In attesa dei riservisti del Colle

Stato confusionale. Secondo Vittorio Feltri, sarebbe questa l’attuale condizione del Berluska. La causa? L’assenza di una strategia del Pdl, l’assoluta inconsistenza dei suoi collaboratori, la schizofrenia della destra (chi ha votato la “Severino”?). Il tutto, secondo l’editorialista del Giornale, come frutto dell’insuperabile presunzione dell’uomo.

Tutto giusto? Sì, tutto giusto. Ma insufficiente. Perché c’è un altro motivo che spiega l’indecisionismo berlusconiano nel porre fine al governicchio attuale: la paura di ritrovarsi all’opposizione, invece che in campagna elettorale.

I rumors si stanno infatti trasformando in numeri. Ce ne parla stamane il Corriere della Sera. Secondo quest’organo semi-ufficiale del Partito della “Stabilità”, il nuovo governo avrebbe già i numeri per ottenere la fiducia al Senato. Ai 138 senatori (Pd, Scelta Civica e frattaglie varie) che già appoggiano il governo Letta, si aggiungerebbero i 7 di Sel (qualcuno ne dubitava?), i 4 già fuoriusciti dal M5S, nonché i 5 senatori a vita, che lì si trovano non certo per caso.

La somma ci porta a quota 154. Ancora pochi per superare la fatidica soglia di 160. Ma è qui che arrivano i riservisti del Colle. Secondo l’informato Corsera, 16 arriverebbero dal Pdl, ed in particolare dalla nutrita pattuglia di siciliani, altri 8 dal M5S. Si arriverebbe così ad una maggioranza di 178 senatori. Ora, questi numeri vanno presi con le molle. Tante volte i ragionieri della vigilia sono stati poi smentiti al momento del voto. Tuttavia, anche se queste cifre fossero valide solo per metà, si giungerebbe comunque ad una soglia di sicurezza di 166 voti.

Tra i transfughi dal Pdl si segnala l’arrivo di una vera star: il senatore Domenico Scilipoti, da Barcellona Pozzo di Gotto. Costui ha davvero il pregio della coerenza. Dopo aver garantito la stabilità del governo Berlusconi nella passata legislatura, passando dalle file dell’Idv a quelle del Pdl (che per riconoscenza lo ha eletto senatore a febbraio), sembra assai determinato a ripetere l’impresa, adesso ovviamente in senso inverso. Ma questa volta non farà scandalo, almeno non nell’area benpensante di “sinistra”. D’altra parte uno Scilipoti non si nega a nessuno. Ed ognuno ha gli Scilipoti che si merita.

Avremo dunque un Letta bis? Non è detto. Siccome si tratterebbe di un governicchio al cubo, un esecutivo di breve durata per condurre alle elezioni all’inizio del 2014, Letta potrebbe fare spazio ad un governo “istituzionale”, presieduto forse dal presidente del Senato Pietro Grasso.

Ma perché una simile prospettiva dovrebbe preoccupare Silvio Berlusconi? Benché fuori dal parlamento, egli avrebbe la possibilità di guidare una facile opposizione, cominciando la campagna elettorale ben prima del suo inizio ufficiale. Un vantaggio non da poco. Una prospettiva a cui fare, ovviamente senza dichiararlo, ponti d’oro.

L’evasore di Arcore continua invece ad agitarsi, alternando le minacce al governo con le carezze ad Enrico Letta. Ed ogni ultimatum diventa il giorno dopo un sempre meno credibile penultimatum. Ora, però, con il voto sulla decadenza alle porte, il momento delle decisioni non potrà più essere rimandato.

Contrariamente a quel che scrivono i «giornalisti della stabilità» – da Stefano Folli ad Eugenio Scalfari, giusto per fare qualche nome – è davvero impensabile che il Pdl possa rimanere nella maggioranza di governo dopo che una parte di questa ha provveduto alla sua decapitazione. Il partito berlusconiano è terrorizzato dall’idea di aprire la crisi, ma non si vede come potrà farne a meno, perché se non lo facesse decreterebbe di fatto una sua sconfitta politica difficilmente rimediabile.

Torniamo allora al punto: perché tanta paura? Lasciamo perdere le stupidaggini sulla “popolarità” di Letta, o su una “luce in fondo al tunnel” che nessuno davvero vede. Il problema è invece un altro, e si chiama legge elettorale. Perché il governicchio bis avrebbe sì vita breve, ma con due compiti da eseguire senza indugio: portare in porto la Legge di stabilità ed, appunto, una nuova legge elettorale ancor più maggioritaria dell’attuale. Una legge ultra-maggioritaria, ed a quel punto (grazie al doppio turno) ultra-favorevole al blocco che si raccoglie attorno al Pd. Ed è questo che inquieta le notti di Arcore.

Se con la Legge di stabilità si concretizzeranno senza dubbio ulteriori misure antipopolari, è con una sorta di Super-porcellum che il blocco dominante cercherà di garantirsi il governo pur avendo ormai perso il consenso. Per un approfondimento della questione rimandiamo all’articolo Presidenzialismo via Violantum?. Qui ci limitiamo a ricordare qual è l’obiettivo di lorsignori, quello per cui il golpista Napolitano è pronto a tutto: garantire un maxi premio di maggioranza a chi la maggioranza non ce l’ha, avere un parlamento ancor più addomesticato, aprire la strada al presidenzialismo. Il tutto per poter eseguire al meglio le politiche imposte dalle oligarchie finanziarie, che stanno portando alla miseria milioni di persone.

Ecco perché – non ci riferiamo tanto alle truppe di complemento di Sel, subalterne per loro natura, quanto piuttosto agli eventuali transfughi del M5S – chi dovesse contribuire a far nascere questo nuovo esecutivo si assumerebbe una grave responsabilità storica. Altro che difesa della Costituzione!