Ucraina: intervista ad un dirigente di Borotba (Lotta)
a cura di Iniziativ e. V. Duisburg, Germania
«Tutte le nostre sedi di partito sono state distrutte dalla cosiddetta Guardia Nazionale, copertura legale dei gruppi neo-nazisti. Quando la nostra gente è arrivata ha visto persone in uniforme nera, armate di AK-47 che bloccavano i nostri uffici. Hanno preso tutto: bandiere, sistemi musicali, computer e anche i giornali. Si comprende facilmente che in tali condizioni non è possibile lavorare apertamente e legalmente».
La seguente intervista con Sergei Kirichuk, il leader in esilio di Union Borotba (Lotta), è stata pubblicata in www.initiativ-online.org l’11 Giugno 2014. È stata tradotta dal tedesco da www.workers.org Workers World, caporedattore John Catalinotto.
Initiativ: Come e quando è stato creato Borotba?
SK: Siamo un’organizzazione nuova e molto giovane. Abbiamo fondato Borotba nel 2011 come il risultato di una coalizione di diversi gruppi di sinistra. Alcuni provenivano da associazioni marxiste, altri dal Partito Comunista di Ucraina (KPU), e anche dalla sua organizzazione giovanile. Ci sono diverse persone con background differenti. Abbiamo stalinisti, trotskisti, maoisti e persone di altre esperienze politiche nella nostra organizzazione.
Siamo arrivati ad un punto in cui ci siamo resi conto che queste divisioni non sono più così importanti come una volta. In varie campagne abbiamo lavorato tutti insieme e abbiamo scoperto che queste differenze non sono ora così significative. Possiamo lavorare insieme per costruire qualcosa di nuovo, questa era l’idea chiave. Un sacco di persone hanno partecipato a questo processo. Per essere onesti, le persone che hanno sostenuto questo processo erano per lo più esperte di politica ed istruite. Ma anche i lavoratori senza formazione specifica sono stati coinvolti, così come persone non provenienti dal movimento operaio. Uno di loro viene da Kharkov e pochi giorni fa qualcuno ha cercato di rapirlo.
Anche se per lungo tempo siamo stati molto ben organizzati e attivi, numericamente siamo restati un’organizzazione molto piccola. Avevamo uffici regionali in tutte le principali città. Alle nostre manifestazioni più importanti abbiamo avuto diverse centinaia di partecipanti.
Quando la crisi è iniziata, quando il movimento Maidan è iniziato [lo scorso novembre], gli siamo stati contro fin dall’inizio. Era una posizione che molta gente poteva facilmente comprendere, soprattutto le persone della classe operaia. Cavalcando questa onda, abbiamo aumentato la nostra influenza e siamo devenuti una delle forze principali in città come Kharkov, per esempio. Dopo il colpo di stato di Maidan [del 22 febbraio], i fascisti hanno distrutto la nostra sede a Kiev. I nostri compagni in Ucraina occidentale sono entrati in clandestinità, mentre abbiamo continuato a condurre attività pubbliche a est, dove era ancora possibile.
La città ucraina di Kharkov è stato uno dei più grandi centri industriali ai tempi dell’Unione Sovietica, dopo Mosca e Leningrado. Oggi Kharkov è uno dei più grandi snodi ferroviari in Europa. E’ una città con una buona tradizione di sinistra e democratica. Non è quindi affatto sorprendente che il sentimento a Kharkov è stato ed è così forte contro il nuovo governo golpista oligarchico. Ci sono stati raduni enormi, tutti pacifici, contro questo nuovo governo a Kiev. E, naturalmente, abbiamo attirato nuovi membri da questo movimento. Ad esempio, in un solo giorno, 300 persone hanno firmato una dichiarazione di adesione alla nostra organizzazione. E naturalmente non erano tutti comunisti, socialisti o di sinistra: hanno espresso il loro accordo con una politica specifica. Ma 300 dichiarazioni del genere hanno già enorme importanza. Questo ha mostrato come il nostro programma fosse ben mirato.
Initiativ: Se qualcuno chiede cosa è Borotba è, come si risponde? Cosa vi distingue dal KPU (Partito Comunista di Ucraina)?
SK: Siamo un’organizzazione comunista. Ma la più nota organizzazione di sinistra in Ucraina è il KPU. Noi critichiamo decisamente questo partito, ed eravamo chiaramente in contrasto con le sue illusioni parlamentari. Il KPU faceva parte del governo oligarchico di Yanukovich. Ma se dici che sei un comunista, allora tutti pensano che fai parte del KPU. Questo è il motivo per cui abbiamo preso il nome Borotba. Il nome significa letteralmente “lotta”, e implicitamente evoca la tradizione dei comunisti ucraini, che una volta avevano un giornale chiamato Borotba. Ci sono state altre organizzazioni in passato chiamate Borotba.
