E’ Hollande il mandante del ministricidio?

Aveva detto che si sarebbe dimesso in caso di vittoria del SI’. Ha invece stravinto il NO e Yanis Varoufakis si è dimesso lo stesso. Perché questa scelta?

Non abbiamo la sfera di cristallo, ma certo non è difficile immaginare l’aria che tira nel governo greco e nella stessa Syriza. Il successo è stato travolgente, ma – come abbiamo scritto ieri sera – è ora che viene il difficile. E conosciamo l’aggressività dell’ala destra del partito di Tsipras, quella che ha spinto il primo ministro – martedì scorso – a scrivere l’ennesima letterina alla Merkel. Lettera peraltro respinta al mittente dalla cancelliera, forse convinta di una vittoria del SI’ nel referendum.

Molti ricorderanno il precedente del commissariamento di Varoufakis, deciso dal governo alla fine della scorso mese di aprile. Ora, però la cosa è più seria. Primo, perché si tratta di un segnale di debolezza che viene offerto alle belve euriste a poche ore dal trionfo delle urne. Secondo, perché non si cambia il ministro delle finanze nel momento in cui si impongono scelte decisive quanto delicate, come l’introduzione di una moneta parallela, fosse anche nella forma di semplici “pagherò” ancora denominati in euro.

Che dire? Il governo Tsipras ha mostrato di avere ancora un grande consenso, e questo è un bene inestimabile. Ma è difficile non vedere in alcune mosse i segni dell’improvvisazione e del dilettantismo. Non che non siano comprensibili sbagli ed incertezze in un passaggio come questo, ma chi non è sobbalzato sulla sedia, stamattina, nel leggere la notizia delle dimissioni di Varoufakis alzi la mano.

Detto questo, resta però la domanda: perché si è dimesso?
Personalmente credo che Varoufakis abbia detto la verità: si è dimesso perché la sua testa è stata chiesta da qualche importante governo europeo per facilitare la ripresa della trattativa. Non dai tedeschi – questa è la mia ipotesi – che ripresenteranno tal quale la loro posizione di sempre, ma evidentemente da chi vorrebbe impedire l’uscita della Grecia dall’euro con un qualche accordicchio. Il primo indiziato del ministricidio di stanotte è dunque l’ineffabile Hollande, il più insulso presidente francese dalla fine della monarchia.

Che Tsipras si sia piegato ad una tale richiesta meriterebbe ora ben più di un commento. Ma fermiamoci qui che le prossime ore ci diranno molte cose.