In Spagna, nelle recenti elezioni europee, la vera sorpresa è stata l’affermazione di PODEMOS —7,96% dei voti e 5 seggi a Strasburgo. [nella foto il leader Pablo Iglesias] PODEMOS, in alcuni sondaggi, risulta essere già il primo partito spagnolo. Vedi la tabella più sotto. Un exploit del tutto simile a quello ottenuto dal Movimento 5 Stelle nelle elezioni del febbraio 2013.

Ci sono in effetti similitudini tra i due movimenti, come forti differenze. La prima tra queste è che PODEMOS ha dato rappresentanza politica ad un reale movimento sociale di massa come gli indignados (Movimiento 15-M) ed è stato fondato il 17 gennaio 2014 da militanti di sinistra, quindi con una visione non solo antiliberista ma anticapitalista. Tra loro ci sono compagni come l’economista Alberto Montero (che era al Forum di Assisi dell’agosto scorso).

«A otto mesi dalla sua comparsa sulla scena, il partito degli “indignados” Podemos rivoluziona la mappa politica spagnola. Se si votasse oggi, secondo un sondaggio di Metroscopia per El Pais, il partito di Pablo Iglesias vincerebbe le elezioni con il 27% dei suffragi, 7 punti avanti al Partido Popular, crollato dal 44,6% delle politiche 2011 al 20,7%. Dietro Podemos anche i socialisti, che tuttavia con il nuovo leader Pedro Sanchez riescono a frenare l’emorragia, attestandosi come secondo partito al 26,2%. El Pais fa notare come mai prima d’ora, in Spagna, una formazione politica così recente sia riuscita a raggiungere percentuali di consenso così alte. Dopo il risultato ottenuto a maggio – scrive il quotidiano spagnolo – ora il movimento “consolida il suo distacco” a sette mesi dalle elezioni regionali e comunali e ad un anno dalle elezioni generali». [L’Uffington Post]

«Il forte malcontento dell’elettorato è evidenziato da oltre il 20% di astensionisti e da circa il 18% che hanno intenzione di votare scheda bianca oppure per partiti diversi rispetto ai due giganti della politica spagnola. Podemos cresce anche a scapito di Izquierda Unida (IU), la Sinistra Unita, che registra un forte calo, fino al 3,8% dei voti. In attesa che le stime siano corroborate dal Barometro di ottobre del Centro statale di ricerche sociologiche (Cis), molti analisti si chiedono se l’exploit di Podemos sia un’effervescenza temporanea, che catalizza la protesta contro la ‘casta’ politica e la corruzione – come indicano il 42% dei suoi potenziali elettori – o se si tradurrà in una solida alternativa politica.

Al suo esordio alle scorse elezioni europee, il partito – che culminerà la fase costituente con l’elezione di Pablo Iglesias a segretario generale – ha ottenuto 1,2 milioni di voti e 5 seggi. E ha confermato il modello organizzativo assembleare, con la decisione di non presentarsi alle elezioni municipali del maggio prossimo con una propria sigla, ma solo a quelle regionali del 2014 e generali del 2015. Allo stesso tempo appare evidente che il sistema bipartitico, con l’alternanza al governo del Pp e del Psoe dalla transizione democratica a oggi, è destinato ad essere superato da governi di coalizione. Da parte loro, i fondatori di Podemos, tutti docenti di Scienze Politiche o esperti in Scienze Sociali, si mostrano cauti rispetto al sondaggio di Metroscopia. Ma non negano che conferma una tendenza dovuta a “un tempo politico di scomposizione” del tradizionale consenso elettorale. L’obiettivo che si prefiggono è vincere le elezioni del 2015, occupando “il centro dello scacchiere” politico.  E che non siano sulla strada sbagliata è confermato dallo stesso rilevamento de El Pais, secondo il quale l’8% degli elettori del Pp sarebbe disposto a votare Podemos, percentuale che sale al 31% nel caso degli elettori socialisti».

da sollevAzione

 

nella tabella i risultati delle europee in Spagna