Per gli occidentali il nome a volte suona strano, ma ha vere radici ucraine. Quello che è divertente è che Borotba è il nome in ucraino. Nei media ucraini naturalmente noi siamo rappresentati come agenti di Putin, come un partito filo-russo. Il problema è che noi, ovviamente, appariamo anche nelle regioni di lingua russa con il nome ucraino Borotba. La maggior parte delle persone trova difficile capire perché un tale partito avrebbe un nome ucraino.
Initiativ: Fin dall’inizio siete stati contro il Maidan. Perché?
SK: Fin dall’inizio, le manifestazioni di Maidan non hanno formulato richieste sociali. In molti pensano che il Maidan era una sorta di grande movimento democratico, con richieste sociali. Le forze fasciste entrarono in Maidan come una catastrofe naturale, distruggendo la parte progressista del movimento e mettendosi in prima linea. Fin dall’inizio il Maidan ha sostenuto l’accordo di libero scambio con l’UE, la cui unica aspirazione è quella di saccheggiare e distruggere l’economia ucraina.
Per altro verso, l’idea del successo individuale era nell’aria. Ciò culminò nell’idea che il sistema ucraino, corrotto e dominato da oligarchi, avrebbe potuto essere superato entrando nella UE. Coloro che sono disposti a lavorare sodo avranno successo e diventeranno ricchi.
Non solo l’opposizione nazionalista liberale, ma anche il governo Yanukovych diffuse la stessa propaganda nei media. E’ stato detto: guardate i paesi baltici che hanno attuato riforme, che sono parte della UE, hanno la ricchezza, sono tanto ricchi, e dobbiamo seguire questa strada. Ma gli ucraini possono vedere e pensare. Si sono accorti della crisi in Europa e, ad esempio, hanno anche visto quello che è successo in Grecia. E c’è stata questa grande campagna anti-greca in Ucraina, che ha sostenuto che in Grecia, governata dai socialisti, la gente è molto ricca e molto pigra e che ora deve pagare per il suo comportamento. Questo non è uno scherzo, davvero è quello che sostengono.
Per lungo tempo siamo stati la minoranza di una minoranza. Per esempio, quando ho partecipato ad un dibattito televisivo, io ero l’unico contro l’integrazione europea. Tutti i rappresentanti ufficiali [del regime Yanukovych] così come l’opposizione erano favorevoli. E, naturalmente, non avevano argomenti ragionevoli contro la mia posizione, perché ho sottolineato quali sarebbero state le conseguenze della zona di libero scambio. Non avevano nemmeno una risposta razionale. Hanno detto, “Guardate l’UE, sono tutti così ricchi”, e quando ho manifestato chiaramente il mio disaccordo hanno ribattuto dicendo che non volevano più sentire tale propaganda sovietica.
Initiativ: Quali sono le ragioni per cui Yanukovich ha rifiutato di sottoporsi ai diktat dell’UE?
SK: Yanukovich non ha firmato la dichiarazione con l’UE perché c’era la pressione da parte russa. Il problema era che la Russia non era in grado o non era disposta a trovare un compromesso che avrebbe consentito all’Ucraina di cooperare con la Russia e con l’Unione Europea. Dall’altra parte, c’era una grande pressione da parte delle imprese ucraine, in particolare di quelle del settore ad alta tecnologia, per esempio l’industria che produce motori per elicotteri, aerei, armi nucleari e razzi spaziali, che producono per il mercato russo e non per l’UE. Circa il 50 per cento del commercio estero ucraino è con la Federazione russa e l’altra metà è con l’UE. Così Yanukovich subiva la pressione degli oligarchi di tutti e due i lati.
La differenza è che l’Ucraina fornisce molte materie prime all’UE, e il profitto di questi settori è molto basso, mentre ciò che viene consegnato alla Russia è ad alto prezzo, prodotti high-tech. Il grande capitale ha esercitato una pressione tremenda e Yanukovich infine ha annunciato che ci dovevano essere più negoziati, in modo che l’Ucraina avrebbe potuto conseguire scambi più proficui con l’accordo di libero scambio. Questo è stato il motivo per cui ha avuto inizio il movimento di Maidan. Hanno provato a spiegare che il motivo per cui siamo così poveri è perché stiamo vivendo in Unione Sovietica. Non esiste più, dicono, ma abbiamo ancora una mentalità sovietica e dobbiamo rompere con questa mentalità per diventare parte dell’Europa. Sul Maidan hanno costruito un muro simbolico. Hanno detto che stiamo vivendo in Unione Sovietica e che se superiamo questo confine e diventiamo parte della UE, allora stiamo rompendo con il nostro passato.
