
Sabato scorso, 24 agosto, a Brema, città della Germania orientale, si svolgeva un incontro pubblico di Alternativa per la Germania (AfD), partito appena nato da una costola dei democristiani della Merkel. AfD è famoso perché è contro la moneta unica e chiede che la Germania ritorni al marco. La foto accanto ritrae un momento dell’incontro di Brema, al quale è intervenuto il leader di AfD: Bernd Lucke. Una cosa tranquilla, quasi una scampagnata estiva, con tanto di famiglie e bambini al seguito.
Ad un certo punto accade l’impensabile. Ne da conto la repubblica:
«Violenza in stile paraterroristico dell’ultrasinistra contro ‘Alternativa per la Germania’ (AfD, Alternative fuer Deutschland), il nuovo partito euroscettico che corre per le elezioni legislative federali del 22 settembre. Un comizio del leader carismatico di AfD, Bernd Lucke, era in corso a Brema, quando un commando di autonomi armati ha assaltato il palco con pugnali, armi improprie, bombolette di gas urticante e pepe urticante. Lo stesso Lucke è stato violentemente spinto a terra, una persona è stata ferita da un colpo di coltello, altre quindici hanno riportato lesioni agli occhi o disturbi respiratori per i gas sparati dagli ultrà. Solo l’intervento della polizia ha messo in fuga gli autonomi».
La cronaca di repubblica contiene palesi esagerazioni. Leggendo infatti i giornali tedeschi sembra che gli autonomen non abbiano usato né coltelli né armi improprie ma soltanto bombolette di gas urticante. Hanno insomma compiuto un’azione dimostrativa, occupando per alcuni minuti il palco, proprio mentre stava parlando il leader di AfD Bernd Lucke.
Azione simbolica quindi, per attirare l’attenzione dei cittadini tedeschi. Un’azione che merita un giudizio politico.
Qual era il simbolo che il gruppo di autonomen voleva colpire?
C’è tutto un filone della sinistra tedesca, compresi pezzi di quella più radicale, che viene etichettato (non a torto) come “sinistra anti-nazionale”. Due i tratti ideologici distintivi di questa sinistra: il primo è che ogni forma di nazionalismo è equiparato al nazismo; il secondo è che il nazionalismo tedesco, in ogni sua forma, rappresenta il nemico principale.
Negli ultimi tempi, anche visto il declino dei cascami politici dell’estrema destra, abbiamo assistito ad uno slittamento. Il bersaglio degli autonomen si è allargato, il “populismo di destra”, per proprietà transitiva, è stato inglobato nella categoria del “nemico principale” — vedi l’adesivo sopra che circola in Germania. In quanto considerato assimilabile al fascismo e al nazional-socialismo, il partito anti-euro di Bernd Lucke è diventato bersaglio delle azioni dimostrative degli autonomen.
E’ quella degli autonomen antifascisti un’analisi corretta? No, è sbagliata. AfD è certo una frazione politica interna al campo politico della classe dominante tedesca (che comprende i democristiani, i liberali, come pure i socialdemocratici). Non certo però una frazione di tipo fascista. Com’è che gli autonomen attaccano AfD ma non i comizi di democristiani, liberali e socialdemocratici? Perché AfD è “populista”? Perché è nazionalista? E perché sarebbe più nazionalista degli altri partiti capitalisti? Perché chiede di smontare l’eurozona?
Certo, Bernd Lucke non fa mistero di essere un nazionalista tedesco. Ma è semplicemente ridicolo ritenere che nazionalismo equivalga a fascismo. Basta farsi un giro per l’Europa, a comiciare dalla Francia, per capire che nazionalismo e “populismo” possono sfumare in diversi e anche opposti colori politici.
Quello che hanno capito i tedeschi è che certi estremisti di sinistra, considerando l’AfD simbolicamente un nemico principale, sono favorevoli alla moneta unica, quindi all’euro — oppure, beati loro!, non gliene importa nulla (se lo possono permettere visto che in tasca hanno gli euro-marchi). Quella moneta unica e quell’euro per la cui sopravvivenza interi popoli, a partire da quello greco, ma anche il nostro, si stanno dissanguando.
Chi sono i veri e più pericolosi nazionalisti tedeschi? Quelli di AfD che vogliono la fine dell’euro o quelli come la Merkel che lo difendono ad ogni costo perché attraverso esso la Germania ha di fatto colonizzato il sud e l’est Europa?
Gli autonomen si considerano internazionalisti. Ma che internazionalisti sono quelli che non condannano uno degli strumenti (l’euro) del revanchismo imperialistico tedesco? Che internazionalisti sono quei tedeschi che sono indulgenti con le frazioni globaliste ed euriste dominati della borghesia tedesca? Globalismo fa rima con internazionalismo, ma è un insulto alla storia del movimento operaio considerare il globalismo e l’europeismo delle classi dominanti come fosse apparentato con l’internazionalismo delle classi oppresse. Ne è anzi l’esatto opposto.
da sollevAzione