Sapevamo che il convegno di Chianciano sarebbe stato un successo, ma siamo andati davvero oltre ad ogni aspettativa. Un grande successo e non solo per la partecipazione. Un risultato che dà forza per andare avanti sulla strada tracciata dalla bozza di documento proposta dai promotori del convegno (Mpl e Bottega Partigiana).
Di seguito il breve commento a caldo sulla prima giornata, ripreso da sollevAzione e il testo della bozza di cui sopra.
Si è conclusa con successo la prima giornata del Convegno «OLTRE L’EURO. La sinistra. La crisi. L’alternativa». Un successo non solo per i numeri, visti i 400 partecipanti. Molti altri avrebbero voluto partecipare, ma non ce l’hanno fatta.
Un successo soprattutto per la qualità dei contributi scientifici offerti dai diversi economisti che sono stati protagonisti del Seminario Oltre l’euro: per andare dove?
A detta di alcuni che in questi ultimi anni hanno partecipato ai diversi convegni che si sono susseguiti e dedicati alla questione della crisi dell’eurozona e della moneta unica, si è trattato dell’incontro più interessante e proficuo.
Avevamo chiesto ai diversi relatori di spiegarci non solo i loro punti di vista sulle cause della crisi, ma di esporre in modo chiaro quali siano le vie d’uscita possibili dal marasma in cui è impigliato il nostro Paese.
Non è possibile in questa sede riassumere le prolusioni e il ricco dibattito. Il fatto notevole è che diversi relatori non si sono limitati ad esporre concetti e categorie economiche. Gli aspetti politici della battaglia per riconquistare sovranità e democrazia sono stati anch’essi al centro della riflessione dei vari relatori.
Anche per questo i promotori del Convegno sono soddisfatti.
Con la sua introduzione, Moreno Pasquinelli ha appunto cercato di far si che questo grande incontro non si risolvesse in un parlarsi addosso o in un cahier de doleance delle malefatte degli euro-oligarchi e dei loro camerieri nostrani, che esso fornisse proposte concrete di uscita, da trasformare in altrettanti punti di una piattaforma credibile, proprio per costruire un’alternativa alle politiche di austerità neoliberiste.
Un momento del convegno
Abbiamo così avuto risposte, anche se non sempre coincidenti, su come dovrebbe funzionare l’economia di un’Italia tornata sovrana, il ruolo della Banca Centrale e del sistema bancario nel suo complesso, il ruolo dello Stato affinché produzione e scambio non siano lasciati alle leggi cieche del mercato, la funzione della spesa pubblica in una società che punta alla piena occupazione, l’impatto della sovranità monetaria sugli scambi con i Paesi esteri.
Potremmo continuare, basti qui segnalare che, più che le differenze, sono emerse decisive consonanze.
Molti dei presenti ci hanno già chiesto di pubblicare gli atti di questo Convegno. Un lavoro enorme che i promotori si propongono di compiere.
Vale la pena segnalare il clima in cui il Convegno si è svolto: partecipato, appassionato e unitario.
Si usa dire in questi casi se son rose fioriranno, ovvero se, come i promotori si augurano, il Convegno dia finalmente una spinta ad un virtuoso processo di unità dei diversi soggetti politici e culturali che erano presenti a Chianciano Terme.
Nelle cartelle consegnate ai partecipanti, i promotori hanno inserito una proposta di documento politico (che qui sotto alleghiamo) affinché sorga un coordinamento stabile delle forze politiche culturali e sociali unite dai medesimi intenti sovranisti e democratici.
Una proposta, ben inteso, niente di definitivo, ma una proposta con cui i promotori (in particolare MPL e Bottega Partigiana), chiedono si apra nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, un confronto serrato.
Qui sotto la bozza di documento sottoposta dai promotori all’attenzione dei partecipanti e sulla quale chiediamo l’adesione dei nostri lettori.
Uscire dall’euro, riconquistare la sovranità
Uscire dalla crisi, per un’alternativa di società
Il futuro deciderà se il Convegno “Oltre l’euro” sarà stato un successo. Lo sarà se dopo la fase della discussione analitica stimolerà quella della proposta e dell’azione politica.
