La Francia che amiamo e quella sciovinista che detestiamo

Giorni addietro denunciavamo lo Stato d’emergenza votato all’unanimità dal Parlamento francese [Il socialfascismo avanza]. Hollande, cogliendo al volo il pretesto fornitogli dai vili attacchi armati compiuti a Parigi il 13 novembre, ha di fatto sospeso lo Stato di diritto a favore di uno Stato di polizia, attuando de facto il programma liberticida del Front National di Marine Le Pen il quale è adesso primo partito in tutti i sondaggi.

La narrazione del potere è che non bisogna farsi spaventare dai terroristi, che i cittadini debbono invece continuare a vivere tranquilli (chi se lo poteva permettere) come prima. Ma è proprio il potere, avendo decretato lo Stato d’eccezione  il primo a violare la sua propria narrazione. Nulla in Francia sarà più come prima.

Amici francesi ci informano che nelle periferie metropolitane, come pure nelle città più piccole, è in atto una vera e propria caccia alla streghe. La paura regna tra le comunità di immigrati, anzitutto di fede islamica. Nelle banlieu regna infatti lo Stato d’assedio.

Di questo, ovviamente, nessuno parla. Non ne parlano gli organi di stampa liberali, tace l’armata degli intellettuali e dei pennivendoli “democratici”, silente la stessa sinistra “radicale” — quella francese, tranne lodevoli eccezioni, si è arruolata nella crociata bellicista e sicuritaria.

Qui da noi, mentre leghisti, neofascisti e berlusconiani inneggiano apertamente allo Stato di polizia eretto da Hollande — con il provocatore Salvini che invoca l’ingresso del Paese in guerra a fianco della Santa alleanza cristiana — i “democratici” sono scomparsi. Nemmeno i cinque stelle hanno avuto il coraggio di condannare lo Stato d’emergenza deciso da Hollande, hanno preferito cincischiare d’altro.

Dove vada effettivamente a parare la decretazione dello Stato d’emergenza, lo ha dimostrato il divieto di manifestare opposto dal governo di Hollande al movimento ambientalista in occasione del summit sui cambiamenti climatici riunitosi proprio a Parigi. Migliaia di francesi hanno tuttavia avuto il coraggio di violare questo divieto [vedi questo filmato]. Le forze di polizia sono intervenute pesantemente, senza però riuscire a fermare il corteo il quale è stato attaccato proprio in Piazza della Repubblica, ovvero il luogo dove erano stati deposti fiori per commemorare i morti dell’attentato del 13 novembre. Qui nuovi scontri. I manifestanti, per difendersi, han dovuto usare i lumini in ricordo dei morti e, nella fuga, costretti a calpestare i fiori deposti. Apriti cielo! Massima esecrazione! Addirittura patetica l’ipocrisia a cui è giunto il Presidente dai poteri speciali!

Siamo solidali con le centinaia di malmenati, con le centinaia di fermati che subiranno dei processi. Siamo solidali con questa minoranza di francesi coraggiosi.

da sollevAzione