La parola «eurodittatura» a molti sembra esagerata. Ma basta guardare ai fatti greci per rendersi conto di come la realtà sia ben oltre quel che si immagina.
Sotto due brevi articoli ripresi dal sito atenecalling.org. Nel secondo un commento del corrispondente dall’Italia Dimitri Deliolanes.


I MAT sgomberano ERT, la tv pubblica occupata
novembre 7, 2013

Questa mattina all’alba, i MAT sono entrati nell’edificio della tv pubblica ERT, sgomberando l’occupazione che durava ormai da diversi mesi. L’11 giugno, il primo ministro Samaràs aveva annunciato che allo scoccare della mezzanotte dello stesso giorno la tv di Stato avrebbe smesso di trasmettere. L’improvviso oscuramento di tutti i canali pubblici aveva provocato un forte shock in tutta la società. Le immagini dei MAT che entravano nelle sedi distaccate, forzando gli ingressi e presidiando le antenne, avevano fatto venire alla mente scene da golpe sudamericano.

Nell’edificio centrale, però, si erano immediatamente radunati i lavoratori e migliaia di cittadini: una nuova ondata di opposizione sociale capace di impedire la chiusura della televisione, che aveva continuato a trasmettere su canali alternativi e piattaforme web grazie al sostegno e alla solidarietà di siti e testate giornalistiche europee.

Saltato il tappo del controllo delle istituzioni e dei partiti sul lavoro dei giornalisti, ERT occupata ha potuto trasmettere un’informazione di altissima qualità, rompendo su numerosi temi il silenzio e la censura prodotti dalla connivenza tra i principali mezzi di informazione e i governi dei memoranda.

Oggi lo Stato cerca di mettere a tacere la maggiore voce fuori dal coro dei “pappagalli” [come vengono chiamati in Grecia i giornalisti conniventi]. Anche in vista delle nuove misure di austerità che Samaràs si è impegnato a imporre, è forte il timore che nuove proteste possano indebolire ulteriormente il governo di Nea Demokratìa. Dopo il vile assassinio del rapper Pavlos Fyssas e l’esecuzione di due nazisti (che ancora non è stata rivendicata da nessun gruppo armato e su cui rimangono aperte anche la pista parastatale e quella mafiosa), il governo della Troika cerca di legittimarsi come tutore di un ordine minacciato dagli “opposti estremismi”.
Vedremo se questo gioco gli riuscirà.


ERT: il commento di Deliolanes, corrispondente dall’Italia

novembre 7, 2013

Dal giugno scorso in autogestione da parte dei lavoratori la radio televisione pubblica, dopo la scelta di chiuderla da parte del governo. Un commento a caldo con Dimitri Deliolanes, corrispondente proprio dell’Ert dall’Italia. “L’azione di forza di oggi da parte del governo Samaras è la logica conseguenza della brutalità e della violenza con cui da un giorno all’altro l’Ert è stata chiusa, a dimostrazione che l’informazione è prima di tutto un problema di democrazia visto che l’Ert era un’azienda in attivo”.

Dimitri Deliolanes ha seguito in diretta stamattina gli avvenimenti e racconta di come “i miei colleghi non hanno opposto resistenza ma hanno continuato a fare fino all’ultimo il loro mestiere: informare i cittadini. La stessa scelta l’avevano fatta in molti continuando a trasmettere in streaming e in digitale, fino a quando oggi il segnale non è stato spento dalle forze dell’ordine. Sono stati momenti drammatici, che mi hanno ricordato gli ultimi minuti e la chiusura di Radio Alice a Bologna nel ’77″.

Ma perché il governo ha deciso d’intervenire proprio ora? “Dopo il pasticcio della chiusura imposta in fretta e furia dai memorandum della Troika – ci spiega Deliolanes – il governo sta provando a riaprire un’emittente di stato che sia vicina all’esecutivo. Per farlo doveva spegnere la voce di Ert e dei suoi lavoratori, rientrando in possesso anche degli studi e delle attrezzature. In questi mesi nessuno ha tentato veramente di trattare con chi stava autogestendo le trasmissioni, per difendere il proprio lavoro e il servizio pubblico, si è voluti arrivare al muro contro muro”. In questo momento alcuni rappresentati dei lavoratori stanno inventariando il materiale dentro la sede dell’Ert, “un materiale che appartiene alla collettività che i lavoratori vogliono tutelare”.

Ad applaudire l’operazione anche Alba Dorata, mentre le opposizioni di sinistra stanno protestando veementemente contro la scelta. Centinaia di persone al diffondersi della notizia si sono portate spontaneamente fuori il palazzo dell’Ert per protestare e mostrare la propria solidarietà ai lavoratori.

Ci sono stati anche alcuni momenti di tensioni con il lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine. L’operazione contro l’Ert arriva nel momento in cui il governo sta contrattando l’ennesima tranche di prestiti con la Troika che in cambio vuole la piena applicazione del programma d’austerity, la completa svendita delle partecipazioni statali e l’ulteriore compressione di salari e pensioni.