Dopo essere stata artefice di ogni sorta di malefatte — l’elenco sarebbe sterminato: ricordiamo, dopo i governi Monti e Letta, sole le ultime due: l’avallo dei mesi scorsi al Jobs Act e quello alla “riforma costituzionale” in senso presidenzialistico — una spompata e divisa sinistra piddina dichiara che i tempi “delle ritirate sono finite, che è l’ora del combattimento”.

Siccome a pronunciare queste parole è Bersani, i più, con Crozza, ritengono che l’ennesima capitolazione è scontata.
Noi non ne saremmo così sicuri.

Il 1 ottobre scorso Leonardo Mazzei, alle porte dei decisivi passaggi sul Jobs Act e della riforma della Costituzione, scriveva:

«E’ ben difficile che una scissione possa essere evitata. Questa non è certa, né possiamo conoscerne i tempi. E tuttavia è probabile, dato che Renzi la vuole, spingendo la cosiddetta «vecchia guardia», rappresentata dal duo D’Alema-Bersani, ad un aut-aut che suona sostanzialmente così: o vi arrendete o ve ne andate. Difficile che scelgano la resa, anche se la scelta finale dipenderà da tanti fattori.
Il prossimo passaggio, assai più delicato della scontata direzione di ieri, avverrà al Senato, dove la maggioranza governativa ha numeri abbastanza stretti. Quanti senatori della minoranza Pd opteranno alla fine per il no? Al momento nessuno lo sa.
In teoria ci sono tre possibilità: 1) la maggioranza tiene magari con qualche modesta defezione, 2) il governo va sotto, 3) la delega passa ma con i voti determinanti della destra.
Nel secondo e nel terzo caso avremmo la crisi di governo, che porterebbe abbastanza rapidamente alle elezioni. Già, ma con quale legge? Ecco che ben si capisce la fretta dei renziani ad accelerare i tempi dell’approvazione della super-truffa denominata «Italicum». Per loro l’ideale sarebbe andare alle elezioni nella prossima primavera con la nuova legge iper-maggioritaria. Ma gli altri glielo consentiranno?» [IL PD VERSO LA SCISSIONE?]

Il redde rationem sembra essere l’Italicum, la legge elettorale truffa targata Renzi-Berlusconi. Fassina afferma che questa è la goccia che fa traboccare il vaso, che con l’Italicum [QUI una nostra scheda su questo mostro di legge elettorale] si seppellisce l’ordinamento costituzionale e si va dritti nel presidenzialismo. Vero. Ma se il vaso è già pieno, tutti voi, dirigenti e deputati del Pd, ne portate la responsabilità. Lo sventramento della Costituzione viene da lontano, sin dall’abolizione del sistema proporzionale (Referendum Segni del 1991) seguito dai referendum anti-proporzionali dei radicali del 1993, la Bicamerale D’Alema del 1997…

Se il Pd è stato l’architrave di tutti o quasi questi passaggi truffaldini è perché gli veniva chiesto dai suoi padroni, dalle classi dominanti neoliberiste ed euriste, che da molto tempo lavoravano dietro le quinte per smantellare il sistema democratico (seppur borghese) per sostituirlo con la cosiddetta “governance”, ovvero il predominio politico assoluto delle conventicole da loro sponsorizzate. Se il potere sta a Bruxelles e Francoforte, il governo deve fungere da esecutore ed il parlamento nazionale un organismo svuotato di ogni prerogativa che deve solo ratificare decisioni prese ben più in alto.

Se ora una scissione è davvero possibile è perché Renzi non accetta nessun compromesso, perché in vista delle elezioni avrà l’ultima parola sulla composizione delle liste e vorrà fare un repulisti di tutti i disobbedienti.

Cuperlo invoca un compromesso e chiede: “ma se le elezioni sono nel 2018 perché tanta fretta di chiudere la vicenda”?

Domanda da un milione di dollari. Non sarà che la fretta di Renzi, anche a patto di spaccare il Pd, nasconde la recondita volontà (la crisi continua a mordere ed il suo consenso è in discesa) di portare gli italiani alle urne molto presto?

Scrivevo il 12 marzo scorso:
«Anche questo golpe [la “riforma” costituzionale] è passato col voto favorevole della cosiddetta “sinistra” del Pd la quale annuncia che sarà l’ultima volta, che se non cambia la legge elettorale “Italicum” uscirà dalla maggioranza e forse dal partito stesso. Che pena! Questi cannibali, dopo aver partecipato a sbranare la Costituzione, ora bisticciano su come vanno ripartiti i brandelli.
Renzi ha lasciato intendere anche questa volta, visto che tutti i sondaggi lo confortano, che in caso di imboscate e brutti scherzi, di ingovernabilità del parlamento, porterà tutti quanti i “nominati” alle elezioni anticipate». [IL “PARTITO DELLA NAZIONE”]

da sollevAzione