Il Bahrein è piccolo, ma la repressione è grande. La violazione dei diritti umani, anche quelli dei minorenni, è continua. Ma nel piccolo stato del Golfo, così come nella vicina Arabia Saudita (che della monarchia baherinita è la grande protettrice) questa è la normalità. Una atroce «normalità» che non fa notizia sui media occidentali. Per loro vige la legge dei «due pesi, due misure». Ed i sauditi ed i loro alleati hanno da sempre un trattamento di favore. Sulla situazione nel Bahrein pubblichiamo questo recentissimo rapporto di Amnesty International.

Secondo un rapporto diffuso oggi (16 dicembre – ndr) da Amnesty International, in Bahrein i minorenni vengono abitualmente arrestati e sottoposti a maltrattamenti e torture. Negli ultimi due anni decine di minorenni, arrestati perché sospettati di aver preso parte a manifestazioni contro il governo – alcuni dei quali anche di soli 13 anni – sono stati bendati, picchiati e torturati; altri sono stati minacciati di stupro per estorcergli confessioni forzate.

“Arrestando presunti criminali minorenni e chiudendoli in una cella, le autorità del Bahrein stanno mostrando un agghiacciante disprezzo per i loro obblighi internazionali in materia di diritti umani” – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

“Quasi tre anni dopo l’uso della forza eccessiva per stroncare le proteste antigovernative, le forze di sicurezza del Bahrein stanno aumentando la repressione nei confronti dei minorenni. Tutte le persone al di sotto dei 18 anni di età che non abbiano commesso un reato riconosciuto a livello internazionale devono essere rilasciate immediatamente. Ogni denuncia di maltrattamenti e torture dev’essere sottoposta a un’indagine approfondita” – ha aggiunto Boumedouha.

Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, sono almeno 110 le persone di età compresa tra 16 e 18 anni recluse in attesa della conclusione delle indagini o del processo, nel carcere di Dry Dock, un centro di detenzione per adulti situato nell’isola di al-Muharraq.

Nella maggior parte dei casi, sono stati arrestati perché sospettati di aver preso parte a “raduni illegali”, di rivolta, di aver incendiato pneumatici o lanciato bombe molotov contro la polizia. Molti sono stati arrestati mentre giocavano a casa o persino mentre erano in piscina. Parecchi di loro non hanno potuto incontrare i familiari per lunghi periodi di tempo e sono stati interrogati in assenza dell’avvocato.

I minorenni condannati di età inferiore ai 15 anni sono reclusi in un centro giovanile diretto dal ministero dell’Interno nella capitale Manama. Di giorno sono sorvegliati da operatori sociali ma di notte, quando si verifica la maggior parte delle violazioni dei diritti umani, il controllo passa alla polizia. Al compimento del 15esimo anno, vengono trasferiti in prigioni per adulti come quella di Jaw, nel sud-est del paese, per scontare il resto della pena.

Amnesty International ha sollecitato il Bahrein a rispettare gli obblighi assunti con la firma della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, che vieta espressamente la tortura o altre pene o trattamenti crudeli, disumani e degradanti.

Amnesty International ha inoltre chiesto al governo bahreinita di rivedere la legislazione pertinente, tra cui la legge sui minorenni e il codice penale, per assicurare che sia pienamente conforme agli standard internazionali.

A seguito degli emendamenti introdotti ad agosto alla legge sui minorenni, i genitori di una persona al di sotto dei 15 anni che prende parte a una manifestazione, a un raduno pubblico o a un sit-in ricevono un ammonimento scritto dal ministero dell’Interno. Se il reato viene reiterato entro sei mesi, il padre del minorenne rischia una multa, la prigione o entrambe.

“Il governo del Bahrein pretende di rispettare i diritti umani ma il suo operato viola ogni giorno e in maniera clamorosa i suoi obblighi internazionali attraverso il ricorso a misure estreme come l’emissione di lunghe pene detentive nei confronti dei minorenni” – ha sottolineato Boumedouha.

Amnesty International ha chiesto al Bahrein di considerare sanzioni alternative per i minorenni che hanno commesso reati riconosciuti a livello internazionale, come i servizi sociali o la libertà condizionata.

Ulteriori informazioni

Dall’inizio della rivolta popolare, il 14 febbraio 2011, le forze di sicurezza del Bahrein hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani. L’uso della forza eccessiva ha causato la morte di decine di manifestanti.
Almeno 2000 prigionieri si trovano in carcere, molti dei quali a seguito di processi irregolari.
Amnesty International ha adottato 20 prigionieri di coscienza. La vasta impunità di cui godono le forze di sicurezza continua a costituire un problema.

da Amnesty International