D’Arcais e Camilleri se ne vanno: i nodi del “socialcivilismo” vengono sempre al pettine
E se poi si imbarca l’amico di Archinà…


Più sotto lo scambio tra D’Arcais ed Antonia Battaglia (da Micromega)

I lettori già sanno quel che pensiamo della Lista Tsipras, del suo “più Europa”, del suo girare attorno al tabù dell’euro. Ma oggi non è di questo che vogliamo occuparci. Perché questa lista ha altre due caratteristiche: un elitarismo insuperabile, una presunzione senza freni. Il primo è messo in luce dalla curiosa auto-nomina dei famosi sei generali, la seconda è servita ad autoproclamarsi “società civile”.

Ora, però, i nodi vengono al pettine. E ci vengono prima di quanto si potesse pensare, già nella fase di formazione delle liste, che pure i “sei” avevano preso totalmente in mano. Accade infatti che una nota ambientalista di Taranto, Antonia Battaglia, abbia ritenuto la sua candidatura incompatibile – e come dargli torto! – con quella degli esponenti di Sel.

«Ero convinta che – letta la nostra lettera (ai “6 generali”, ndr) – mai e poi mai la Lista Tsipras mi avrebbe messa in lista come foglia di fico per coprire la vergogna di avere SEL».
E brava Antonia! Una persona che si vergogna di avere accanto SEL ha come prima cosa la nostra sincera, razionale quanto viscerale, profonda quanto immediata solidarietà politica ed umana. Purtroppo però  i generali (o meglio una parte di essi) hanno deciso di tenersi i vendoliani, pur versando lacrime di coccodrillo per la rinuncia di Antonia Battaglia.

Una scelta che ha mandato su tutte le furie D’Arcais e Camilleri che si sono così tirati fuori dal curioso stato maggiore della “società civile”. E qui però qualche considerazione più generale si impone.

I “sei” si sono posti come dei veri e propri “ammazza-partiti”. Hanno umiliato Rifondazione, pur dipendendone per la raccolta delle firme: ad ognuno il suo ruolo. Hanno escluso del tutto i “comunisti italiani”, beninteso non un gran danno né per il comunismo né per l’Italia, e però un’arroganza che dovrebbe far riflettere. Non hanno preso nemmeno in considerazione altre formazioni minori della sinistra, e qui possiamo dire “ben gli sta”.

Tuttavia – e lo dicemmo fin da subito – un partito questa lista lo rappresenta: è il partito di Repubblica, che schiera come capilista Barbara Spinelli e Curzio Maltese. Ed è il partito del «più Europa», ma su questo ci siamo ripromessi di non tornare in questo breve pezzo.

Altro che “società civile”! A chi scrive il socialcivilismo fa più schifo dei partiti della cosiddetta “sinistra” (il che è tutto dire), e tuttavia riconosciamo almeno a D’Arcais e Camilleri il pregio della coerenza. Una qualità che i quattro generali rimasti hanno evidentemente un po’ meno.

Sbagliano però D’Arcais e Camilleri a scandalizzarsene. Se la lista Tsipras è, come pensa chi scrive, una copertura a sinistra del partito dell’euro, nonché un modo per subordinare anche questo pezzo della sinistra al PSE a livello europeo ed al PD nell’italico orticello, è ovvio che ai vendoliani va dato grande spazio. Figuriamoci se li possono sacrificare in nome dell’ambiente…

Detto questo è detto tutto. Salvo porci un’ultima domanda. Ma se pur blindati nel bunker del comando della “società civile” i “generali” sono riusciti a litigare così presto, pur essendo solo in sei, chi salverà la Lista Tsipras da se stessa? Una bella domanda, specie dopo aver imbarcato l’amico di Archinà ed i relativi problemucci che seco si porta.

Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto fatevi un’idea leggendo qui sotto lo scambio tra Antonia Battaglia e Paolo Flores D’Arcais.

