Parla Davide Piccardo del Coordinamento delle associazioni Islamiche di Milano

Sabato scorso è stata inaugurata a Milano
(vedi foto) la più grande sede di Scientology in Italia, una delle più grandi al mondo. Questa pseudo-religione per ricchi piace a molti. Ed il saluto della circoscrizione n° 9 è stato entusiasticamente portato dal consigliere di Rifondazione, Gianfranco Tucci…

Nella stessa città si continua invece a negare il diritto ad una moschea ai centomila musulmani presenti. Due pesi e due misure di cui si è accorta perfino la Repubblica, con questa intervista a Davide Piccardo, coordinatore del Caim (Coordinamento delle associazioni Islamiche di Milano).


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di Matteo Pucciarelli

Due pesi e due misure: i leader religiosi musulmani insorgono dopo l’inaugurazione di massa della chiesa del contestato Ron Hubbard. “A noi chiedono da dove arrivano i fondi. E a loro?”

Fedeli musulmani a Milano: circa centomila. Comunità di Scientology in città: ufficiosamente mille persone. Moschee a Milano: zero. Luoghi di culto della religione americana: tre, di cui uno, quello appena inaugurato, da 10mila metri quadrati, un palazzo di cinque piani in viale Fulvio Testi (“Una delle ‘ideal org’ più grandi sulla faccia della terra”, festeggiavano gli hubbardiani sabato scorso).

Storie e vicende diverse tra loro, ma alla fine risalta agli occhi la disparità – di spazi, certo; ma soprattutto di impatto nel dibattito pubblico – tra culti che in teoria hanno, o dovrebbero avere, lo stesso peso e quindi la stesso metro di giudizio e di attenzione. E così ecco lo sfogo di Davide Piccardo, coordinatore del Caim (Coordinamento delle associazioni Islamiche di Milano), ente che, dopo un percorso accidentato e durato anni, ha vinto un bando pubblico per la costruzione di un luogo di culto musulmano.

“La moschea è difficile da fare, bisogna controllare, verificare, bisogna confrontarsi col territorio, ascoltare le paure dei cittadini; bisogna pure garantire la tracciabilità dei finanziamenti, presentare le fedine penali immacolate, dimostrare di fare più dialogo interreligioso che preghiere proprie, impegnarsi a parlare l’italiano. E poi – va avanti Piccardo – bisogna aspettare un bando e poi bisogna partecipare al bando e poi vincere il bando e se vince chi non ci piace c’è pure il rischio che sia escluso e poi bisogna verificare ancora un po’ e poi bisogna aspettare, perché sono tutti impegnati nei giochi per la successione e aspettare con pazienza che si vada alle elezioni e magari vivere un’altra campagna elettorale dove si potrà dire ‘moschea sì, moschea no, moschea forse’. E infine ci penserà il nuovo sindaco a ricominciare da capo”.

Mentre per Scientology, continua sempre Piccardo, “tutto questo non è esistito, per loro nessuno ha parlato di verifica dei fondi, di sicurezza, non sono intervenuti a gamba tesa esponenti di altre comunità religiose, nessun deputato ha fatto interrogazioni parlamentari e in Consiglio comunale, pensate, nessuno ne sapeva niente”. Anche il direttore del centro islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, non nasconde la sua amarezza: “Sono anni che diciamo che esistono due pesi e due misure quando si parla di Islam e quando di altri culti. Personalmente mi sono anche stancato di denunciarlo…”.

Ma com’è stato possibile che dall’oggi al domani i milanesi si siano ritrovati con la super cattedrale di una religione fondata da uno scrittore di libri di fantascienza e da sempre accusata di utilizzare metodi settari? Con anche il consiglio di Zona 9 che lamentava di non essere stato messo al corrente di nulla? La questione è tutta amministrativa: Scientology ha comprato la vecchia sede della Philips negli anni scorsi, con soldi propri; nel 2012 ha chiesto al Comune il permesso di ristrutturare e l’anno dopo il cambio di destinazione d’uso, da edificio adibito al terziario a luogo di culto. La pratica urbanistica, quindi, è passata come una qualsiasi altra pratica, con dei semplici controlli burocratici. Per la dibattutissima moschea, invece, ci sono di mezzo un bando e delle aree pubbliche. Oltre ovviamente al tifo politico e alle sue speculazioni elettorali.

da la Repubblica