A questo scopo, noi promotori del Convegno, sottoponiamo a tutte le forze politiche e sociali presenti a Chianciano, il Documento sottostante, affinché valutino la possibilità di sottoscriverlo congiuntamente.
Se, come ci auguriamo, questo accadrà, si dovrebbe dare vita ad un coordinamento stabile della sinistra sovranista.
Non c’è molto tempo. Il processo di disgregazione dell’eurozona è nelle cose.
Se esso sarà pilotato dalle forze oggi dominanti, dunque in base a principi neoliberisti, saranno dolori per il popolo lavoratore.
C’è tuttavia un rischio ulteriore, quello che questa disgregazione conduca al sopravvento di forze nazionaliste reazionarie, le quali, in nome della sovranità, tenteranno di fondare un regime autoritario, se non proprio di dittatura dispiegata del capitale.
Il Documento è una bozza. Siamo disponibili a discuterlo con chi ne condivide lo spirito e il senso politico.
I promotori del Convegno di Chianciano Terme
Il nostro Paese sta subendo una catastrofe senza precedenti. Tutti i principali indicatori economici confermano che il motore del capitalismo italiano si è da tempo inceppato, che sta imboccando la via del declino. L’impatto sul tessuto sociale non è meno devastante di quelli prodotti dalle due guerre del secolo scorso.
I circoli dirigenti delle classi dominanti hanno enormi responsabilità per lo stato in cui versa il nostro Paese.
Nel clima di euforia imperialistica succeduto al crollo del Muro di Berlino e dell’Unione sovietica essi sostennero fanaticamente la corsa verso l’Unione Europea e la moneta unica, nella convinzione che sottoponendosi al “vincolo esterno”, ovvero alle regole monetariste di marca tedesca, il Paese sarebbe guarito dalle sue patologie, diventando “normale”. Erano gli anni della nascita per via giudiziaria della “Seconda Repubblica”, dell’idea liberista di “meno Stato più mercato”, delle privatizzazioni, della trasformazione affaristica del sistema bancario, dell’attacco sistematico al lavoro salariato, della svendita del debito pubblico alla finanza predatoria globale.
Moreno Pasquinelli introduce i lavori
Malgrado lo shock del 1992 (quando la Lira dovette uscire dallo Sme) i circoli dominanti ripresero senza esitazioni la marcia verso la definitiva cessione della sovranità politica alla Commissione europea di Bruxelles e di quella monetaria a Francoforte. Il risultato è noto: da allora il Paese ha conosciuto una prolungata stagnazione economica.
Col collasso finanziario del 2008 l’Euro(pa) è da allora l’epicentro della crisi economica globale. I cataclismi a catena dell’Irlanda, della Grecia, della Spagna e del Portogallo, mostrarono l’assurdità dell’idea di una moneta senza Stato e che le crepe dell’unione monetaria erano insanabili. Invece di fare finalmente marcia indietro, di prendere atto del fallimento conclamato dell’euro e del dogma del “vincolo esterno”, le nostre classi dominanti hanno perseverato nell’errore, trasformandolo nel crimine di crudeli politiche di austerità. Invece di invertire la rotta esse hanno accettato di commissariare l’Italia, di farne l’agnello sacrificale per tenere in vita l’euro — di qui l’adesione al Mes, al Fiscal compact, fino all’iscrizione del pareggio di bilancio in Costituzione. L’economia italiana, già malata, è stata così colpita a morte e il tessuto sociale disintegrato.
Ora, la lobby politico economica al potere, utilizzando una casta di politici privi di qualsivoglia autonomia, gratificati con dei privilegi, annuncia ipocritamente che forse occorrerebbe “un cambio di passo”, che “bisognerebbe lasciarsi alle spalle la fase dell’austerità”, che si dovrebbero ricontrattare i Trattati, supplicando la Merkel ad adottare politiche espansive. Vorrebbero chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati.
