L’ONU si presta di nuovo ai giochi dell’Occidente contro il Paese africano – Lunedì manifestazione di protesta a Ginevra

«L’intero Corno d’Africa è occupato da potenze neocoloniali. Tutto?  No! Un paese di indomabili rivoluzionari resiste ancora all’invasore». (Dall’introduzione di una lunga intervista – divisa in tre parti – a Mohamed Hassan, intitolata «Tutto quello che non dovreste sapere sull’Eritrea», pubblicata 5 anni fa su questo sito – vedi QUI, QUI e QUI). Questa intervista, benché non recentissima, resta estremamente attuale.

Dieci giorni fa l’azione di criminalizzazione dell’Eritrea è stata rilanciata con forza dalla Commissione di Inchiesta del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che ha parlato di «violazione sistematica e massiva dei diritti umani». Contro questo attacco si sta mobilitando la comunità eritrea in Europa, che ha organizzato per lunedì prossimo una manifestazione a Ginevra, come riferisce il sito E-SMART (Eritrean Sanctions Must be Annulled & Repealed Today!), dal quale riprendiamo la notizia (vedi sotto)

GIORNATA D’AZIONE DEGLI ERITREI IN EUROPA
Comunicato stampa

Gli Eritrei in Europa, indignati dal recente attacco contro il loro Popolo e il Paese, attuato dalla cosiddetta Commissione di Inchiesta del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, stanno organizzando una manifestazione di protesta a Ginevra, in Svizzera lunedì 22 giugno 2015.

La commissione d’inchiesta dell’ONU per i diritti umani in Eritrea, presieduta da Mike Smith (Australia), e composta da altri due membri, il signor Victor Dankwa (Ghana) e la signora Sheila B. Keetharuth (Mauritius), non è mai stata accettata dall’Eritrea dall’inizio poiché alcuni dei suoi membri avevano precedentemente caldeggiato apertamente un “cambio di regime” in Eritrea.

Questa Commissione, compromessa e di parte, ha poi presentato di recente in una conferenza stampa un lungo rapporto di 500 pagine di accuse infondate e false contro l’Eritrea, concludendo che “alcune di queste violazioni possono costituire crimini contro l’umanità”. Senza alcun senso di vergogna alla conferenza stampa, i membri della Commissione hanno spiegato che tutte queste accuse sono state formulate senza mai aver visitato l’Eritrea, un Paese che pertanto non conoscono e non hanno mai visto, ma hanno raggiunto il loro verdetto sulla base di “… circa 550 interviste riservate con eritrei testimoni fuggiti dal loro paese … e 160 contributi scritti”.

Le testimonianze presentate dalla Commissione sono rigorosamente anonime perché i membri della Commissione sostengono che “molti potenziali testimoni che risiedono al di fuori dell’Eritrea avevano paura di testimoniare.” Tuttavia la Commissione ha scelto di ignorare centinaia di informatori volontari all’interno della diaspora eritrea disposti a dare le loro testimonianze.

Inoltre, la Commissione accusa come principali violatori: Le Forze di Difesa dell’Eritrea, in particolare l’Esercito Eritreo, il Servizio Nazionale di Sicurezza, la Polizia Eritrea, il Ministero dell’Informazione, Ministero della Giustizia, Ministero della Difesa, il Fronte Popolare per la Democrazia e Giustizia (PFDJ), l’Ufficio del Presidente, ed il Presidente.

Indignati da queste accuse assurde, migliaia di Eritrei residenti in diversi Paesi Europei stanno organizzando una manifestazione a Ginevra il 22 giugno per protestare contro questo nuovo atto di ostilità verso l’Eritrea, un Paese che non chiede altro che di essere lasciato solo a sviluppare i suoi programmi economici; che la sua Sovranità Nazionale sia rispettata come indicato nel verdetto “finale e vincolante” emesso da parte della Commissione Confini Eritrea Etiopia del 13 aprile 2002, conformemente all’accordo di pace di Algeri del dicembre 2000; e la revoca delle ingiuste sanzioni ONU imposte dagli Stati Uniti nel 2009 e nel 2011.

In questo raduno di protesta, gli Eritrei dimostreranno chiaramente e apertamente al mondo che le accuse della Commissione d’inchiesta dell’ONU per i diritti umani in Eritrea sono una grande bugia, e che tutto il Popolo Eritreo è unito nella difesa del proprio Paese, del proprio Governo e del proprio Presidente.

15 Giugno 2015

da E-SMART