«Nonostante la prigionia la resistenza vive»

E’ appena trascorso, due giorni fa, il 14° anniversario del rapimento del leader palestinese Ahmad Sa’adat, avvenuto grazie al tradimento dei servizi di sicurezza palestinesi, un atto non solo contro Sa’adat ma contro tutto il popolo palestinese, la sua resistenza e la sua lotta.

Il servizio di intelligence dell’Autorità Nazionale Palestinese, sostenuto da altre agenzie di sicurezza, arrestò Sa’adat insieme ai suoi compagni detenendoli presso la sede presidenziale della ANP. Quest’atto rappresenta una conseguenza della sottomissione alle logiche degli Stati Uniti e dello Stato sionista, ossia quel che comporta il coordinamento sulla sicurezza tra l’Autorità palestinese e l’Occupazione – struttura che continua ad esistere nonostante l’enorme danno che ha causato al popolo palestinese da 23 anni a questa parte.

Quest’attacco mirato ai dirigenti e ai quadri della resistenza ha spianato la strada per la loro reclusione nella prigione di Gerico, avvenuto in un noto accordo con l’occupazione e all’interno di un coordinamento con americani ed inglesi – ed ha anche aperto la strada per l’assalto alla prigione da parte dei soldati dell’occupazione, il 14 marzo 2006, che si concluse con il rapimento di Sa’adat e dei suoi compagni.

L’apparato di sicurezza dell’Autorità palestinese è un fardello per il popolo palestinese piuttosto che una forza che fornisca sicurezza contro gli incessanti attacchi e le continue invasione da parte dei soldati dell’occupazione e dei coloni. Il popolo palestinese ha fatto e continua a fare immensi sacrifici al fine di ottenere la sua libertà, ma si sono scontrati più volte con misure autoritarie e repressive contro la loro organizzazione, conseguenza della continuativa pratica di coordinamento sulla sicurezza con l’Occupazione. La leadership dell’Autorità palestinese è forse più che mai asservita alle esigenze dell’occupazione, mentre le istituzioni palestinesi e le ambasciate non riescono più a servire o rappresentare il popolo palestinese, la sua causa ed i suoi problemi.

Riaffermiamo che l’impatto di questo crimine commesso 14 anni fa non si è attenuato, l’Autorità palestinese ed i suoi servizi di sicurezza saranno sempre responsabili per il rapimento di Sa’adat e dei suoi compagni e per tutti i reati che il coordinamento sulla sicurezza con l’Occupazione ha comportato al popolo palestinese, dalla repressione contro la sua resistenza agli attacchi contro i suoi leader nazionali.

Oggi notiamo il caso urgente in Bulgaria del combattente palestinese ed ex prigioniero Omar Nayef Zayed. Così come abbiamo visto il coinvolgimento degli Stati Uniti e dei servizi di sicurezza britannici nel rapimento di Sa’adat, così oggi Zayed si trova ad affrontare l’estradizione nelle mani dell’Occupazione da parte dello Stato bulgaro, dove ha vissuto negli ultimi 22 anni dopo esser fuggito dall’ingiusta detenzione nelle carceri sioniste.

Zayed è rifugiato all’interno dell’ambasciata palestinese a Sofia. Oggi, ricordando il devastante crimine contro Sa’adat e contro il popolo palestinese, chiediamo che non venga ripetuto e che Zayed possa essere completamente protetto dall’ambasciata palestinese e da tutte le istituzioni palestinesi.

Invitiamo anche tutti i sostenitori della lotta dei prigionieri palestinesi e la lotta di liberazione palestinese a chiedere che Omar Nayef Zayed non torni nelle mani dell’Occupazione e che i giudici e la polizia della Bulgaria non diventino estensioni delle forze di occupazione israeliane.

Oggi più che mai crescono le masse di palestinesi che denunciano e condannano il fallimento del percorso dei negoziati, il coordinamento sulla sicurezza e la sottomissione all’Occupazione e all’imperialismo USA. Allo stesso tempo, la sollevazione del popolo palestinese ispira anche l’autentico auspicio per un cambiamento rivoluzionario e di liberazione. La bussola del popolo palestinese è sempre rimasta puntata verso la libertà, il nostro popolo si è confrontato con ferma determinazione contro ogni tentativo di ridurre la sua resistenza e la sua giusta causa. Senza sosta, nonostante la repressione subita, il carcere e le continue invasioni, il nostro popolo resiste, si rivolta e continua a lottare per la liberazione di tutti i prigionieri, di tutte le persone e di tutta la terra di Palestina.

Libertà per Ahmad Sa’adat e per tutti i prigionieri palestinesi!
Giustizia e Libertà per Omar Nayef Zayed!

15 gennaio 2016

da Palestina Rossa
Fonte: Campaign to Free Ahmad Sa’adat