Gli “aiuti” USA strumento della CIA

Una storia iniziata nel secolo scorso estende i suoi tentacoli in questo secolo, dove le armi si digitalizzano e prendono il cyberspazio per sparare proiettili, anche mortali, destinati a manipolare le menti con guanti di seta, ma con gli obiettivi finali che non variano da quegli anni brutali di cruenti colpi di stato e dittature militari: togliere di mezzo i Governi e i politici,  gli attivisti di uno sviluppo con giustizia sociale.

Quando l’azione diretta del Pentagono e le cannoniere, o dei discepoli della Scuola delle Americhe (o come si chiama adesso), non furono la via adatta per tali scopi, gli USA aprirono altre strade.

Nel novembre 1961  – fallita la loro invasione della Baia dei Porci con la sconfitta che il popolo cubano gli inflisse sulle sabbie di Playa Girón, e anche il miserabile contributo di 20000 milioni dell’Alleanza per il Progresso di John F. Kennedy – l’idea fu creare l’USAID (United States Agency International for Development – Agenzia  USA per lo Sviluppo Internazionale) attraverso il Foreign Assistance Act (Legge di Assistenza all’Estero), del 1961.

L’Agenzia  Internazionale per lo Sviluppo formava con l’acronimo AID una parola ingannevole, con pelle di pecora pronta per le buone azioni: “Aiuto”, camuffamento ideale per i veri fini di spionaggio, intraprendere azioni sporche, formare personalità e personaggi leali per eseguire gli sforzi di destabilizzazione di economie e Governi.

Cuba fu il centro primario del mirino USA, così come l’intenzione di isolarla dalla comunità dei paesi vicini dalla quale, però, poi sarebbero venuti altre fonti di attenzione nella regione, e si estesero, secondo gli interessi strategici di Washington, a praticamente tutto il mondo. Gli USA ampliarono la loro azione “amichevole” al resto del pianeta: che una carestia in questo o quel paese o regione dell’Africa; che un disastro naturale in Asia; che un’epidemia in chissà quale punto della geografia planetaria e lì c’era il timbro di una mano “amica”, mascherando i veri scopi.

La realtà era ed è ben diversa, l’USAID ha una lunga storia come braccio operativo della Central Intelligence Agency (CIA), e i suoi contratti sono collegamenti per la sovversione.

Ricordiamo un po’ della storia del nostro continente: nel 1970, i guerriglieri Tupamaros rapirono e giustiziarono Dan Mitrione, un funzionario dell’USAID in Uruguay che lavorava per la CIA e aveva come funzione principale addestrare la polizia speciale uruguaiana e anche quella brasiliana in tattiche di tortura in cui lui era un maestro.

Quel brutale incidente di Dan Mitrione, porse allo scoperto il sordido ruolo degli USA con le dittature del Cono Sud, fece sì che nel 1974 si emendasse il Foreign Assistance Act  e si proibisse l’assistenza alla polizia e – almeno sulla carta – finisse il coinvolgimento (USAID) nei programmi di  Sicurezza Pubblica in America Latina, che insieme con la guerra in Vietnam, fece parte della strategia anticomunista del Governo USA.

Ma ci sono molti esempi di attività analoghe nei quasi 55 anni di esistenza dell’ USAID, anche se sono stati rivestiti in compiti sociali umanitari.

Lo scorso aprile, il Wayne Madsen Report, un sito web di questa giornalista investigativa di Washington, che ha denunciato in articoli e libri non poche delle storie “politicamente scorrette” e “politicamente imbarazzanti” delle azioni ufficiali del Governo USA, pubblicava un lungo elenco delle operazioni segrete dell’USAID come braccio della CIA contro paesi tanto dissimili come Indonesia, Pakistan, Venezuela e Bolivia,  a proposito delle rivelazioni dell’agenzia Associated Press (AP) su ZunZuneo, contro Cuba, il programma sovversivo per incoraggiare, soprattutto, i giovani dell’isola alla rivolta.

Sempre presenti sono i progetti che finanziano la cosiddetta “società civile” mediante una “miscellanea di contrattisti stranieri” o domestici come la Development Alternatives, Inc. (DAI) e la Creative Associates, Inc. (CAI), i cui dipendenti e denari appaiono in numerose operazioni della silenziosa USAID, disposti contro  paesi che vanno da Cuba alla Palestina, passando per Filippine, Europa orientale, molte nazioni africane e anche dell’America Latina.

Alcuni esempi

“Mentre l’USAID si muoveva in Indonesia, nel 1965 (quella del dittatore Suharto), suoi contractor volavano in Air America, una compagnia aerea della CIA, che lanciava armi e raccoglieva droghe in Laos o contrabbando in Thailandia e Vietnam del Sud” afferma il Wayne Madsen Report.

Negli anni ’80 i dipendenti dell’USAID distribuivano un ‘aiuto non letale’ ai mujaheddin afghani rifugiati in Pakistan ed è stata anche utilizzata per l’acquisto di armi dei musulmani radicali che cercavano di spodestare l’uomo forte del Pakistan, Muhammad Zia-ul Haq.

Agì anche fomentando un’opposizione politica contro il presidente Jean-Bertrand Aristide ad Haiti, attraverso il Progetto Democrazia, negli anni ’90, e conclusero con un colpo di stato che hanno ripetuto nell’attuale secolo.

