati imprenditori  chiudono le fabbriche per intascare miliardi. I lavoratori egiziani sognano  salari equi mentre sono sottoposti al dominio di governi che pensano solo a fare investimenti a scapito dei lavoratori, dei loro diritti, e persino contro  la loro vita. I lavoratori egiziani sognano una vita migliore per i loro  figli. Sognano cure mediche quando sono malati, ma non le trovano. Sognano  quattro mura in cui potersi rifugiare.

Già prima del 25 gennaio [2011] i  lavoratori egiziani rivendicavano i loro diritti con scioperi e manifestazioni, sono le medesime richieste rimaste senza risposta anche dopo  il rovesciamento di Mubarak. Sia i Fratelli Musulmani che l’esercito hanno  negoziato con la sinistra, la destra e il centro, senza mai prendere in  considerazione le esigenze dei lavoratori e i loro diritti. L’unico loro obiettivo è spegnere le scintille che i lavoratori hanno acceso con la loro lotta e far sì che, in questi tempi oscuri, restino scintille che ardono  isolate l’una dall’altra.

È stato proprio l’esercito a  stroncare con la forza gli scioperi a Suez, al Cairo, a Fayyoum e in tutto l’Egitto! È stato proprio l’esercito ad arrestare tanti lavoratori sottoponendoli a processi militari, solo perché avevano messo in pratica il  loro diritto di organizzarsi, scioperare e protestare pacificamente! I  militari hanno sistematicamente operato per criminalizzare il diritto di  sciopero con una legislazione che vieta a tutti gli egiziani di organizzare  proteste pacifiche, scioperi e sit-in!

Poi sono arrivati Mursi e i Fratelli  Musulmani, che hanno proseguito sulle orme di Mubarak con licenziamenti,  arresti, blocco violento degli scioperi. È stato Mursi a scatenare i cani  della polizia contro i lavoratori della Titan Cement di Alessandria,  coprendosi le spalle con il Ministro degli Interni e i suoi scagnozzi. E quei poliziotti e ufficiali  dell’esercito che oggi vengono osannati sono assassini! Sono gli assassini di  onesti, giovani egiziani. Sono l’arma delle autorità contro tutti noi, e rimarranno sempre tali, a meno che quelle istituzioni non vengano ripulite.

Mentre i capi dei Fratelli Musulmani  progettano quotidianamente contro il popolo egiziano quei crimini, che hanno  causato la morte di persone innocenti, da parte loro esercito e polizia li fronteggiano con altrettanta brutale violenza e con l’assassinio. Tutti noi  sappiamo bene quando intervengono l’esercito e la polizia! Intervengono molto  tempo dopo l’inizio degli scontri, quando stanno per finire, dopo che il  sangue è stato versato. Perché non intervengono per prevenire i crimini dei  Fratelli Musulmani contro il popolo egiziano? Chi ha interesse che questa lotta e questo spargimento di sangue continui? È nell’interesse sia dei capi  dei Fratelli Musulmani sia dei militari. Così come i poveri sono carne da  cannone per le guerre tra stati, i poveri, gli operai e i contadini egiziani  sono carburante per i conflitti interni. A Mokattam e a Giza, sono stati uccisi i figli innocenti  di facchini!

Oggi, ci è stato chiesto di  manifestare per autorizzare l’orgia assassina di Al-Sisi, e vediamo che tutte e tre le federazioni  sindacali sono d’accordo: la Federazione sindacale del governo egiziano (FSE),  il Democratic Labour Congress egiziano (EDLC), e la Federazione Egiziana dei Sindacati Indipendenti (EFITU) (di cui io sono un membro del Comitato  Esecutivo). Ho discusso con i membri del comitato esecutivo del’EFITU allo  scopo di convincerli a non invitare i membri del nostro sindacato e il popolo  egiziano a scendere in piazza il Venerdì, confermando con questo invito che  l’esercito, la polizia, e il popolo sono mano nella mano, com’è detto nell’appello [di Al-Sisi].

Io sono stata messa in minoranza, con  quattro voti contro nove voti, e quindi tutte le tre federazioni sindacali  hanno chiesto ai lavoratori di unirsi alle manifestazioni con il pretesto della lotta al terrorismo.

Siamo quindi sul punto di cadere  dalla padella nella brace. I Fratelli Musulmani hanno commesso crimini e  devono essere ritenuti responsabili e perseguibili per questi crimini, proprio come gli ufficiali e gli uomini del regime di Mubarak, della polizia e dell’esercito devono essere ritenuti responsabili e perseguibili per i loro  crimini. Non cadere nell’inganno di sostituire una dittatura religiosa con una  dittatura militare.

I lavoratori egiziani sono  consapevoli, perché le loro esigenze sono sacrosante! Vogliono un lavoro per  loro e per i loro figli, vogliono un salario dignitoso, leggi che tutelano i  loro diritti contro le leggi che gli affaristi di Mubarak hanno fatto per  proteggere i loro interessi contro i diritti dei lavoratori.

I lavoratori vogliono uno stato che  abbia un vero piano di sviluppo, l’apertura di nuovi stabilimenti che possano  assorbire la crescente forza lavoro. I lavoratori vogliono la libertà, tutte  le libertà, la libertà di organizzarsi, la libertà di sciopero. Vogliono un  paese dove si possa vivere come liberi cittadini senza tortura o assassinii. È necessario capire che cosa si mette di mezzo  tra i lavoratori e le loro  richieste.

Lavoratori, non lasciatevi ingannare  da chi vi vuole far combattere battaglie che non sono le vostre. Non date  ascolto a chi oggi chiede il vostro aiuto e domani vi chiede di smettere di manifestare per le vostre esigenze e i vostri diritti, con il pretesto della  lotta al terrorismo.

Fatma Ramadan
Membro del Comitato Esecutivo della  Federazione Egiziana dei Sindacati Indipendenti
Venerdì, 26 luglio  2013