Abete incalza proponendo una sintesi a Salvini del discorso della Lega:
«Alzate la voce per farvi sentire, ma non volete uscire, si può dire così?»
Salvini in visibile imbarazzo e con tono di voce ben più dimesso del solito, guardando il pavimento invece che spavaldamente in camera: «Sì, si può dire così».
Se chi lo vota fosse razionale smetterebbe di votarlo perché egli ha esplicitamente detto a più riprese di aver sempre mentito su tutta la linea. Ma è il caso di soffermarsi sulle sue affermazioni dell’ultima settimana ed inoltre voglio togliermi dei sassolini dalle scarpe; un modo di dire gentile per esprimere la mia volontà di godere di una piccola resa dei conti a sinistra.
Negli ultimi mesi io ed amici e compagni del Coordinamento della Sinistra Contro l’Euro prima, ed Ora nelle ultime settimane, abbiamo sempre detto che Salvini è fintamente antisistemico e che bisogna essere dei bei pesci in barile per non cogliere che moneta unica e Flat Tax perseguono il medesimo obiettivo ordoliberista dello Stato Minimo, solo con mezzi diversi. Abbiamo sostenuto che Borghi è un ultraliberista che, capitalizzando l’imbecillità della sinistra sistemica che sarebbe preposta a contestare l’euro come strumento del capitale contro il lavoro ma che non lo fa, si impossessa dell’argomento, strumentalizza una contraddizione reale e la piega ai propri interessi.
Borghi è il gattopardo, quello che propone di cambiare tutto per non cambiare niente. Salvini e la Lega sono il suo veicolo, con l’aggiunta della speculazione sulla sofferenza delle persone ed il fatto che in un contesto di crisi le comunità umane tendano per paura del futuro a ripiegarsi su sé stesse ed a scaricare la colpa delle proprie disgrazie su elementi esterni e più deboli: immigrati, Rom. Persone che non hanno colpa della crisi ed adesso, grazie al montante clima di odio alimentato dalla Lega, rischiano anche per la propria incolumità.
Ma come dicevo, nell’ultima settimana, Salvini ha calato le carte. Una settimana fa era dai grandi padroni della grande industria; di euro da ripudiare non ne ha neanche parlato (quella platea lo vuole, essendo esso il giogo definitivo intorno al collo dei lavoratori), e ha promesso ulteriori sgravi fiscali (8000€ di sgravi per assunzioni fasulle senza art. 18 che gli ha già dato Renzi non bastano? Come Renzi, più di Renzi. Alla faccia dell’essere antisistemici).
Inoltre ha rassicurato questa squisita assise altissimo borghese e liberista circa le sue grida razziste/xenofobe che potrebbero disturbare la digestione a quegli acculturati ricchi che mandano i figli a prendere un master ad Harvard prima di assumerli dirittamente come dirigenti per fare i “tagliatori di teste” aziendali. Il concetto generale era: “Tranquilli, è scena, serve per captare i voti degli avvinazzati dottor Livore da bar; son voti anche quelli e sono tanti ma il nostro cuore è per voi”. Cioè per parola del suo stesso segretario la Lega considera stupidi creduloni quelli che la votano e non è nemmeno un partito popolare, ma strettamente filopadronale.
L’altra sera in TV Salvini si è trovato di fronte all’ex presidente di confindustria Abete, oggi presidente di Bnl, e abbiamo avuto veramente la scena del perfetto cagnolino da guinzaglio. Mi perdoni Faber, da dove si trova ora, per questa oltraggiosa associazione mentale che Salvini mi ha fatto venire in mente nel passaggio in questione; mi è tornato in mente il verso di una canzone di De Andrè che recitava:
“Fuori dell’aula sulla strada, ma in mezzo al fuori anche fuori di là ho chiesto al meglio della mia faccia una polemica di dignità“.
Ecco, Salvini ha cercato in fondo alla propria faccia le risorse per tirare fuori una polemica di dignità, ha cercato di parlare un po’ sopra ad Abete ma riguardo la moneta ha usato il verbo “rivedere” e poi “ridiscutere”, non uscire, sulla UE ha detto di voler riscrivere i trattati non di volerli ripudiare (ma serve l’unanimità al consiglio dell’Unione per farlo. Sa di cosa parla il Salvini? Eppure è parlamentare europeo….. ). Ma il risultato è stato maldestro; si capiva chi fosse il cagnolino e chi il rappresentante di un potere forte che tiene in mano il guinzaglio.