Warren Mosler durante la sua prolusione
Ipotesi velleitaria. Mentre l’Italia s’impoveriva e cedeva la sua sovranità nazionale, la Germania, attraverso la sua politica mercantilista, consolidava la propria, diventando il Moloch la cui potenza dipende dal sacrificio delle altre nazioni. L’Unione è così diventata una pertinenza tedesca, la moneta unica sua arma, la pervasiva tecnocrazia europea sua sentinella, la Bce il suo scudo. È illusorio pensare che il capitalismo tedesco sia disposto a rinunciare al riconquistato predominio continentale ottenuto sulle macerie della “solidarietà europea”. Né sembra che la finanza predatoria e le altre potenze geopolitiche globali vogliano sfidare questo assetto europeo, almeno fino a quando la centralità tedesca non metterà in discussione la supremazia strategica degli Stati Uniti, sotto il cui ombrello è avvenuto l’intero processo eurista.
Pur senza aver aggredito nessuno, attraverso il ricatto del debito, l’Italia è come se avesse perso una guerra, obbligata a pagare salatissime “riparazioni” e sottoposta a dure sanzioni economiche (in questo consistono gli ultimi Trattati europei). Il paradosso è che chi ci punta la pistola alla tempia lo farebbe per il nostro bene spacciandosi addirittura come “amico” e “alleato”. Siamo diventati di fatto un protettorato amministrato da una classe compradora garante alla rapina esterna, che su questa rapina lucra e s’ingrassa, e che pur di “onorare” il rimborso del debito è disposta a dissanguare il popolo.
Il movimento di protesta esploso il 9 dicembre ha avuto certo molti limiti, ma ha dimostrato che vasti settori sociali hanno compreso che il nemico non ce l’hanno solo fuori, ma anche dentro casa, che si esce da questa gabbia solo spezzando le sue sbarre, che si esce dal marasma con una grande svolta, politica, economica e sociale. Siamo solo agli inizi di un ciclo di lotte e rivolte sociali che la sinistra sovranista deve incontrare affinché sfoci in una rivoluzione democratica che cacci dal potere i proconsoli telecomandati che governano, una sollevazione generale che sfoci nella liberazione del nostro Paese e che ristabilisca la piena sovranità popolare.
Per noi sono importanti sia il recupero della sovranità sia un processo di trasformazione profondo del modello sociale; per questo siamo più convinti che mai che la costruzione di un modello politico, sociale e umano di tipo socialista che sia adatto al XXI secolo sia l’alternativa a un capitalismo che costringe l’umanità a passare da una catastrofe all’altra. Parliamo di un sistema che utilizzi razionalmente le fonti da cui si produce la ricchezza: le risorse naturali e il lavoro, non per il profitto di una esigua minoranza ma per il bene della comunità. La riconquista della sovranità nazionale è per noi, di concerto con altri altri popoli fratelli e sovrani, un primo passo verso lo sganciamento dal sistema oligarchico del “capitalismo-casinò”.
Alle altre forze che condividono questa analisi e che vogliono ripristinare la sovranità popolare rivolgiamo un appello all’unità d’azione. Invitiamo tutte le forze democratiche e costituzionali a mettere da parte le diversità in questo momento di emergenza. Formiamo un Comitato di liberazione nazionale. La Costituzione italiana sia la cornice dell’unità, la sovranità politica e monetaria i suoi obbiettivi.
Una volta cacciati i collaborazionisti dal potere avremo un governo d’emergenza che dovrà applicare solo poche ma incisive misure d’emergenza, tra cui:
(1) uscita unilaterale dall’eurozona,
(2) nazionalizzazione della Banca d’Italia e del sistema bancario,
(3) emissione della nuova lira,
(4) misure restrittive dei movimenti di capitali,
(5) moratoria sul debito pubblico.
Il tutto entro il quadro di una decisa difesa dei redditi e dei diritti delle classi lavoratrici.
Una volta riconquistata la leva della sovranità e messo in sicurezza il Paese, il Cln avrà compiuto il suo compito, e quindi i cittadini potranno liberamente scegliere il loro futuro, quale tipo di società essi riterranno più giusta.
da sollevAzione