In seduta solenne, questa mattina, il Parlamento francese ha votato all’unanimità (lepenisti e “comunisti” compresi!) la legge che allunga a tre mesi lo Stato d’emergenza — che aggrava le misure repressive previste dalla vecchia legge colonialista del 1955. E’ l’anticamera dei cambiamenti liberticidi della Costituzione già annunciati dal “socialista” Presidente Hollande, che così facendo spera di cavalcare l’ondata xenofoba e islamofoba e di fermare l’ascesa del lepenismo.

Si tratta (vedi grafica sotto) di provvedimenti che trasformano lo Stato di diritto in un vero e proprio Stato Penale — così molti teorici del Diritto, tra cui Danilo Zolo, hanno definito l’ordinamento giuridico nordamericano, soprattutto dopo il Patriot Act.

Più che socialdemocratico il governo di Hollande potremmo definirlo social-fascista, ovvero di un regime che sotto la maschera socialdemocratica applica misure di tipo fascista, proprio dello stesso tipo delle leggi eccezionali o “fascistissime”, volute da Mussolini nel 1925-26 e che consentirono il passaggio dalla democrazia liberale alla dittatura.

La legge del 1955: quella attuale è peggiorativa: arresti senza mandato del giudice, divieto di manifestare, ecc.

Si dirà: ma nel caso italiano degli anni venti vennero del tutto menomate le prerogative del parlamento a favore dell’esecutivo e il Partito fascista divenne il solo ammesso. Per quanto riguarda la sottomissione del parlamento all’esecutivo, questo c’è già nella Francia a regime presidenzialista.

Per quanto concerne il pluralismo partitico, Hollande non ha necessità di abolirlo, dato che, a differenza dell’Italia del 1925-26, profondamente divisa tra blocco fascista e antifascista, in Francia tutti i partiti si sono allineati (nuova Unione sacrée) sulle misure liberticide. Il social-fascista Hollande, col pretesto di schiacciare in modo impitoyable il terrorismo islamista, ha ottenuto senza colpo ferire ciò che il Front National di Marine le Pen chiede da tempo.

Se la maggior parte dei francesi (borghesi e plebei, sinistre e destre uniti), accettato lo scambio tra “sicurezza” e diritti di libertà, saluta le nuove leggi social-fasciste, i milioni di immigrati ammassati nelle degradate periferie metropolitane e nei ghetti in cui marciscono, spesso di seconda o terza generazione, tremano e sono nel panico. Essi, molto probabilmente, temono molto di più le incursioni delle forze di polizia francesi che i terroristi. Saranno tutti sottoposti ad un regime asfissiante di libertà vigilata, così come verranno imbavagliate tutte le forze politiche e sociali di vera opposizione.

Il quadro è a dir poco desolante.

E’ diventato addirittura lugubre dopo aver letto quanto affermato dall’intellettuale ed economista Jacques Sapir. Un uomo che abbiamo apprezzato per le sue analisi critiche e penetranti sul regime dell’euro e sull’Unione europea. Più volte abbiamo apprezzato i suoi interventi, pubblicandoli spesso su questo blog.

Siamo rimasti basiti nel leggere l’ultima sua uscita, di totale assenso ai provvedimenti liberticidi proposti da Hollande. Tirando in ballo (non a caso!) Jean Bodin e Carl Schmitt, il Nostro sostiene che i provvedimenti del governo francese sono sacrosanti poiché, udite udite, sarebbero il segno della riconquistata sovranità nazionale francese, quindi un atto che manderebbe in soffitta l’ordinamento eurista che tutti gli stati sovraordina.

Jacques Sapir

Così Sapir esordisce:
«Dobbiamo allora sottolineare il fatto che nel decidere di decretare lo stato di emergenza, il Presidente della Repubblica ha compiuto un atto sovrano. Lo ha fatto in nome di tutti noi, in nome del popolo francese. Ma, così facendo, nel decidere lo stato di eccezione e che cosa deve essere fatto all’interno dello stato di eccezione, ha riportato sulla ribalta politica la questione della sovranità, contraddicendo quanto sostengono i leader dell’Unione Europea e i loro teorici».

Un atto sovrano? Certo, ma di una sovranità del Re repubblicano, del Presidente. Lo ha fatto come tutti i monarchi in nome del popolo ma, a ben vedere, in quanto misura antidemocratica, contro il popolo e che i cittadini non possono che avallare data la tremenda campagna d’intossicazione mediatica — i media sono tutti in mano all’oligarchia.

Che poi l’atto d’imperio del sovrano (cioè non il popolo bensì il presidente) sia al contempo un atto demolitorio dell’ordine eurista questo è solo un suo auspicio immaginario. Nel presentare le sue misure liberticide Hollande ha fatto appello agli stati dell’Unione ad entrare in guerra ricorrendo alla clausola di solidarietà contenuta nell’Art. 42.7 del Trattato di Lisbona, che prevede il sostegno per uno Stato membro vittima di un’aggressione.

Sapir si dimentica poi di dire (ma ciò poco ci stupisce dato che spesso in Francia il nazionalismo sfuma nello sciovinismo) che le misure liberticide fanno da pendant alle smanie imperialiste di grandeur del regime  francese il quale, non solo partì lancia in resta nel 2011 a bombardare la Libia (abbiamo visto i disastrosi risultati), ma tra i paesi europei il primo, nell’estate scorsa, ad inviare i suoi bombardieri contro lo Stato Islamico. Chi la fa l’aspetti, verrebbe da dire….

Ma Sapir non vede tutto questo. Anzi! Il Nostro conclude con un vero e proprio encomio del gesto d’imperio imperialista, sciovinista e liberticida di Hollande. Leggiamo:
«Ed è in questo senso che François Hollande si è appena schierato a favore dei sovranisti, prendendo debitamente atto del significato della sovranità.(…) Quel che è fatto è fatto e non può essere facilmente annullato. François Hollande, suo malgrado, ha appena dato nuova vita e il posto che merita alla sovranità e al sovranismo».

Se questo è uno dei migliori intellettuali francesi… in Francia stan proprio messi male.


NOTE

[1] «L’esercito francese è impegnato in operazioni militari offensive non solo in Afganistan contro i talibani, ed in Iraq contro i takfiri dell’ISIS. In Africa, in difesa della sua tradizionale geopolitica coloniale, Parigi è impegnata in Mali (Opération Serval, 2800 soldati), in Ciad (Opération Epervier, 950 soldati), in Centroafrica (Opération Sangaris, 1200 soldati + Opération Boali, 410 soldati), nel Golfo di Aden (Opération Atalante 200 soldati), in Costa d’Avorio (Opération Licorne, 450 soldati). Dispone poi di basi permanenti in Gabon (922 soldati), in Senegal (343 soldati), in Gibuti (1975 soldati) , nelle isole dell’Oceano Indiano Mayotte e La Réunion (1277 soldati). Anche non tenendo conto delle centinaia di agenti militari e civili “coperti”, siamo ad un totale di più di diecimila mercenari armati fino ai denti».