Chiosa finale da cineteca. Abete incalza proponendo una sintesi a Salvini del discorso della Lega: “Alzate la voce per farvi sentire, ma non volete uscire, si può dire così?” Salvini in visibile imbarazzo e con tono di voce ben più dimesso del solito, guardando il pavimento invece che spavaldamente in camera: “Sì, si può dire così”.
Quelli che per essere antisistemici votavano il partito che il PD ha battezzato come controaltare ideale facendolo pompare in grande stile dai media, quelli che non vogliono l’euro ma vogliono la Flat Tax ovvero il sogno più bagnato della Thatcher, non li ho mai presi sul serio. Palesemente non ne capiscono di politica, non ne hanno mai capito e non ne capiranno mai. Vittime dell’equivoco che per fare politica basti capire il funzionamento della bilancia dei pagamenti. Se non ne hai un’idea almeno concettualmente non puoi fare politica, ma che tu sappia come essa funzioni, ed anche bene, non ti rende automaticamente uno statista e nemmeno un politico decente. Non mi curo di loro ma guardo e passo.
Il sassolino dalle scarpe me lo voglio togliere nei confronti di quei tanti “posturalisti” di sinistra che, mentre ammonivamo circa il significato antipopolare dell’€ ed antidemocratico della UE, e contemporaneamente gridavamo affinchè tanti amici e compagni che invece sull’€ avevano capito ma non erano politicamente troppo acuti non cadessero nella rete leghista, hanno continuato a favoleggiare di “altre europe” che non possono esistere nemmeno nel mondo dei sogni, togliendomi il rispetto, il diritto di cittadinanza nella sinistra, e dandomi del nazionalista (quando sono più internazionalista di loro) o direttamente del fascista perchè “dici le stesse cose che dice anche Salvini”.
Bene, Salvini ha calato le carte, lo ha detto che ha sempre fatto finta, esattamente come abbiamo sempre detto io ed i miei compagni e amiche di percorso, mentre voi non volevate ascoltare. Adesso siamo di fronte ad una prova provata sventolata coram popolu: anche Salvini vuole riscrivere i trattati e sogna “altre europe” ed “altri euri“, sventolando “no euro” soltanto come esca. Cioè Salvini ed il rappresentante dei poteri forti ed ex presidente di confindustria Abete, vogliono ESATTAMENTE QUELLO CHE VOLETE VOI.
Dunque non siete di sinistra, e magari siete anche un po’ fascisti e nazionalisti. Ce l’avrete mica anche voi con i Rom e gli stranieri come….certa gente di estrema destra? Giustificatevi, “compagni”, spiegatemi il motivo della vostra convergenza tattico-strategica con Salvini ed Abete. Sono qua, aspetto le vostre giustificazioni! Chi di posturalismo ferisce di posturalismo perisce; adesso è chiaro che quelli che per propria incapacità offrono substrato ideologico alle destre SIETE VOI.
“Posturalismo” è una definizione coniata da Frédéric Lordon, filosofo ed economista, docente all’HESS di Parigi, in occasione di un recente seminario pubblico tenuto insieme al dirigente di M.Ar.S Panagiotis Sotiris che parteciperà al Forum di Atene. Secondo Lordon il posturalismo è l’espendiente dialettico delle sinistre che non sono in grado, o per subalternità hanno paura, di attaccare l’Unione Europea e l’Euro. In pratica i posturalisti non essendo in grado di fare una analisi precisa e una proposta coraggiosa e non subalterna, si scelgono un nemico ideale e assumono posizioni politiche in base ad esso: attendono che esso si pronunci e a quel punto proclamano l’esatto contrario del proprio nemico. Evidentemente i posturalisti in questo modo riescono a delegittimare anche le migliori cause che la sinistra dovrebbe sostenere. Il posturalista è colui il quale, per far testimonianza di antifascismo, se un fascista un mattino si sveglia e riconosce la correttezza della legge di gravitazione universale, si arrampica sul terrazzo dell’ottavo piano e si butta nel vuoto.
da sollevAzione