La mobilitazione per l’annullamento del decreto di Obama contro il Venezuela
Per esprimere il loro rifiuto all’ordine esecutivo di Washington del 9 marzo, i venezuelani stanno realizzando oggi la raccolta di firme casa per casa affinché il popolo esprima il suo appoggio alla richiesta del presidente Nicolas Maduro di abrogare il decreto.
Ieri il presidente ha sottolineato la diffusione di questo meccanismo a livello nazionale, diretto dal Partito Socialista Unito del Venezuela.
Vogliamo raggiungere i 10 milioni di firme per dire a Barack Obama nel Vertice delle Americhe: qui c’è un popolo guerriero, patriota, che soprattutto ama il suo paese, ha detto.
Finora sono state raccolte più di quattro milioni di firme manifestando il sostegno dei venezuelani alla campagna, “Obama deroga el decreto ya” (Obama abroga già il decreto), ha informato il sindaco del comune Libertador della capitale venezuelana, Jorge Rodriguez.
Nel frattempo, su Twitter le etichette #ObamaDerogaElDecretoYa, #VenezuelaNoEsUnaAmenaza e #VenezuelaEsEsperanza (con le sue rispettive traduzioni all’inglese) sono posizionate tra i primi posti delle tendenze nazionali ed internazionali, ha detto.
I commenti su questo social network superano i tre milioni 800 mila e continuano ad aumentare, ha detto ieri.
Secondo i dati del Trending Topic (i primi posti in tendenza), in 50 stati della nazione settentrionale ed in molte delle sue città più importanti si evidenzia l’etichetta #VenezuelaIsHope.
Messaggi di solidarietà con questo popolo hanno raggiunto un terzo posto nelle tendenze in Hawaii, lo stato natio del presidente statunitense, ha rilevato Rodriguez.
Ieri, dal Venezuela è stato convocato una “tuitazo” globale contro la dichiarazione di Washington che considera questo paese come una “minaccia inusuale e straordinaria”.
Dopo l’ordine esecutivo della Casa Bianca, il governo di Caracas ha promosso la campagna “Obama deroga el decreto ya”, volta ad abrogare questa dichiarazione statunitense.