Lo spauracchio del Front National

Cosa sia il Front National e cosa noi ne pensiamo lo scrivemmo nel gennaio scorso — Cos’è il Front National di Marine Le Pen —, anche in polemica con chi sostiene che sia defunta la “dicotomia destra sinistra”. Marine Le Pen ha certamente defascistizzato il partito paterno, conservandone però l’anima reazionaria, sbirresca e xenofoba.

Stolto e smemorato chi considera che il Front National sia diventato un partito potabile a causa della sua battaglia a favore dei meno abbienti e contro le ingiustizie sociali causate dalla globalizzazione liberista e dal regime euro(peista). Sempre le forze reazionarie, davanti a crisi sistemiche del capitalismo, si sono fatte largo, tra le masse proletarie, facendo propri obbiettivi, concetti e linguaggi tradizionalmente di sinistra. Senza questa capacità di mimetizzazione nessuna forza reazionaria avrebbe mai potuto uscire dal minoritarismo.

Qual è il primo errore madornale di certa sinistra radicale? Siccome la destra populista ha scippato le sue parole d’ordine, si gettano alle ortiche anche le parole d’ordine. Questa è la via storicamente già sperimentata del suicidio.

Il secondo errore, è quello di fare blocco con le classi dominanti e le élite liberiste pur di battere la destra reazionaria. Pare infatti sicuro che ai ballottaggi di domenica prossima il Front de Gauche guidato da Jean-Luc Mélenchon sosterrà tutti i candidati socialisti, ovvero governativi. Questa è la seconda modalità per il suicidio.

Questa modalità venne già sperimentata in occasione delle presidenziali francesi dell’aprile 2002, quando la sinistra radicale tutta (compresi i trotskysti) sostenne addirittura Chirac contro Le Pen padre. Che questa tattica non sia servita a nulla se non ha indebolire la stessa sinistra e a far apparire il lepenismo come unica forza antisistemica è oggi sotto gli occhi di tutti.

L’avanzata elettorale del Front National ha certo molteplici e profonde cause. Si spiega per la gravissima crisi sociale, perché la sinistra storica esprime gli interessi delle élite globaliste ed euriste, perché la sinistra radicale appare come ruota di scorta della sinistra liberista e si presenta come paladina dell’unionismo europeo e nemica di ogni discorso sovranista.

Ma si spiega anche a causa della narrazione che fanno da sempre i grandi mezzi di comunicazione. Qual è questa narrazione? Che chiunque si batta contro la globalizzazione e voglia uscire dalla micidiale trappola europea difendendo la sovranità nazionale è necessariamente “di destra”. I media francesi ed europei hanno deliberatamente satanizzato i sacrosanti sentimenti antieuro(peisti) e antiliberisti e quindi agitato lo spauracchio del lepenismo.  Davanti a questo vade retro Satana, mentre  le sinistre radicali impaurite si sono messe sotto la sottana “democratica”, il Front National ha accettato la sfida della demonizzazione e se ne è servito per farsi largo in mezzo al popolo lavoratore. Con successo come si vede.

Ma un successo fino ad un certo punto. Tutti i media, fedeli al loro racconto ingannevole, pur di spaventare i cittadini francesi, soprattutto i proletari e il ceto medio impoverito, offrono una lettura palesemente distorta dei risultati delle amministrative di domenica.

Se si provasse a leggere in controluce i risultati effettivi si può verificare che la “valanga lepenista” è poco più di una slavina.  Una consistente slavina, ma non l’attesa valanga. Il Front National non ha infatti ottenuto più del 6%. Ciò è certo dipeso dal fatto che nella gran parte dei 36mila comuni, anzitutto in quelli più piccoli, il partito non aveva liste. Ma già questo solo fatto è indicativo dell’effettivo radicamento del Front.

La percentuale sale al 9% nelle città con oltre 10mila abitanti e al 16,5% in quelle (600) dove il Front si è presentato. Quasi il doppio del risultato del 2008. Da nessuna parte il Front ha vinto al primo turno, tranne la cittadina di Hénin-Beaumont (nella devastata zona mineraria dell’estremo nord). Vero è che i candidati sindaci del Front sono al primo posto in 17 città e al secondo in altre 44. Vedremo come andranno gli oltre 300 ballottaggi di domenica prossima. Potrebbe vincerne una buona parte, visto che i gollisti hanno respinto l’appello all’alleanza fatto dal Primo ministro socialista Jean-Marc Ayrault.

Che ci sia stata un’astensione quasi del 40%, la più alta percentuale mai registrata alle municipali francesi, la dice lunga sul distacco enorme tra rappresentati e rappresentanti, sulla sfiducia di massa verso il sistema e i partiti, Front compreso.

Va quindi sottovalutata la spinta che sta dietro al Front? Ovvio che no. Stiamo solo dicendo che i media stanno deliberatamente gonfiando i risultati, a dimostrazione che il sistema barcolla e sta schierando la sua soldataglia in vista del 25 maggio, in occasione delle elezioni europee. Stiamo dicendo che oggi come oggi il nemico che va battuto è il blocco delle forze euro(peiste), ovvero lo schieramento che rappresenta l’aristocrazia finanziaria e bancaria, il grande capitalismo delle multinazionali.

da sollevAzione