I conflitti in Yemen hanno radici nelle differenze politiche, sociali e tribali del paese. La stessa frazione yemenita (sunnita quindi) dei Fratelli Musulmani, Al-Islah partito, è guidata dalla famiglia Ahmar, che è Zaydi.
Hash e Bakil, le due principali tribù Zaydi del Nord, rappresentano il 20% della popolazione yemenita. Sotto la monarchia come sotto la Repubblica esse hanno giocato il ruolo principale nel decidere chi avrebbe governato lo Yemen. Tutte le parti responsabili dell’attuale conflitto vengono dalla tribù degli Hashed: l’ex-Primo Presidente Saleh, la famiglia Houthi, la famiglia Al-Ahmar (leader dei Frtelli Musulmani). Negli ultimi anni questi diversi attori hanno cambiato più volte ruolo e alleanze.
I combattimenti con le milizie Houthi così come col movimento separatista nel Sud sono il risultato della incapacità del governo di Sanaa di dare seguito alle decisioni della conferenza di dialogo nazionale. Il governo stesso è stato un compromesso imposto dall’Arabia Saudita per proteggere i suoi interessi dopo le dimissioni di Saleh. Sono i sauditi che hanno mantenuto al potere sia famiglia Al-Ahmar come pure le frazioni pro-Saleh.
Entrambe le potenze regionali con interessi consolidati, l’Arabia Saudita e l’Iran, hanno trascinato i loro alleati nella recente escalation. Se è vero che l’Arabia Saudita ha fatto pressioni sui suoi alleati per impedire agli Houthi alleati dell’Iran di condividere il potere, il tentativo isolato da parte degli Houthi di prendere il potere sembra essere velleitario.
Nessuna singola forza può pensare di governare stabilmente un paese tanto variegato come lo Yemen, quantomeno non può farlo senza compromessi tribali e locali. Una soluzione può essere raggiunta solo attraverso negoziati tra tutte le parti yemenite e non con l’intervento straniero.
Fermare l’aggressione contro Yemen!
Per una soluzione politica del conflitto yemenita basata sulla democrazia yemenita e la condivisione!
Per uno Yemen democratico e unito!
Qui la risoluzione della sezione austriaca del Campo Antimperialista