Daniel Dal Zennaro su il manifesto di ieri, [1] esprime come meglio non si potrebbe lo sconforto e lo sconcerto di una sinistra-mamma che si scopre nuda e impotente di fronte alle gesta di uno dei due figliocci nati dal suo ripugnante accoppiamento con il mostro della modernità globalista ed europeista.

Questa sinistra matrigna, stuprata da questo suo pargolo screanzato, è costretta a bollarlo come illegittimo, a togliergli la patria potestà, condannandolo come un obbrobrio.

Ma quale altra possibilità, sinistra-puttana, hai lasciato a quelli che immaginavi tuoi eredi, se non appunto una nichilistica disobbedienza? Che esempio hai dato a questi tuoi figliocci se non quello del disonore? Cosa poteva venir fuori dalle tue marchette, dal tuo abbandono di ogni visione e pratica rivoluzionarie se non appunto il disprezzo ed un ripudio radicali?

Come comprendiamo certa rabbia! che tuttavia è tanto estrema quanto inconsistente. Certa furia distruttiva, lo sappiamo, nemmeno pretende di aprire un qualche sbocco politico. La simbolica potenza mediatica del gesto se ha una funzione, pretende di dare coraggio agli oppressi a cui pretende di rivolgersi,  finisce invece per ottenere il risultato opposto, per riconciliare gli oppressi con la loro impotenza, riducendoli a spettatori passivi.

Non cesserà, anzitutto tra i giovani, il bisogno di antidepressivi e droghe eccitanti, finché persisterà questa deprimente narcosi di chi sta sotto ed invece di sollevarsi, continua a subire ogni sorta di sopruso.

Questo figlioccio nichilista è a maggior ragione contro chi l’ha messo al mondo visto che, quando si specchia, vede il volto del proprio fratellastro bastardo, il quale ha un nome, Matteo Renzi. Ad esso si è tentato, quasi riuscendoci, a guastare la festa, la propria patetica autocelebrazione cesaristica.

Ma chi è più eversivo e distruttore tra i due fratellastri?
Se nessuno è Abele, chi dei due Caino è il più funesto? spergiuro? devastante? Chi sfascia vetrine o chi cancella i diritti e distrugge la vita stessa del popolo lavoratore? Chi appicca il fuoco alle macchine o chi demolisce la democrazia repubblicana? Chi viola questo o quel comma del codice penale o chi calpesta e polverizza la Costituzione? Chi si copre il volto con un passamontagna o un Quisling che a viso aperto saccheggia il Paese per nome e per conto della finanza predatoria globale?

La risposta, anche se fingete di non saperlo, la conoscete.

NOTE
[1] «A proposito. Analisti e dietrologi se ne facciano una ragione. I cosiddetti “black bloc” non vengono da Marte, non si sono “infiltrati” nel corteo e non sono nemmeno al soldo della spectre. Ci sono, sono un problema e bisognerà tenerne conto. Erano nel corteo, dentro, nemmeno in fondo. Gli spezzoni della manifestazione hanno dovuto giocoforza tollerarli e cercare di tutelare il corteo da una reazione della polizia che a un certo punto sembrava scontata. La MayDay era contro il blocco nero? Questo movimento, questa piazza, che è pur sempre il massimo che oggi si possa esprimere, non ne aveva la forza. Né militare, né politica. Questo è un limite. Ecco perché questo primo maggio è “politicamente” disastroso».
Dice molto il giornalista, ma non dice tutto. Non dice che certa “sinistra radicale” che oggi piange per essere stata “asfaltata” dal “blocco nero”, mentre non ha ingaggiato alcuna lotta degna di questo nome contro il regime dell’euro e la perdita di ogni effettiva sovranità popolare ed anzi ancora inneggia all’Unione europea come “progresso”; mentre ha assistito inerme davanti ad un governo che oltre cancellare l’Art.18 impone una legge elettorale che istituisce un regime; ebbene, da mesi questa sinistra si concentrava… sull’EXPO, facendo pensare che la manifestazione del primo maggio sarebbe stata una specie di giorno del giudizio.
Chi la fa l’aspetti.