Nel 2002, l’USAID era presente in Palestina mediante la DAI, che richiedeva dettagliate informazioni  personali dei membri delle ONG che ricevevano fondi USA, e le informazioni, che includevano opinioni politiche personali dei membri delle organizzazioni, finivano alla CIA e al Mossad (servizio dell’intelligence sionista), in modo da poter fare pressione sulle ONG per favorire le politiche di USA ed Israele.

Inoltre, centinaia di migliaia di dollari sono stati incanalati come  «aiuto» ai gruppi che cercavano di minare il Governo del presidente Daniel Ortega, in Nicaragua tra il 1979 e il 1989.

Durante i dieci anni del presidente Alberto Fujimori in Perù, il suo capo dell’intelligence, Vladimiro Montesinos, ricevette fondi della CIA/USAID per la repressione, nelle zone rurali, dove agiva Sendero Luminoso ed il movimento guerrigliero Tupac Amaru.

L’USAID è stata collegata a un bel po’ di affari sporchi e corrotti dove il denaro dai contribuenti USA, presumibilmente destinati ad aiuti umanitari ed alimentari o servizi medici a paesi poveri, scompare in virtuali “buchi neri”.

Altre volte, l’ingerenza sovrasta tutto, come è accaduto nel 2009, quando la stampa pakistana ha riferito che l’USAID stava fornendo assistenza educativa diretta a studenti, ignorando il Ministero della Pubblica Istruzione di quel paese, al fine di “formare” quadri dipendenti e grati all’impero.

Uno dei contraenti preferiti dell’USAID è la Chemonics International, avviata nel 1976 dal conservatore repubblicano Gerald Murphy, che nel 1993 ha detto al quotidiano ‘The New York Times’: “Ho sempre voluto fare due cose: una, avere una mia propria CIA, e due aiutare la gente”. Chemonics ha ricevuto mezzo milione di dollari per sostenere le missioni sul campo dell’USAID in Nepal, dove fornì propaganda a favore degli USA per essere diffusa nelle stazioni radiofoniche del paese che occupa il tetto del mondo.

Dalla sua sede nel Ronald Reagan Building a Washington, l’USAID ha sviluppato innumerevoli piani d’ingerenze e di spionaggio come la sovvenzione di programmi di Assistenza nella Formazione per le Investigazioni Criminali Internazionali (ICITAP), da cui ne consegue che la CIA ha ottenuto le impronte digitali della popolazione in Albania, Kazakistan, Senegal, Nigeria, Gabon, Gambia, Madagascar, Uganda, Tanzania, e le isole indonesiane di Giava e di Sumatra.

Bolivia espelle, Venezuela lotta

Il 1 maggio 2013, il presidente Evo Morales ha annunciato l’espulsione dell’USAID, accusandola di agire, con la CIA, per destabilizzare la Bolivia e fomentare un colpo di stato. Da oltre 50 anni l’Agenzia era stata presente nel paese andino, e con l’arrivo del primo Presidente indigeno e il suo programma di governo volto al benessere del suo popolo ed alla trasformazione economica e sviluppo tecnologico e scientifico del suo paese, venivano meno le politiche di privatizzazione e diffusa appropriazione delle ricchezze minerarie e naturali.

I piani sovversivi non si fecero attendere e sono stati diretti, in primo luogo, alla rivolta e tentativi di secessione dei dipartimenti più sviluppati e ricchi del paese; sconfitti questi tentativi si rivolsero, in gran parte, a affrontare coloro che sono state le basi popolari del Movimento al Socialismo: sindacati ed organizzazioni indigene con il Governo di Evo.

Il Venezuela è stato un altro bersaglio speciale da che Hugo Chavez è diventato Presidente nelle urne, una prodezza che ha ripetuto in più di una dozzina di elezioni ed il popolo è tornato a ripetere  con Nicolas Maduro.

L’enfasi, nel caso del Venezuela, è stata posta nel sovvertire i giovani, soprattutto gli studenti universitari, non rendendosi conto che la Rivoluzione Bolivariana ha reso questa nazione il secondo paese del continente con il maggior numero di studenti a tutti i livelli di istruzione che, inoltre, cominciò ad essere gratuita e di qualità.

Con scioperi della “fame”, incatenamento ad installazioni di organismi internazionali, marce, blocchi stradali e violente guarimbas, questi studenti sono stati utilizzati dall’oligarchia venezuelana e dagli interessi esterni (cioè gli USA) come pedine della sovversione e pretesto per poter promuovere qualsiasi ingerenza straniera – militare o civile –; pretesa che non ha avuto successo per il sostegno della maggior parte del popolo alla Rivoluzione Bolivariana e chavista, compreso il segmento più giovane di questo popolo che ora si approssima al Congresso della Gioventù del Partito Socialista Unito del Venezuela.

Sotto piani di apparente innocenza: siano borse di studio, programmi di studio, seminari di formazione pratica in materia di salute e di altri argomenti, entrano il dissenso e la sovversione.

L’unità continua ad essere scudo e spada in Venezuela, lo è in Bolivia, e anche a Cuba, la cui gioventù ha denunciato e respinto il ZunZuneo, il Piramideo e il piano dei ‘viaggiatori’ sovversivi.

da cubainformAzione