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L’attivista non sarà più candidata con la lista “L’Altra Europa con Tsipras” per l’incompatibilità morale e politica con le candidature di dirigenti Sel pugliesi. A seguire una lettera di Paolo Flores d’Arcais ai garanti e ai capilista. E una lettera di Antonia Battaglia con importanti chiarimenti “pro veritate”.

di Antonia Battaglia, da inchiostroverde.it, 7 marzo 2014

Ho ricevuto stamane una bellissima lettera da parte del Comitato per la Lista “L’Altra Europa con Tsipras”, nella quale mi si invita a non ritirare la mia candidatura e a non darla vinta a chi mi vorrebbe fuori da questa lista. La lettera, firmata da Argiris Panagopoulos in nome di Alexis Tsipras, Barbara Spinelli, Marco Revelli e Guido Viale, é stata una grande testimonianza di fiducia nei miei confronti. Ma è con grande rammarico che, mio malgrado, constato ancora che tra i candidati della circoscrizione Sud rimangono i nomi di due candidati appartenenti a SEL.

In una lettera invitata al Comitato con Alessandro Marescotti e Riccardo Rossi, quando ancora le candidature non erano state validate, avevamo posto una condizione sine qua non: che nella lista “L’Altra Europa con Tsipras” non ci fossero esponenti dei partiti politici ed in particolare di SEL, le cui posizioni su Taranto sono in contrasto con cio’ che rappresento. La mia dichiarazione del giorno 5 marzo riaffermava quanto già sostenuto al momento della presentazione del mio nome, fin dall’inizio.

I miei principî morali ed etici e la netta consapevolezza di non voler portare avanti una campagna per Taranto e per il Sud tutto in Europa, accanto ad esponenti di un partito che ancora ieri ha continuato a disconoscere le proprie gravi responsabilità sulla questione ILVA, mi inducono a riaffermare con forza la mia scelta. Pertanto ho pregato il Comitato di voler provvedere a levare il mio nome dalla lista dei candidati della circoscrizione Sud. Auguro ad Alexis Tsipras tutto il successo che merita in Europa.

Paolo Flores d’Arcais alle ore 12 e 39 di domenica 9 marzo ha mandato sull’episodio la seguente lettera agli altri garanti della lista L’Altra Europa con Tsipras, ai capilista e allo stesso Alexis Tsipras.

Cari amici,
leggo sul Manifesto di oggi (e sul sito www.inchiostroverde.it a cui Il Manifesto rimanda), che Antonia Battaglia, insieme a Alessandro Marescotti e Riccardo Rossi, ha mandato il 5 marzo una lettera al comitato dei garanti della lista “l’Altra Europa con Tsipras”, in cui i tre esponenti delle lotte della società civile di Taranto scrivevano: “quando ancora le candidature non erano state validate, avevamo posto una condizione sine qua non: che nella lista “l’Altra Europa con Tsipras” non ci fossero esponenti dei partiti politici ed in particolare di SEL, le cui posizioni su Taranto sono in contrasto con ciò che rappresento”.
Tale lettera, inviata a qualcuno dei garanti (Antonia Battaglia fa menzione di Argiris Panagoupolos, Barbara Spinelli, Marco Revelli e Guido Viale) è stata occultata a qualcuno degli altri garanti, e certamente a me.

Ricordo che nella teleconferenza per le candidature del 3 marzo (e in ogni altra precedente circostanza) di fronte alla possibilità (ventilata da chi aveva tenuto i contatti con le realtà di Taranto) che Antonia Battaglia ponesse come condizione sine qua non “o i dirigenti di Sel o lei”, avevo espressamente detto (anche a nome di Andrea Camilleri che mi aveva delegato a rappresentarlo) che avemmo dovuto rispondere “lei”, cioè Antonia Battaglia, escludendo i dirigenti Sel (del resto mi ero dichiarato comunque contrario alla candidatura degli esponenti dell’apparato vendoliano). Mi era stato risposto che nessun “aut aut” del genere era stato posto, ma che se fosse risultato ineludibile scegliere, la lista avrebbe scelto di candidare Antonia Battaglia.

Condivido pienamente perciò quanto scritto da Antonia Battaglia, quando sottolinea che “principi morali ed etici” impediscono di “portare avanti una campagna per Taranto e per il Sud tutto in Europa, accanto a esponenti di un partito [Sel] che continua a disconoscere le proprie gravi responsabilità sulla questione ILVA”.

Resto allibito nel leggere sul sito www.listatsipras.eu la notizia del ritiro della candidatura di Antonia Battaglia (che la sua rinuncia ha motivato dettagliatamente e con argomenti etici e politici incontestabili) in questi termini: “Per motivi completamente diversi [da quelli di Valeria Grasso] un’altra candidata ha deciso di ritirarsi dalla corsa elettorale: Antonia Battaglia, nel Collegio Sud”. Trovo questo modo di dare la notizia insultante nei confronti di Antonia Battaglia e delle lotte della società civile di Taranto, trovo che si tratti non di informazione ma di vera e propria disinformacija che getta irreparabile discredito sulla lista stessa.

