I risultati definitivi (in voti ed in seggi) delle elezioni regionali e comunali svoltesi ieri in Spagna non sono ancora disponibili, tuttavia il quadro è più che chiaro: crollo della destra del Partito Popolare del Primo ministro Rajoy, forte avanzata di Podemos.
La profonda crisi economica e sociale che attanaglia la Spagna da ormai sei anni è divenuta una conclamata crisi di regime. Il fatto eclatante l’ha segnalato a caldo Pablo Iglesias: “Il bipartitismo è finito”, gli spagnoli non credono più al gioco truccato dell’alternanza. Se le elezioni politiche del 2011 avevano punito il Partito socialista di Zapatero, portando al governo la destra di Mariano Rajoy, queste elezioni amministrative hanno pesantemente castigato proprio il Partito Popolare.
Colpisce la consistenza del successo di Podemos, che conquista la maggioranza nelle due metropoli spagnole: Madrid e Barcellona.
Podemos ha vinto non soltanto grazie al messaggio di cambiamento, ma anche perché ha saputo costruire, attorno ai suoi candidati, più vaste alleanze di unità popolare. Così si spiegano le vittorie, inimmaginabili solo un anno fa, di Ada Colau a Barcellona e Manuela Carmena a Madrid.
I candidati di Podemos hanno infatti vinto proprio dove il movimento è stato in grado di unire i pezzi più dinamici a antiliberisti della società civile spagnola, in particolare (malgrado l’opposizione della direzione nazionale di Izquierda Unida e del Partito Comunista spagnolo) quelli della sinistra spagnola.
Se queste elezioni sono la prova generale di quelle politiche nazionali che si svolgeranno a novembre, i risultati sono un ottimo auspicio.
Quanto prima pubblicheremo un commento più articolato.