Sabato 6 dicembre assemblea nazionale a Firenze presso il Dopolavoro Ferroviario

È senso comune che il 15 settembre 2008 sia una data spartiacque. Con la bancarotta della Lehman Brothers entrava in crisi il sistema globale contraddistinto dalla assoluta prevalenza della finanza speculativa e predatoria su tutte le sfere della vita economica e sociale. Si sbagliava chi pensava che, visto il collasso, sarebbe stato abbandonato il neoliberismo.

Il sistema politico finanziario, gestito da ristrette e onnipotenti élite oligarchiche, ha infatti ripreso a lavorare a pieno ritmo e potrebbero portare ad un nuovo e più tremendo disastro globale. L’Unione europea non è l’epicentro della crisi sistemica per caso. Ciò dipende anzi dai criteri con cui è stata concepita, dipende dalla sua struttura di cui la moneta unica è lo strumento.

Malgrado ogni evidenza sulla insostenbilità dell’euro, i dominanti hanno fatto di tutto per tenerla in vita. Le conseguenze per i popoli, compreso quello italiano, sono stati devastanti. Per evitare la spoliazione e l’inesorabile declino del nostro Paese, l’uscita dall’euro e dall’Unione europea, la riconquista della sovranità nazionale, sono passaggi non sufficienti, ma assolutamente necessari.

Le cose cambiano

Se fino a ieri la proposta di uscita dall’euro era minoritaria, oggi rappresenta una larga fetta della popolazione. L’incapacità delle classi dominanti e dei suoi fantocci politici, la loro ottusità nel massacrare i popoli pur di tenere in vita il moribondo, apre grandi spazi alla proposta di voltare pagina. Ci spieghiamo così come mai forze politiche parlamentari — anche quelle che hanno avuto responsabilità di primo piano nel sostenere la moneta unica e le politiche neoliberiste: dal voto favorevole al Trattato di Maastricht all’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione — si vadano riposizionando nella speranza di evitare di essere travolte.

Questa conversione, in certi casi più formale che sostanziale, ha avuto pesanti conseguenze sulla costellazione di associazioni anti-euro e “sovraniste” che per prime avevano indicato la via dell’uscita dall’euro, dell’alternativa della sovranità, e della difesa della Costituzione democratica. Si fa strada la tendenza a smobilitare ed a delegare a forze come la Lega Nord, Fratelli d’Italia o il Movimento 5 Stelle, il compito di portarci fuori dal marasma.

E’ possibile fermare questo corso?
Ci si può fidare dei gattopardi liberisti che fino a ieri stavano nella stanza dei bottoni? Al tempo stesso, fino a che punto possiamo considerare il Movimento 5 Stelle una forza autenticamente sovranista? O non è forse necessario che le associazioni, i movimenti ed anche i singoli cittadini che per primi hanno denunciato il sistema eurista, si raggruppino per offrire loro una seria e coerente alternativa politica ai cittadini?

Proviamoci!

Per questo il Coordinamento della Sinistra contro l’Euro promuove  l’incontro del 6 dicembre prossimo a Firenze presso il “Dopolavoro ferroviario” in via Alamanni 4, invitando a partecipare tutti coloro che condividono lo spirito di questa lettera aperta. La crisi sociale e politica conoscerà nuove accelerazioni. Occorre organizzarsi, unirsi. Verifichiamo assieme se questo è possibile.

da Sinistra contro l’euro