Paolo Flores d’Arcais

Il 9 marzo Antonia Battaglia ha inviato a MicroMega questa lettera che contiene importanti chiarimenti “pro veritate”.

Gentile Paolo,
la ringrazio molto della email che mi ha voluto far recapitare da Barbara Spinelli. Ho apprezzato moltissimo le sue parole.

La lettera a cui faccio riferimento é stata mandata molto prima del 5 marzo: é del 5 marzo il comunicato in cui annuncio la difficoltà di poter sposare una causa insieme a SEL e in cui chiedo al comitato di riconsiderare le candidature di SEL, ma la lettera era stata mandata già nell’ultima settimana di febbraio, al momento della presentazione delle candidature e comunque prima della composizione delle liste (ne ho copia in ufficio, domani la cercherò).

Quello che é accaduto é stato per me, per noi a Taranto, violento. Ha creato una grande spaccatura nel mondo degli ambientalisti, che hanno creduto che io mi volessi candidare con SEL. Sono stata attaccata in modo indecoroso, ma ho tenuto duro perché ero convinta che – letta la nostra lettera – mai e poi mai la Lista Tsipras mi avrebbe messa in lista come foglia di fico per coprire la vergogna di avere SEL.

Alla pubblicazione delle liste, con il mio nome accanto a quello di due esponenti politici di SEL, di cui Gano Cataldo, membro del coordinamento nazionale e Dino Di Palma già candidato al Senato, sono rimasta attonita. Mentre una città intera si sentiva offesa.

Ho parlato per ore al telefono con Viale, con Torelli, con Curti, in questi ultimi giorni anche con la Signora Spinelli e ho scritto numerose emails nelle quali spiegavo perché io non potevo stare in lista con gente di Vendola, del quale tra l’altro qualche giorno fa é stato richiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Taranto!

Chi nella lista ha deciso sapeva benissimo cosa faceva e mi ha esposta ad una violenza inaudita. La sera della pubblicazione delle liste, i candidati di SEL hanno pubblicato sulla loro pagina Facebook il comunicato ufficiale del partito nel quale Vendola dichiarava di aver sempre fatto il proprio lavoro per difendere la nostra città, di aver sempre lottato per « scoperchiare la realtà ed aprire i dossiers sulla diossina”. Ecco, io ero in lista con loro.

Alessandro Marescotti ed io, con Riccardo Rossi di «Brindisi Bene Comune», abbiamo passato giorni a spiegare il perché non si può mettere la persona che ha portato avanti la procedura di infrazione della Commissione su Taranto, una esponente di primo piano della lotta di Taranto, con gente di Vendola.

Ma ogni volta la risposta é stata: ma tu sei la risposta a Vendola! Il fatto che ti candidiamo é la risposta a Vendola. Orribile scusa ed utilizzo della mia lotta per non dire a Vendola di tornare a casa.

Ho detto spesso a Barbara che Taranto l’avrebbe vissuta come un affronto irreparabile e che il corso nuovo delle cose doveva cominciare da noi, dalla rivoluzione che Taranto desidera e per la quale io mi batto tanto.

Ho sottolineato in varie occasioni che il punto di vista su SEL e su Vendola non era il mio, non era strettamente personale ! Ci siamo consultati con altre città, con Brindisi, con il Molise, con La Spezia, con Napoli, con la Terra dei Fuochi. La gente della terra dei Fuochi ha espresso il proprio scontento su Di Palma in varie emails che mi dicono aver mandato all’indirizzo della lista. Le nostre regioni si stanno rivoltando contro il governo di cui Vendola é esponente.

Ma le parole, le lettere, le ore di telefonate sono state vane.

La ringrazio profondamente per le sue parole e per l’azione che ha voluto portare avanti per sostenermi.

Antonia Battaglia

(poiché nel sito www.listatsipras.eu uno scambio di lettere tra Antonia Battaglia ed alcuni esponenti della lista L’Altra Europa con Tsipras è presentato in modo tutt’altro che visibile per il navigatore medio ne diamo il link per accedervi direttamente: http://www.listatsipras.eu/blog/item/435-valeria-grasso-ritira-la-sua-candidatura.html)

(9 marzo 2014)