Initiativ: Qual era il programma politico concreto di Borotba in quel momento?
SK: Ovviamente siamo stati in netta opposizione al governo Yanukovich. Ma abbiamo anche capito che questa opposizione di Maidan è altrettanto reazionaria. Così abbiamo rivolto la nostra critica verso entrambi i lati. In quel momento, gli schieramenti politici erano già fortemente polarizzati tra Yanukovych e l’opposizione filo-occidentale e noi abbiamo rappresentato il pensiero di una piccola minoranza della società ucraina.
Poi alcune persone hanno cominciato a capire che cosa stava realmente accadendo quando il movimento di Maidan in tutto il paese ha cominciato a distruggere monumenti a Lenin. Hanno distrutto centinaia di monumenti sparsi in tutto il paese. La gente ha potuto comprendere molto bene ciò che stava accadendo. Queste sono forze reazionarie, senza rivendicazioni sociali progressiste e con un’ideologia di destra. E sostengono che tutti i problemi sono riconducibili a Lenin.
Dopo il colpo di stato, i monumenti a Lenin sono divenuti importanti simboli politici. Anche a Kharkov, per esempio, hanno cercato di distruggere il monumento; molte persone provenienti da tutta la città sono venute a proteggere il monumento, e solo una minoranza erano comunisti o di sinistra, la maggioranza assoluta era gente comune. E hanno difeso il monumento come espressione della nostra storia, la nostra storia sovietica. Questa è la nostra storia. Per esempio, c’era una donna anziana in una manifestazione con un cartello sul quale aveva scritto: non dovreste distruggere la vostra propria casa, proprio perché è stata costruita in epoca sovietica.
Initiativ: Qual è la situazione oggi?
SK: Tutte le nostre sedi di partito sono state distrutte dalla cosiddetta Guardia Nazionale, copertura legale dei gruppi neo-nazisti. Quando la nostra gente è venuta negli uffici ha visto persone in uniforme nera, armate di AK-47 che bloccavano i nostri uffici. Hanno preso tutto: bandiere, sistemi musicali, computer e anche i giornali. Si comprende facilmente che in tali condizioni non è possibile lavorare apertamente e legalmente.
Due settimane fa hanno tentato di rapire due dei nostri compagni dirigenti in seguito ad una manifestazione contro la guerra a Kharkov. Alla fine della manifestazione gente con AK-47 ha provato a infilare a forza i nostri compagni in una macchina. I presenti sono stati in grado di impedire quanto stava accadendo.
Tutta la nostra dirigenza è ora in clandestinità. Molti dei nostri membri hanno lasciato il paese. I nazisti, ad esempio, hanno attaccato il noto giornalista di sinistra e membro di Borotba Andriy Manchuk, capo redattore della rivista quotidiana Internet Liva. Alla fine, ci hanno reso illegali e la dirigenza è stata costretta all’esilio. Ma pochi giorni fa c’è stato un comizio improvvisato a Kharkov. La gente comune si è riunita in piazza e c’erano un sacco di bandiere di Borotba.
Initiativ: Hai parlato di solidarietà con la lotta di liberazione curda? Che cosa vuoi dire con questo?
SK: Debbo fare chiarezza. Se guardiamo la bandiera di Borotba, vediamo un gran numero di somiglianze con la bandiera del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). Non è che l’abbiamo concepita così fin dall’inizio; ma abbiamo un bel po’ di membri curdi in Borotba. In ultima analisi è stata la pressione dei filo-capitalisti, degli studenti neoliberali ostili a noi che ha portato a questo accordo sulla bandiera. Essi hanno scritto in un comunicato che Borotba è collegato al PKK e che il Partito dei Lavoratori del Kurdistan è considerato un’organizzazione terroristica nella UE. Hanno affermato che insieme formano un fronte terroristico contro l’UE. Noi siamo sempre stati solidali con la lotta di liberazione dei curdi.
Iniziativ: Da dove provengono i curdi? Immigrarono in Ucraina ai tempi dell’Unione Sovietica?
SK: La maggior parte dei curdi che vivono in Ucraina provengono dal sud, dalla regione di Odessa. Alcuni di loro sono studenti, altri lavorano nei mercati come commercianti. Il governo ucraino ha sempre lavorato in stretta cooperazione con la Turchia. Questo ha fatto pressione sul governo ucraino affinché prendesse misure contro i curdi.
In precedenza, le autorità non facevano arrestare i curdi, né avevano voglia di svolgere una maggiore repressione contro di loro. Ma le autorità universitarie hanno esercitato pressione, ad esempio, sugli studenti, dicendo che avrebbero solo dovuto studiare e non partecipare ad attività politiche. Tuttavia, gli studenti curdi hanno organizzato incontri politici.
