Lorsignori: «La Rai non si tocca!»

La nomina di Monica Maggioni, nota anche come inviata embedded con i marines americani in Iraq e come frequentatrice del Bilderberg

Ha proprio ragione Maurizio Gasparri che, a proposito della scelta del Consiglio di amministrazione della Rai e di Monica Maggioni come presidente, ha dichiarato: “… ha vinto la Gasparri” — la famigerata legge del 2004 che, oltre a favorire Mediaset ribadiva il criterio della lottizzazione casta-partitica della RAI.

Il “Patto del Nazareno” si conferma più solido che mai.
Ce lo dice lo stesso Corriere della Sera: “Il nome di Monica Maggioni è frutto dell’accordo tra Forza Italia e Partito democratico, con il consenso della galassia di centro. Anche se il nuovo presidente sembra più gradito a Berlusconi che non a Renzi”.

Incazzati come iene
dalla parti di la Repubblica, che hanno fatto scendere in campo il direttore Ezio Mauro che scrive: “La governance della più grande azienda culturale del Paese è al di sotto di ogni aspettativa. Domina l’intesa con Berlusconi, che tratta da capo politico della destra ma anche da capo di Mediaset”.

Avremo così che la Rai, che già fa schifo, farà ancora più schifo. Si dice che l’azienda “pubblica” sia “lo specchio del Paese”, Sbagliato!
La Tv è oggi non solo il mezzo dove si plasma dall’alto la coscienza collettiva, la Tv è il luogo più importante (spesso il solo) dove i cittadini (certo come sudditi sottomessi) fanno esperienza politica. Non “specchio” dunque ma una decisiva e aggressiva arma di propaganda e di distrazione di massa. Nulla dunque i dominanti possono lasciare al caso, nessuna infiltrazione antagonista è ammessa.
Parola d’ordine: far dormire la gente, impedire che si svegli.

E di poca consolazione è che Carlo Freccero entri a far parte del Consiglio di amministrazione Rai. Una persona colta e intelligente, che ha il coraggio di andare controcorrente, messa lì tuttavia come contentino, forse come specchietto per le allodole, e che nulla potrà cambiare.

Forse è vero che non ci sono più “Palazzi d’Inverno” da conquistare, che la rivoluzione non potrà mai essere come quella russa del 1917.

O forse in Italia
dovremo fare come in Iran nel 1979, quando il primo gesto compiuto dal popolo insorto fu proprio l’occupazione, non del parlamento, e nemmeno del palazzo reale, ma dell’edificio della televisione di stato.

da sollevAzione