Sabato 25 ottobre –  tutti a Città della Pieve (PG)
CONSEGNIAMO IL FOGLIO DI VIA A MARIO DRAGHI

Come già annunciato, si terrà domani a Città della Pieve la manifestazione promossa dal Coordinamento della sinistra contro l’euro. Un momento significativo della mobilitazione contro l’Europa oligarchica che impone sacrifici, tagli e tasse da anni.

Qualcuno ci ha chiesto come mai saremo proprio davanti alla villa del governatore della Bce, che oggi in molti vorrebbero considerare il “poliziotto buono” dell’UE, quello in grado di frenare gli istinti omicidi della “poliziotta cattiva” Angela Merkel.

In realtà i due, ognuno nel suo ruolo, lavorano di comune intesa per privatizzare, tagliare le pensioni, distruggere lo stato sociale ed i diritti dei lavoratori.

Per rinfrescare la memoria su chi sia Mario Draghi, rileggiamoci il contenuto della letterina che cofirmò con l’allora governatore Trichet il 5 agosto del 2011. Quella lettera ha dato la linea a tutti i governi italiani che si sono succeduti da allora: Berlusconi, Monti, Letta e Renzi.

Limitiamoci a quest’ultimo che, mentre litiga sui vincoli di bilancio, non manca certo di applicare – alla “lettera”, è proprio il caso di dirlo – quanto richiesto dai vertici della Bce.

Vediamo cosa chiedevano testualmente Draghi e Trichet nella famosa missiva di 3 anni fa, e quanto sta facendo sui vari punti l’attuale governo:

1. «Privatizzazioni su larga scala». E’ esattamente questo il programma di Renzi.

2. «Revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti». Ecco servita l’abolizione dell’articolo 18 (già colpito duramente da Monti) e la porcheria del Jobs Act.

3. «Riformare il sistema di contrattazione salariale collettiva». Questo – cioè la sostanziale cancellazione del contratto nazionale di lavoro – sarà la fase 2 di Renzi dopo l’approvazione del Jobs Act.

4.
«Riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turn-over e, se necessario, riducendo gli stipendi». Prima Monti, poi Letta ed ora Renzi hanno puntualmente confermato la linea del blocco salariale, che sta letteralmente falcidiando gli stipendi dei pubblici dipendenti.

5. «Intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico». Qui il grosso l’ha fatto Monti con la legge “Fornero”, ma non è difficile immaginare altri peggioramenti nel prossimo futuro.

6.
«C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province)». Un’indicazione estremamente precisa che il governo ha tradotto in legge, abolendo in primo luogo la democrazia, cioè la normale elezione dei consigli provinciali.

Ma in quella lettera – a proposito di sovranità cancellata – c’è qualcosa di più. Ecco cosa si permettevano di scrivere i due: «Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio». Un’indicazione già tradotta in legge nel 2012 con la norma costituzionale sul “pareggio di bilancio”.

Non c’è bisogno di aggiungere altro sul perché domani saremo a Città della Pieve, per consegnare a Mario Draghi il FOGLIO DI VIA come persona non gradita.

Concentramento in Piazza del Plebiscito alle 14,30