8 settembre. Oggi a Roma al Centro Congressi Frentani si è chiusa una partecipata assemblea convocata dai firmatari dell’Appello «La via maestra».
Chi sono i firmatari? Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Don Luigi Ciotti, Gustavo Zagrebelsky e Lorenza Carlassare.

I firmatari chiamano a raccolta i cittadini non solo per difendere ma “per attuare la Costituzione”. Non si può che essere d’accordo. Come non si poteva non essere d’accordo con la protesta del M5S contro il tentativo di scardinare l’Articolo 138 della Carta Costituzionale, che stabilisce i criteri e i paletti per poter cambiare la Costituzione stessa.

Occorre in effetti impedire a Pd e Pdl di cambiare il 138.
Perché Pd e Pdl vogliono starvolgere l’Articolo 138? Per potere abrogare di fatto la repubblica parlamentare e passare ad un regime presidenziale — sull’onda di quanto già fatto, per ultimo con Napolitano.

Quindi d’accordissimo con i firmatari dell’Appello che la Cosituzione va difesa e applicata.
Tuttavia noi non lo abbiamo sottoscritto.

Perché?
Perché i promotori, con la scusa della Costituzione, dichiarano apertamente di voler dare vita, non ad un blocco democratico per la Costituzione, bensì ad una nuova forza politica.

Infatti si legge nell’Appello:
«C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue».

Insomma, firmare l’Appello significa imbarcarsi in un’impresa che sfocerà nella nascita di un nuovo soggetto politico. Neanche una parola, nell’Appello, su come uscire dalla crisi storica dal sistema capitalistico, niente contro la gabbia dell’euro e del capitalismo-casinò, silenzio tombale sul fatto che applicare la Cosituzione implica riprendersi sovranità democratica e nazionale e dunque rompere le catene dell’Unione europea.

Insomma, un Appello a dir poco evanescente, reticente sui punti sociali, economici e politici davvero decisivi.
Per quanto nobili siano le intenzioni dei promotori, l’iniziativa è l’ennesimo tentativo di rianimare la sinistra radical-riformista.

Chi c’era infatti ai Frentani?
Sentiamo:
«Al Frentani girano volti noti del movimento anti-G8 di Genova 2001, da Vittorio Agnoletto a Luca Casarini, che ora si occupa di ‘co-working’ a Palermo, “nuova frontiera di rivendicazione dei diritti”, ci dice. Si affacciano Nichi Vendola e dirigenti di Sel, del Pd ci sono solo Vincenzo Vita con Art.21 e Corradino Mineo (“Sono solo eletto, non sono iscritto…”, si difende quest’ultimo), ci sono Antonio Ingroia e Paolo Ferrero, per stare ai politici. Ma c’è tanta altra gente: attivisti della rete referendaria per l’acqua pubblica, gente normale attratta da Rodotà, fans di Landini, gente che semplicemente cerca una speranza di voto o di militanza a sinistra, decisa però a muoversi per piccoli passi per non ripetere gli errori del passato. Sono tanti e pesano». [Huffingtin post]

Come vedete la solita corte dei miracoli, i soliti politicanti falliti che non c’è verso, non vogliono togliersi di mezzo.

Vedremo quindi sorgere un’altro Arcobaleno? Un’altra ingroiata?

Rodotà mette le mani avanti:
«Non vogliamo ripetere gli errori di esperienze negative come la Sinistra Arcobaleno o Rivoluzione Civile. (…) Servire su un piatto la struttura organizzativa sarebbe letale, intempestivo e autoreferenziale. Ora si tratta di creare una massa critica: questa non è un’operazione di minoranza e non è la zattera che offre rifugio ai fuoriusciti da altri movimenti o partiti. Va costruita una democrazia davvero partecipata: la democrazia non è solo Facebook».

Landini la chiama “operazione culturale, non politica”, ed a chi già immagina (non a torto) sbocchi elettorali, risponde obliquamente:
«Vanno ricostruiti i canali della partecipazione perché, se da 20 anni abbiamo Berlusconi, non è colpa sua, ma degli altri. Però la soluzione non sta nella creazione dell’ennesimo partito: noi non vogliamo ricreare la sinistra e noi non siamo contro qualcuno. Piuttosto vogliamo essere uno strumento di pressione sui partiti. Chi vuole può agire con noi, ma questo è il momento della responsabilità, non dell’appartenenza».

Landini non la dice tutta. Con elezioni alle porte ed un Pd che pare destinato, scegliendo Renzi leader, a perdere pezzi a sinistra, è più che fondato il sospetto di un’operazione elettoralistica. Vero che non faranno un partito, poiché non hanno in comune una solida piattaforma programmatica.

Come apertamente dicono nell’Appello, essi vorranno andare a coprire lo spazio politico che il Pd lascia aperto alla sua sinistra. Quindi questo nuovo soggetto sarà una spina nel fianco del Partito democratico? Ma neanche per idea. A meno che non venga scardinato il sistema bipolare — che vorremmmo ricordare a Rodotà e company è del tutto anticostituzionale — questo nuovo soggetto sarà sì a sinistra del Pd, ma agirà come sua truppa di complemento, uno sfogatoio per impedire che la rabbia a sinistra prenda una piega rivoluzionaria — e in nome dell’alleanza col Pd, vorremmo sbagliarci, non combatteranno davvero per una legge elettorale proporzionale.

Vedrete che date le caratteristiche della nave, su di essa saliranno a bordo, anzi si fionderanno, i vari Ferrero, Grassi e Diliberto. Vedrete che il Congresso del Prc deciderà per salire con armi (poche), bagagli (tanti) e la speranza (molta) di qualche strapuntino nel prossimo parlamento. Anche Sel e Vendola dovranno fare i conti con l’impresa di Landini e Rodotà, perché di trippa (elettorale) per gatti poca ce n’è.

Ps
Un pensiero ci corre ai compagni che han dato vita a maggio scorso a ROSS@. Un’iniziativa che ora ha sulla sua strada un nuovo ostacolo. La speranza che da Rifondazione sarebbero giunte truppe consistenti, a questo punto, si rivela più che velleitaria.

da sollevAzione