Le menzogne di Netanyahu
Svelate anche le falsità sui tre coloni rapiti ed uccisi a giugno

Israele non si ferma. Il genocidio deve continuare. Dopo alcune ore di relativa tregua, durante le quali in realtà l’esercito sionista ha proseguito le sue attività militari all’interno della Striscia di Gaza, sono ripresi anche i bombardamenti. Intanto, con i 147 corpi recuperati solo ieri dalle macerie, il totale delle vittime palestinesi è salito a 1.058.

In realtà non si può parlare neppure di una vera e propria tregua. Quella di Israele è stata semmai una finta tregua, con il dichiarato intento di continuare a colpire la Resistenza (specie i tunnel), pretendendo al tempo stesso il cessate il fuoco da parte palestinese.

Insomma, per dirla con altre parole, questi farabutti non si accontentano di aver raso al suolo il campo di concentramento in cui hanno rinchiuso 1 milione e ottocentomila persone. Pretendono anche l’annichilimento totale dell’avversario, che dovrebbe solo subire senza reagire.

Ovviamente questa pretesa è stata respinta dalle organizzazioni della Resistenza. Hamas ha detto chiaramente che non può esservi tregua senza il ritiro dei carri armati israeliani dalla Striscia, senza che gli sfollati possano fare ritorno nelle loro case, senza che i mezzi di soccorso possano operare in sicurezza,

Come sempre, l’arroganza sionista non ha limiti. Così Netanyahu accusa addirittura Hamas di «violare persino il proprio cessate il fuoco», e la stampa occidentale riprende belante una simile affermazione. Il proprio di chi? Ma che razza di «cessate il fuoco» è, quello che pretenderebbe di continuare a lasciare il diritto di sparare solo agli aggressori?

La verità, come chiarisce Haaretz, è che il governo Netanyahu ha respinto sdegnosamente perfino la proposta di tregua americana, presentata da John Kerry. Il governo sionista, al gran completo, si è così permesso di sbattere la porta in faccia addirittura al grande protettore di sempre. In breve, Kerry è stato accusato di aver preso in considerazione alcune richieste di Hamas, come l’apertura dei valichi e l’afflusso dei beni nella Striscia. Questioni sulle quali il governo sionista non intende neppure discutere.

Ma c’è di più: ad aver indispettito Netanyahu ed i suoi c’è un altro aspetto. Mentre gli Usa vorrebbero coinvolgere nella trattativa la Turchia ed il Qatar, paesi considerati vicini ad Hamas, per Israele c’è una sola iniziativa valida, quella egiziana. Una ulteriore dimostrazione di quanto sia marcio il regime del Cairo, applaudito da tanti sinistrati occidentali per aver deposto l’islamico Morsi. Un regime che partecipa attivamente, sul lato sud, a rendere ancora più duro l’assedio del popolo di Gaza.

Ma se il mix di arroganza e menzogna non può stupire, dato che è da sempre lo standard abituale dei governi sionisti, c’è una questione ancora più importante. Qual è stato l’innesco propagandistico che ha portato all’ennesimo attacco a Gaza? Tutti ricorderanno che la crisi attuale è iniziata con la vicenda dei tre giovani israeliani, appartenenti a famiglie di coloni, rapiti ed uccisi nel mese di giugno.

Bene, ma chi li ha rapiti? Né Hamas, né altre organizzazioni della Resistenza hanno mai rivendicato quell’atto. Ed ora, citato dalla BBC, ecco che perfino il portavoce della polizia israeliana, Rosenfeld, ammette che «Hamas non è stata in nessun modo coinvolta» nel rapimento e nell’uccisione dei tre coloni.

Ovviamente il governo Netanyahu seppe fin da subito che Hamas era estranea, ma il pretesto era troppo comodo per lasciarlo cadere. E’ a partire da questa accusa menzognera ad Hamas che siamo arrivati alla strage attuale. E’ possibile che nessuno in occidente ne chieda conto al governo israeliano, libero di uccidere quanto di mentire come nessun altro al mondo?

Purtroppo su questo non possiamo farci troppe illusioni. L’offensiva sionista può essere fermata solo dalla capacità di resistenza del popolo palestinese. E questa volta la resistenza armata si sta dimostrando più efficace del passato. Secondo alcune stime, i soldati israeliani caduti sono già più di cento, altre centinaia i feriti. Israele ammette la perdita di 45 soldati, ma come si è visto in passato queste cifre vengono sempre tagliate ed addomesticate per tenere compatto il fronte interno.

Viva la Resistenza agli aggressori sionisti!