La propaganda principale che i media ucraini hanno sempre ripetuto è che i curdi semplicemente non possono vivere in pace. E che, anche se la Turchia è una paese così “democratico” e “pacifico”, i curdi avrebbero sempre compiuto atti terroristici. I media hanno chiesto sempre: “Perché sono venuti in Ucraina? Non possono vivere in pace.”
Initiativ: Cosa pensi dell’idea di una federazione democratica? Anche in relazione alla situazione concreta in Ucraina?
SK: Il popolo kurdo deve decidere quale forma di auto-determinazione assumerà. In Ucraina noi siamo per il federalismo democratico. Questo significa autonomia di bilancio, politica e sociale per l’Ucraina sud-orientale. Il sud-est sarebbe una componente della Federazione ucraina. E naturalmente abbiamo bisogno di piena parità linguistica.
Le persone sono molto scioccate sulle mistificazioni storiche. Collaborazionisti nazisti vengono improvvisamente trasformati in eroi nazionali in Ucraina. Quei giorni sono ormai buoni pagine della nostra storia. Se ora vogliono costruire monumenti a Bandera [collaborazionista ucraino di Hitler], per favore lasciatemi fuori. La gente del sud-est non vuole tutto questo. Dicono che stanno costruendo monumenti a Lvov, in occidente, per i collaborazionisti nazisti e noi difendiamo i nostri monumenti all’esercito sovietico.
Che ciò accada in un unico stato o in due, per ora è l’ultimo dei problemi. Nel sud-est, nelle repubbliche del Popolo, ora c’è un dibattito. Che cosa dobbiamo fare? Entriamo in una federazione con l’Ucraina o ci separeremo?
Initiativ: Come continuerà la lotta, data la nuova situazione?
SK: Abbiamo sempre criticato il KPU perché era concentrato sulla lotta parlamentare. Noi ci siamo sempre concentrati sulla mobilitazione di massa dei lavoratori e dei giovani, sui lavoratori dei servizi pubblici, ecc. Eravamo sotto l’illusione di andare a vivere per molti anni in una democrazia liberale, con la libertà di riunione e di associazione. Al momento non siamo pronti, né lo siamo mai stati, a questa nuova situazione, a questa guerriglia. Non abbiamo le infrastrutture, le armi e l’esperienza. Questo è stato un grosso errore.
Initiativ: La maggioranza della gente che sta lottando nel sud-est, dalla parte delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, è composta da russi, come sostenuto ripetutamente dai media in Occidente?
SK: Naturalmente, la maggioranza assoluta delle persone provengono dalla regione stessa. Così come ci sono persone provenienti da sud-est a combattere dalla parte della giunta Kiev, ci sono anche persone provenienti dalla Russia che combattono dalla parte delle Repubbliche Popolari. Nel sud-est non c’è una significativa influenza russa. Per esempio, c’è un cittadino russo che è il leader della resistenza a Slavyansk. E Kiev afferma che egli è un membro dei servizi segreti russi. Secondo una ricerca giornalistica, ora è risultato che è un membro del movimento “Rekonstructer”. Queste sono persone che indossano uniformi risalenti al tempo degli zar. Si incontrano in eventi pubblici e organizzao spettacoli, ecc. Beh, è ??diventato un comandante leader della resistenza a Slavyansk, e in tal senso si tratta di influenza russa. Ma non ci sono esperti ufficiali del servizio segreto russo che guidano e controllano tutto, come sostiene la narrazione mediatica.
D’altra parte, ci sono alcuni russi nel sud-est, ma non così adatti per la propaganda mediatica pro-ovest, perché prendono una posizione chiara contro Putin.
Initiativ: Ora un’ultima domanda sulla Crimea. Qual è la situazione generale, e in particolare quella dei tartari di Crimea?
SK: Putin sta giocando la partita. Ora ha dato ai tartari in Crimea alcuni diritti nazionali. Essi sono rappresentati nel parlamento locale e nel governo. Questo è esattamente ciò che i tartari hanno sempre chiesto al governo ucraino per 20 anni.
Mentre l’esercito ucraino lasciava la Crimea, nessuno voleva combattere contro l’esercito russo; tutti, più o meno, hanno accettato la nuova situazione. Solo il tartari hanno manifestato il loro rifiuto. E i nazionalisti ucraini hanno invitato i tartari ad unirsi con gli ucraini in questa lotta.
Ma nessuno si è unito a loro, nemmeno i tartari. Non tutti in Crimea erano contenti dell’annessione alla Russia. Ma ora guardano la TV e vedono il massacro di Odessa, la guerra civile e il bombardamento di interi palazzi a Donetsk, e si dicono l’un l’altro “Grazie a Dio noi non siamo colpiti.”
Traduzione di Maria Grazia Ardizzone