Dunque un drone nordamericano ha ucciso il cittadino italiano Giovanni Lo Porto.

Obama si è scusato, stendiamo un pietoso velo. Lo pseudo-ministro degli esteri Gentiloni che va in un Parlamento deserto a raccontare barzellette. Stendiamo un altro velo pietoso. Matteo Renzi che certamente sapeva ma che fa finta di no. Già questo è grave.

Un cittadino italiano è stato ammazzato. C’è una palese notizia di reato e l’azione penale in Italia, se non andiamo errati, è ancora obbligatoria.

Abbiamo dunque una domanda — che a quanto ci risulta non è stata posta da nessuno, nemmeno da M5S — ed è questa: c’è una qualche Procura della Repubblica (in questo caso quella di Roma) che apre un fascicolo? Disposta ad incriminare i responsabili, Obama nella fattispecie, dato che ha ribadito pubblicamente di essere il Comandante in Capo delle forze armate USA?

E ove questo non accadesse, c’è qualcuno in Parlamento che data la sua funzione ed in base all’Art. 328 del Codice penale [1] sia disposto a denunciare per omissione di atto d’ufficio la suddetta Procura?

Qualcuno ci risponderà: è del tutto inutile, gli americani sono legibus solutus… Andrà a finire come per Nicola Calipari, [2] caduto a Baghdad il 4 marzo 2005 per mano americana. Il colpevole (il marines Lozano) fu identificato ma casa Bianca e Pentagono si rifiutarono di estradarlo e le servile autorità italiane derubricarono in fretta e furia.

Altri ancora ci ricorderanno la strage del Cermis, del 3 febbraio del 1998, quando un aereo militare USA partito dalla base di Aviano tranciò le funi della funivia in Val di Fiemme, causando la morte di venti persone, non solo italiane.

Un anno dopo, il governo presieduto da D’Alema, avallò la tesi della Procura di Trento per cui i militari americani non fossero perseguibili in Italia, e lasciò che i colpevoli facessero ritorno negli USA. Lo stesso D’Alema che in quei mesi fece dell’Italia la portaerei USA per l’aggressione alla Jugoslavia, D’Alema che, poi sapremo, mentì spudoratamente, visto che i fatti confermeranno il coinvolgimento diretto dell’aviazione italiana nel bombardamento di Belgrado accanto ai compari americani.

Non c’è due senza tre, ci si dirà. E di sicuro anche questa vicenda finirà insabbiata. E’ il prezzo da pagare per fare parte della NATO ed essere un protettorato militare degli USA.

NOTE

[1] « Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa».

[2] Del caso Calipari e delle pesanti responsabilità anche italiane ce ne occupammo al tempo in questo dettagliato articolo.

da sollevAzione