Tutto come previsto: l’aumento dell’IVA è solo rimandato di un anno, i tagli alla Sanità sono ben più pesanti di quanto annunciato
Siamo costretti a tornare sulla Finanziaria. Il Bomba è in Sud America, mentre la sua Legge di Stabilità arriva al Senato. Il testo ufficiale, quello “bollinato” dalla Ragioneria dello Stato, mette in luce alcune verità, prima nascoste dalle cortine fumogene della propaganda governativa.
Questa pratica non è nuova, ma da quando a Palazzo Chigi è arrivato il rignanese lo scarto tra gli annunci e la realtà è diventato davvero abissale.
Tutti hanno sentito dire che Renzi ha «ridotto le tasse». Più esattamente il suo governo ha deciso di non far scattare nel 2016 il previsto aumento dell’IVA e delle accise sui carburanti. Tasse cancellate si è scritto. Non su questo sito, dove invece abbiamo chiarito da subito che gli aumenti chiesti da Bruxelles non sono cancellati, ma solo rinviati. La differenza non è piccola…
La conferma è arrivata da quanto scritto oggi dal Corriere della Sera:
«La manovra sull’Iva, intanto, è stata definita. E sostanzialmente è un rinvio degli aumenti, non una loro eliminazione. L’aliquota Iva del 10% salirà al 13% nel 2017, invece che crescere al 12% nel 2016 e di un altro punto l’anno successivo. Così l’aliquota del 22%, che passerebbe al 24% nel 2017 e al 25% l’anno dopo, invece che aumentare di un punto l’anno prossimo, di due nel 2017 e ancora di uno 0,5%, per finire al 25,5% nel 2018. Solo quel mezzo punto è definitivamente risparmiato».
Avete capito la sostanza della manovra del Bomba? Egli prende tempo, approfittando di una congiuntura politica favorevole, ma l’aumento delle imposte indirette – cioè della forma di tassazione più iniqua che ci sia – resta in programma. Solo, è spostato più in là. Ma è lì che incombe come prima. Del resto, a Bruxelles una vera cancellazione mai l’avrebbero accettata.
Anche gli eurocrati prendono tempo, e ne concedono un po’ a Renzi, ma nessuno si illuda su un cambiamento delle politiche austeritarie. Certo, il Bomba dirà che si tratta comunque di un passo avanti, e che le “clausole di garanzia” (così si chiamano in eurocratese) non scatteranno neppure nel 2017. Chi vivrà vedrà, ma chi scrive pensa proprio che le cose andranno assai diversamente da quel che spera il capo del governo. In ogni caso, come ha scritto perfino in grassetto il solitamente governativo Corsera, l’unica cosa certa è che le clausole in questione restano, sia pure spostate di un anno in avanti.
Ma c’è un altro capitolo che getta una luce ancor più sinistra sulla finanziaria renziana. Neanche a dirlo, si tratta della sanità.
In questi giorni è stato tutto un minimizzare. Il taglio da due miliardi sulla dotazione prevista del Fondo sanitario nazionale? Falso, dicono i governativi, perché il Fondo avrà nel 2016 un miliardo in più di quanto avuto a disposizione nel 2015. Già, ma non avevano detto loro stessi che quella dotazione, e quella prevista per gli anni successivi, era intoccabile pena un inaccettabile degrado del sistema sanitario?
L’avevano detto e molti lo ricordano, ma quanto possono mai valere le promesse ai tempi del Bomba? Anche in questo caso, però, sta emergendo un ulteriore non detto: il blocco al Fondo Sanitario non varrà solo per il 2016, ma anche per il triennio 2017-2019. Il taglio di spesa previsto per quei tre anni è addirittura di 15 miliardi, cioè di una media di 5 miliardi all’anno. Una mazzata tremenda sul futuro della sanità pubblica. Uno schiaffo al diritto costituzionale alla salute.
Nel dettaglio, ecco cosa si legge nell’articolo del Corriere già citato:
«Per il futuro, però, il conto che la sanità sarà chiamata a pagare rischia di essere molto, molto più salato. Sulla carta, scritto nell’ultima bozza della legge di Stabilità, ci sono tagli di spesa che potrebbero arrivare a 15 miliardi di euro tra il 2017 e il 2019. La manovra, trasmessa ieri al Quirinale per la firma e attesa al Senato lunedì, prevede infatti un contributo a carico delle Regioni di 3,9 miliardi nel 2017 e di 5,4 miliardi nel 2018 e 2019. In tutto sono 14,7 miliardi di euro da recuperare con lo stesso meccanismo con i quali sono stati operati gli ultimi tagli al Fondo sanitario: intesa tra le Regioni, o intervento d’imperio dell’esecutivo. Con quei tagli il Fondo sanitario rimarrebbe congelato a 111 miliardi di euro per tutto il prossimo triennio. In termini reali sarebbe una riduzione netta rilevante».
Come noto ci sono molti modi per mentire. Uno è quello di dire solo un pezzo di verità, celando magari la parte più importante. E’ quel ha fatto Renzi anche questa volta. Ci avrebbe stupito il contrario.